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LA PROTESTA – Gruppo di attivisti manifesta alla stazione di Padova: «Più investimenti nella rotaia»

PADOVA «Benvenuti in Veneto: la preistoria del trasporto pubblico locale su rotaia». Questo lo slogan gridato da una ventina di attivisti di Legambiente guidati da Gigi Lazzaro che, ieri mattina, dalle 7 alle 8.30, hanno accolto i pendolari che uscivano dalla stazione di Padova, provenienti, in genere, da Venezia, Treviso, Vicenza, Castelfranco, Rovigo, Monselice, Este e Legnago. A tutti i pendolari, che nella nostra regione sono 152.000 al giorno, con un aumento medio del 76% dal 1981 al 2001 e del 13% negli ultimi cinque anni, gli ambientalisti hanno consegnato un volantino, sul quale erano scritti i dati raccolti nel dossier “Pendolaria” e le proposte di Legambiente.

«Se oggi gli utenti veneti di TrenItalia sono costretti a viaggiare, quasi sempre, come sardine in scatola su treni vecchi( sono in giro ancora le carrozze ALN668 Fiat degli anni ’70!) e sporchi, che in alcuni casi vengono anche cancellati, la responsabilità principale va addossata anche e specialmente alle scelte politiche sbagliate della Regione Veneto negli ultimi 30 anni, che ha investito sulla rotaia appena 6.18 euro a persona e non certo 26.28 euro come, invece, ha fatto l’Emilia-Romagna. D’altronde parlano da soli anche i numeri relativi ai soldi spesi, dal 2003 al 2012, sempre dalla nostra Regione, relativi a strade ed autostrade ( 92.94% delle risorse disponibili ) ed alle ferrovie ( 7.6%)».

Lazzaro ha sottolineato che, per migliorare il servizio, occorre mettere in piedi cinque proposte ambientaliste: biglietto unico regionale (in Campania in vigore da 12 anni!), tariffe agevolate per chi viaggia di più(come d’altronde succede in Austria, Germania e Svizzera), intermodalità efficiente in tutte le stazioni, un maggiore numero di treni dal Po al Tagliamento anche con più carrozze e costruire meno strade ed autostrade e più ferrovie. Numerosi i pendolari che hanno reso pubblici i propri calvari giornalieri, fermandosi a discuterne con i manifestanti di Legambiente. Felice Paduano

 

L’odissea dei pendolari «Meno strade e più treni»

Nel mirino di Legambiente le tratte Venezia-Padova e Venezia-Portogruaro Il presidente Lazzaro: «Manca una risposta politica alle richieste dei residenti»

Pendolari e stoici. Spesso costretti a viaggiare in piedi, su treni sporchi e vecchi, in particolare sulla tratta Venezia-Padova. È impietosa la foto scattata da Legambiente sulla mobilità veneta e in particolare su quella veneziana nel rapporto “Pendolaria 2012” sullo stato del trasporto ferroviario. I fari di Legambiente sono puntati su un trasporto ferroviario sempre più in affanno, nonostante le promesse sulla realizzazione del sistema ferroviario metropolitano di superficie e sui treni cadenzati, che stando agli ultimi annunci dovrebbe partire il prossimo giugno. «Speriamo, staremo a vedere» dice Gigi Lazzaro, presidente Legambiente Veneto. Il rapporto degli ambientalisti parte da un dato di fatto: e cioè che tra il 1981 e il 2007 Venezia ha perso il 22% dei residenti, con un aumento del 11% di persone nella prima fascia di comuni circostanti, e del 18% nella seconda. A questo cambio delle abitudini – che tra il 1981 e il 2001 ha visto salire i pendolari veneziani del 60,9% – non è corrisposto un adeguamento della rete ferroviaria alle nuove esigenze della mobilità provinciale o regionale. Basti pensare ai viaggi interminabili dei pendolari che si spostano tra Treviso e Padova (via Venezia) o alle difficoltà di chi si muove dalla Riviera del Brenta o dal Veneto Orientale – mentre è collegata meglio l’area centrale del Miranese. Senza contare che, per esempio, il numero di regionali presenti sulla tratta Treviso-Venezia che nel 2009 erano 48 oggi risultano essere 44, il 10% in meno. Non c’è da stupirsi quindi, annota Legambiente, se in molti preferiscono usare l’auto per gli spostamenti quotidiani.

«L’area tra Venezia e Padova è ormai urbanizzata senza soluzione di continuità» spiega Lazzaro «e le persone devono spostarsi verso Mestre, Venezia o Padova. Logico che se non possono farlo in bus o in treno la fanno in auto, con i relativi problemi legati al traffico e all’ambiente. Manca una risposta politica».

Le tratte ferroviarie nel mirino di Legambiente sono soprattutto due: la situazione più critica è la Venezia-Padova, con una media di 60 mila pendolari al giorno, e sulla quale, scrive Legambiente nel rapporto, «è impossibile trovare un posto nell’orario di punta». È il percorso più affollato dal Veneto, come sa bene chi lo fa, e tra questi anche il presidente di Legambiente, che è di Mirano ma vive a Padova.

Nel mirino anche la tratta tra Venezia e Portogruaro. «Collegamenti molto scarsi» spiega Lazzaro «e stazioni nel degrado, come quella di Ceggia, dove non c’è una sala riscaldata, non c’è un pensilina e dove il pannello elettronico è continuamente preso di mira dai vandali. Però la Regione sta costruendo un parcheggio da 150 posti che resterà vuoto, dal momento che non ci sono treni a sufficienza per passano per soddisfare le esigenze dei pendolari». E così per molti, non resta che armarsi di pazienza, e prendere l’auto. (f.fur.)

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