Gazzettino – La Regione: top secret sui dati dell’Asl
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
18
nov
2012
SANITÀ – Informazioni negate al comitato Salvioli. Pigozzo: «Addio trasparenza»
MIRANO – “Top secret” su tutto. Da quest’anno i dati relativi alle attività dell’Asl non saranno più pubblici. La direttiva arriva dall’alto, cioè dalla Regione, ed è stata imposta alle aziende sanitarie locali: dal 2012 i dati di attività non saranno diffusi all’esterno. E scoppia inevitabilmente la polemica.
La questione è stata sollevata dal comitato Carlo Salvioli che da 17 anni segue le vicende della sanità veneta, con un occhio di riguardo per le strutture di Dolo, Mirano e Noale. Ogni anno il comitato stila un report molto accurato sull’Asl 13: un documento importante che in passato è stato pure ritenuto “scomodo” visto che, dati alla mano, evidenzia le varie criticità ospedaliere. Quest’anno, però, per la prima volta il coordinatore Aldo Tonolo si è visto negare quei dati. «In un momento in cui la credibilità della politica lascia a desiderare, la massima trasparenza negli atti dovrebbe aiutare a ristabilire un corretto rapporto con i cittadini» scrive lo stesso Tonolo in una lettera inviata al Governatore Luca Zaia. Il comitato ha coinvolto vertici sanitari regionali, Difensore civico e perfino il Presidente della Repubblica tramite la Prefettura, ma la questione non si è sbloccata e i dati restano top secret. Sul tema interviene pure il consigliere regionale Bruno Pigozzo: «Cattivo segnale, trasparenza e buona gestione devono andare di pari passo. Da quei dati vorremmo capire, ad esempio, quanti sono i pazienti che emigrano dall’Asl 13 verso altre Asl, vista la nostra carenza di servizi». Pigozzo ha parlato ieri mattina al Festival Democratico del Miranese, in programma a Mirano. Con lui c’erano pure il sindaco di Spinea Silvano Checchin, la deputata Margherita Miotto e il direttore generale dell’Asl 13 Arturo Orsini, che ha chiarito la questione sulla necessità per i medici di chiedere l’autorizzazione prima di effettuare un intervento particolarmente costoso: «La Spending review ci costringerebbe a risparmiare il 5% per ogni voce di spesa – spiega Orsini -. Quell’autorizzazione serve solo per lasciare una traccia di inevitabilità di un intervento. Noi non mandiamo via la gente, la salute dei pazienti non viene messa a rischio».
G.Pip.