Cosa respiriamo
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1
giu
2013
L’aria della Riviera del Brenta, presenta gravi criticità. Già nel 2011 a Dolo, la centralina Veritas, posizionata all’angolo tra via Cairoli e via Arino, zona con alta concentrazione di persone esposte agli inquinanti, hanno rilevato dati dannosi per la salute umana:
– la concentrazione di PM10 (83 sforamenti contro i 50 massimi limite per la salute umana, media annua dei 41,6 μg/m³ con punte di 400 μg/m³)
– il valore medio di NO2 46,21μg/m³ è oltre a quello tollerato per la salute umana.
– O3 ha ricontrato 28 superamenti, dato che supera il numero massimo tollerato per la salute umana.
Nonostante ciò, sempre nel 2011, l’amministrazione di Dolo (Sindaco Mariamaddalena Gottardo) e quella di Pianiga (Sindaco Massimo Calzavara), hanno approvato l’accordo di programma denominato “Veneto City”, il progetto di un polo terziario che comporterà l’incremento degli inquinanti per riscaldamento (si dovranno riscaldare infatti più di 2.500.000 mc di nuovi edifici) e di quelli provenienti dal traffico, visto l’incremento di 70.000 Veicoli ogni giorno; destinando così la salute futura dei residenti nei territori limitrofi, ad un triste destino, ovvero quello di aggravarne lo stato.
Ma andiamo ad analizzare le conseguenze delle decisioni prese dalle amministrazioni:
PM10
Il materiale particolato presente nell’aria è costituito da una miscela di particelle solide e liquide, che possono rimanere sospese in aria anche per lunghi periodi ed ha una composizione costituita da una miscela di elementi quali carbonio, piombo, nichel, nitrati, solfati, composti organici, frammenti di suolo, ecc.
ORIGINE: Le fonti antropiche di particolato sono essenzialmente le attività industriali ed il traffico veicolare. Per quanto riguarda le emissioni di polveri da traffico, sono soprattutto i veicoli diesel a contribuire alle emissioni allo scarico. Altre importanti fonti di emissione di PM sono gli impianti di riscaldamento e le emissioni da fonte industriale (inclusa la produzione di energia elettrica).
EFFETTI SULL’UOMO E SULL’AMBIENTE: La dimensione media delle particelle determina inoltre il grado di penetrazione nell’apparato respiratorio e la conseguente pericolosità per la salute umana. Le polveri che penetrano nel tratto superiore delle vie aeree o tratto extratoracico (cavità nasali, faringe e laringe), polveri dette inalabili o toraciche, hanno un diametro inferiore a 10μm (PM10). Gli effetti sanitari delle PM10 possono essere sia a breve termine che a lungo termine. Le polveri penetrano nelle vie respiratorie giungendo, quando il loro diametro lo permette, direttamente agli alveoli polmonari. Le particelle di dimensioni maggiori provocano effetti di irritazione e infiammazione del tratto superiore delle vie aeree, quelle invece di dimensioni minori (inferiori a 5-6 micron) possono provocare e aggravare malattie respiratorie e indurre formazioni neoplastiche.
CO – MONOSSIDO DI CARBONIO
Il monossido di carbonio è un gas incolore ed inodore che si forma dalla combustione incompleta degli idrocarburi presenti in carburanti e combustibili.
ORIGINE: La principale sorgente di CO è rappresentate dai gas di scarico dei veicoli, soprattutto funzionanti a bassi regimi, come nelle situazioni di traffico intenso e rallentato. Altre sorgenti sono gli impianti di riscaldamento e alcuni processi industriali, come la produzione di acciaio, di ghisa e la raffinazione del petrolio.
EFFETTI SULL’UOMO E SULL’AMBIENTE: La sua tossicità è dovuta al fatto che, legandosi all’emoglobina al posto dell’ossigeno, impedisce una buona ossigenazione del sangue, con conseguenze dannose sul sistema nervoso e cardiovascolare. Gli effetti sanitari sono essenzialmente riconducibili ai danni causati dall’ipossia a carico del sistema nervoso, cardiovascolare e muscolare. I gruppi più sensibili sono gli individui con malattie cardiache e polmonari, gli anemici e le donne in stato di gravidanza.
O3 – OZONO
L’Ozono è un gas bluastro dall’odore leggermente pungente; negli strati alti dell’atmosfera terrestre (stratosfera) è di origine naturale e aiuta a proteggere la vita sulla terra creando uno scudo protettivo che filtra i raggi ultravioletti del sole. L’assottigliamento dello strato d’ozono nella parte alta dell’atmosfera è definito comunemente “buco dell’ozono”, negli strati bassi dell’atmosfera terrestre troposfera) presente in conseguenza a situazioni inquinamento.
