Nuova Venezia – Mantovani, inizia il lavoro la commissione d’inchiesta
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
9
apr
2013
L’organismo di indagine analizzerà i rapporti dell’azienda di Baita con Ca’Farsetti
Nel mirino anche il ruolo svolto nel Consorzio. Nove mesi di attività e audizioni
Commissione d’indagine sulla Mantovani, si parte. Ieri la prima Commissione consiliare ha dato il via libera alla delibera – che sarà approvata nel prossimo Consiglio comunale – che istituisce appunto la commissione che indagherà sul ruolo della Mantovani spa, del Consorzio Venezia Nuova e delle società da essi controllate e partecipate nella vita economica e politico-amministrativa della città di Venezia. Non una commissione d’inchiesta – i suoi poteri saranno più limitati rispetto a quelle parlamentari – ma un organismo che nei nove mesi (rispetto ai diciotto precedentemente previsti) in cui resterà in vita, senza pensare di sostituirsi o affiancarsi alla Procura che ha in corso l’indagine sui fondi nei dell’importante società di costruzioni, il cui presidente Pier Giorgio Baita è stato arrestato con altre 4 persone, per associazione a delinquere finalizzata frode fiscale, cercherà comunque di fare luce su una situazione di fatto monopolista nell’azienda padovana per le grandi commesse che riguardano la città e la laguna. A presiederla – essendo una commissione di garanzia – sarò un esponente di opposizione e già si fa il nome di Gianluigi Placella, del Movimento Cinque Stelle.
«Sarebbe opportuno che il presidente non fosse un esponente del Pdl – sottolinea il consigliere Beppe Caccia della Lista in Comune, uno dei più accesi sostenitori della necessità della Commissione – solo per motivi di opportunità, per i rapporti consolidati che la Mantovani ha avuto in questi anni con i governi regionali di centrodestra».
Due i filoni di indagine su cui la Commissione del Comune si muoverà. Il primo, interno, per valutare la chiarezza e la trasparenza nei rapporti con la Mantovani per tutte le attività svolte nei confronti dell’Amministrazione. Aall’associazione temporanea d’impresa per la realizzazione del tram di Mestre, alla partecipazione all’operazione Ospedale al Mare del Lido, dove la Mantovani è socia al 19 per cento a fianco di Estcapital nel fondo Real Venice. Alla presenza per le ristrutturazione del mercato ortofrutticolo e del campus universitario di via Torino, fino alla commessa per la realizzazione dell’Ospedale dell’Angelo e alla compartecipazione con Veritas nella società Sipa per il piano integrato di Fusina. Il secondo filone d’indagine – esterno all’Amministrazione ma non alla città – riguarderà il ruolo della Mantovani e del Consorzio Venezia Nuova – legato al progetto Mose – nella vita della città, toccando inevitabilmente il ruolo di monopolio del pool di imprese come concessionario unico delle opere di salvaguardia in laguna e mettendolo in discussione. La commissione d’indagine sulla Mantovani, anche attraverso audizioni, dovrà dunque ottenere – come si legge nella delibera –
«l’acquisizione di tutte le informazioni utili, anche nella prospettiva della costituzione delComune come parte civile in sede processuale, su come e quanto il sistema illecito che dovesse emergere abbia danneggiato l’Amministrazione e il territorio nel suo complesso; e di studiare e predisporre le misure politico-amministrative da adottare per ripristinare, nell’interesse pubblico e dell’intera comunità locale, condizioni fondamentali di trasparenza e di legalità nella realizzazione delle opere pubbliche».
Enrico Tantucci
Perfezionata la vendita delle quote Autostrade
E intanto il Comune perfeziona la cessione alla Mantovani – decisa l’ultimo giorno dello scorso anno, in tempo per far valere gli introiti ai fini del rispetto del Patto di Stabilità – delle tremila azioni che l’Amministrazione deteneva nelle società autostradali Venezia-Padova e Padova-Brescia, per un importo di circa un milione e 140 mila euro. Proprio in questi giorni l’Amministrazione ha perfezionato la cessione, dopo che i precedenti tentativi di Ca’ Farsetti di alienare le quote di minoranza delle società autostradali da essa possedute, erano andate deserte. Il prezzo di vendita alla Mantovani nella determinazione del Comune è ritenuto congruo, perché altrimenti gli altri soci di Autostrade avrebbero esercitato il diritto di prelazione per acquistarle, stimando la valutazione inferiore a quella di mercato.