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AUTORIZZAZIONE DELLA PROCURA DI VENEZIA

VENEZIA – È giallo sull’autorizzazione della Procura di Venezia a riprendere l’attività alla «Mestrinaro spa» di via Bertoneria a Zero Branco. Si tratta dell’impianto sotto sequestro che ha messo nei guai per traffico illecito di rifiuti pericolosi i titolari, Lino e Sandro Mario Mestrinaro, il loro dipendente Italo Bastianella e gli imprenditori Loris Guidolin, di Castelfranco titolare di «Adriatica Strade Costruzioni generali», e Maurizio Girolami, veneziano titolare di «Intesa 3». Nella mattinata di ieri, i pubblici ministeri di Venezia Giorgio Gava e Roberto Terzo hanno firmato il provvedimento, il quale prevedeva che alla «Mestrinaro spa» potesse riprendere ad una condizione: i rifiuti in entrata non avrebbero dovuto essere inquinanti, in modo da impedire che qualsiasi cosa accadesse all’interno, quando sarebbero usciti non avrebbero comunque inquinato. Secondo le accuse mosse dai due pubblici ministeri veneziani, sulla base di due anni di indagini dei carabinieri del Noe, i Mestrinaro avrebbero impiegato un vecchio, reiterato, lucrosissimo maneggio: invece di trattare (a caro prezzo, 45 euro a tonnellata) i rifiuti inquinati che le aziende edili gli conferivano per renderli inerti, li miscelavano tali e quali a calce e cemento, per poi venderli a 39 euro a tonnellata a questo o quel cantiere edile, dove finivano a far da base (inquinata) a questa o quell’opera. Il tutto moltiplicato per decine di migliaia di tonnellate e centinaia di migliaia di euro, così, illecitamente guadagnati. Grandi quantità di Rilcem – con questo nome l’impresa vendeva sul mercato il suo misto cementato per sottofondi stradali – per grandi cantieri: 4145 tonnellate di Rilcem contaminato sono state utilizzate per realizzare il parcheggio dell’aeroporto Marco Polo di Venezia; 34.157 tonnellate sono finite nel tratto della nuova terza corsia dell’A4, all’altezza del casello di Roncade di Treviso. L’indagine è chiusa e i rappresentanti dell’accusa si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio degli indagati dopo aver depositato gli atti, ma di fronte alla richiesta dei Mestrinaro di poter riaprire l’azienda hanno risposto positivamente ponendo quella prescrizione. Però, il 15 maggio scorso, alla società di Zero Branco era stato notificato un provvedimento della Provincia di Treviso con il quale si revocava loro l’autorizzazione a ricevere qualsiasi tipo di rifiuto. Avevano dunque già in mano l’ordinanza della Provincia ed hanno comunque chiesto alla Procura il via libera. Quando, nel pomeriggio di ieri, i pm Gava e Terzo sono venuti a conoscenza del provvedimento, hanno immediatamente corretto quello che avevano emanato nel mattino, scrivendo che i Mestrinaro possono trattare solo i rifiuti che sono all’interno dell’azienda e che sono stati bloccati con il sequestro. Prima o poi, comunque, arriverà loro anche la richiesta dei comuni di Zero Branco, Venezia e Roncade per bonificare le aree che hanno inquinato (Zero Branco, parcheggio del «Marco Polo» e terza corsia a Roncade). I soldi per farlo, infatti, dovranno sborsarli proprio loro.

Giorgio Cecchetti

 

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