ORIGINE: L’ozono troposferico si crea quando i gas inquinanti emessi dalle automobili, dalle industrie, dalle raffinerie, ecc., reagiscono in presenza della luce solare (smog fotochimico). Le più alte concentrazioni si rilevano infatti nei mesi più caldi e nelle ore di massimo irraggiamento solare (fra le ore 12 e 17). Nelle aree urbane o industriali (dove è forte la presenza di inquinanti) l’ozono si forma con grande rapidità, ma può essere trasportato da brezze anche in campagna e in aree verdi.
EFFETTI SULL’UOMO E SULL’AMBIENTE: Il bersaglio principale dell’O3 è l’apparato respiratorio dove i danni principali sono a carico dei macrofagi e delle pareti delle piccole arterie polmonari. Gli effetti acuti comprendono secchezza della gola e del naso, aumento della produzione di muco, tosse, faringiti, bronchiti, diminuzione della funzionalità respiratoria, dolori toracici, diminuzione della capacità battericida polmonare, irritazione degli occhi, mal di testa. Le conseguenze a seguito di esposizioni a lungo termine (croniche) sono: fibrosi, effetti teratogeni, effetti sulla paratiroide e sul sistema riproduttivo.
NO2 – BIOSSIDO D’AZOTO
Il biossido di azoto è un gas di colore rosso bruno, di odore pungente e altamente tossico.
ORIGINE: Il biossido di azoto si forma in massima parte in atmosfera per ossidazione del monossido (NO), inquinante principale che si forma nei processi di combustione. Le principali fonti di emissione dovute ad attività antropiche, sono rappresentate dunque da tutte le reazioni di combustione che comprendono principalmente gli autoveicoli, le centrali termoelettriche e il riscaldamento domestico.
EFFETTI SULL’UOMO E SULL’AMBIENTE: è un gas irritante per l’apparato respiratorio e per gli occhi, causando bronchiti fino anche a edemi polmonari e decesso. I meccanismi biochimici mediante i quali l’NO2 induce i suoi effetti tossici non sono del tutto chiari anche se è noto che provoca gravi danni alle membrane cellulari a seguito dell’ossidazione di proteine e lipidi. Gli effetti acuti comprendono: infiammazione delle mucose, decremento della funzionalità polmonare, edema polmonare. Gli effetti a lungo termine includono: aumento dell’incidenza delle malattie respiratorie, alterazioni polmonari a livello cellulare e tissutale, aumento della suscettibilità alle infezioni polmonari batteriche e virali. Il gruppo a maggior rischio è costituito dagli asmatici e dai bambini. Contribuisce alla formazione dello smog fotochimico, come precursore dell’ozono troposferico, e contribuisce, trasformandosi in acido nitrico, contribuendo al fenomeno delle “piogge acide“.
C6H6 – BENZENE
Il benzene (C6H6) è il più semplice dei composti organici aromatici. E’ un liquido incolore e dotato di un odore caratteristico. Il benzene un idrocarburo aromatico tipico costituente delle benzine. A temperatura ambiente volatilizza facilmente, è scarsamente solubile in acqua e miscibile invece con composti organici come alcool, cloroformio e tetracloruro di carbonio.
ORIGINE: Il benzene è uno dei composti organici più utilizzati. È un costituente della benzina che, assieme ad altri idrocarburi aromatici (toluene, etilbenzene, xileni, ecc.), ne incrementa il potere antidetonante. Gli autoveicoli rappresentano la principale fonte di emissione: in particolare, circa l’85% viene immesso nell’aria con i gas di scarico e il 15% rimanente per evaporazione del combustibile e durante le operazioni di rifornimento.
EFFETTI SULL’UOMO E SULL’AMBIENTE: L’esposizione cronica al benzene provoca tre tipi di effetti: danni ematologici (anemie, ecc.), danni genetici (alterazioni geniche e cromosomiche), effetto oncogeno. Per quanto riguarda l’effetto oncogeno, il benzene è stato classificato dalla IARC (International Agency for Research on Cancer) tra i cancerogeni certi (gruppo 1). Studi epidemiologici hanno dimostrato chiaramente l’associazione tra esposizione al benzene e patologie di tipo leucemico, nonché l’interazione tra i prodotti metabolici del benzene e il DNA, con effetti mutageni e teratogeni. L’esposizione al benzene avviene principalmente attraverso l’inalazione diretta, favorita dalla alta volatilità del benzene, anche se non sono da sottovalutare altre modalità di assunzione come l’alimentazione e l’assunzione di liquidi.