Gazzettino – Treni, rivoluzione metropolitana
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
1
ago
2013
IL TRASPORTO METROPOLITANO
TRASPORTI – Ma i sindaci esprimono perplessità. Veneto Orientale compatto: «Troppe carenze»
Più treni modello metropolitana
Presentato il piano per il Veneziano: potenziate le corse locali, interscambi a orari certi e meno attese
IL PIANO – Più treni modello metropolitana. Presentato il piano per il Veneziano: potenziate le corse locali, interscambi a orari certi e meno attese in quello che sembra essere un primo passo verso il Sfmr. Aumenteranno i treni, cioè i servizi per i passeggeri, soprattutto sulle tratte locali.
SINDACI DUBBIOSI – I sindaci del Veneto Orientale contestano la proposta del nuovo orario cadenzato dei treni previsto dall’avvio dell’Sfmr. Nel documento votato nell’ultima riunione della Conferenza, i 20 sindaci, sottolineano carenze e difetti delle proposte contenute dalla Delibera della Giunta Regionale.
LE NOVITÀ – Da Venezia e Mestre aumentano i convogli in servizio sulle linee per Verona, Padova e Treviso
LE REAZIONI – Il Veneto orientale boccia il piano: «Troppe carenze»
Presentato il nuovo orario in vigore da metà dicembre: più corse locali, orari fissi e interscambi di linea
Non è una rivoluzione, tantomeno un terremoto. Non accontenta del tutto i sindaci, anzi, per qualcuno c’è forse un po’ di fumo negli occhi costruito in fretta e furia ma di fatto il malloppo c’è, è stato studiato per mesi e messo su carta dalla Regione in accordo con Trenitalia. Al tavolo, ora manca solo Rfi che, secondo l’assessore regionale alla Mobilità Renato Chisso, dovrà entrare primo a poi nella partita. Forse già nel prossimo incontro programmato per fine agosto.
In cosa consisterà quello che sembra essere un primo passo verso il Sfmr che vedrà la luce solo quando anche i treni saranno in grado di sostenerlo. Innanzitutto si partirà da metà dicembre. Aumenteranno i treni, cioè i servizi per i passeggeri (+23%), soprattutto sulle tratte locali che saranno cadenzate ad orari fissi e obbligheranno gli utenti anche a più di un cambio per raggiungere la destinazione (modello metropolitana), ma con la certezza che quel treno, ogni giorno, ci sarà a quell’ora in quella determinata stazione e non ci saranno più tempi morti. Poi aumenteranno anche i treni regionali veloci ma solo per collegare i grandi centri urbani del Veneto. Certo, servirà più elasticità mentale da parte degli utenti, un pizzico di scomodità, ma in questo modo, secondo Regione e Trenitalia si andranno a coprire le carenze che il sistema accusa da tempo e che porta ed ha portato alle proteste degli utenti. Però, in compenso, la tariffazione sarà unificata e semplificata.
«Eravamo di fronte ad un bivio – ha spiegato ieri lo stesso assessore Chisso presentando la rivoluzione del timetable ferroviario veneto ai sindaci della Provincia di Venezia – o rabberciare ancora il sistema già critico o rivoluzionarlo. Abbiamo scelto la seconda strada».
Il Dirigente Regionale dell’Unità di progetto “Trasporti Ferroviari Veneti” Domenico Menna in 39 slide ha cercato di “sintetizzare” quelli che saranno gli interventi sulle linee che interessano da vicino la Provincia di Venezia. Alcuni esempi: i collegamenti dei regionali veloci tra Venezia e Verona arriveranno a 26 treni al giorno (+225%), + 7% invece quello per i treni regionali con 28 treni in più. La tratta Venezia/Mestre–Padova aumenterà di 10 convogli (da 17 a 27) la frequenza negli orari di punta con i Regionale Veloci e dell’87% (da 30 a 56 convogli) per i regionali. Aumento anche per quanto riguarda la corsa da Padova a Venezia Mestre con il 44% in più dei Regionali veloci e l’83% dei regionali. Per quanto riguarda il collegamento diretto tra Venezia e Treviso resterà immutato il numero dei regionali mentre aumenterà del 76% quello dei Regionali Veloci. Numeri diversi sulla Treviso-Venezia con il 114% in più dei Regionali veloci e la diminuzione del 24% per i regionali.
Alla decantazione di numeri e cifre, però, ecco le prime impressioni dei sindaci. Come quello di Martellago Monica Barbiero e di Spinea Silvano Checchin che auspicano la fermata dei convogli negli orari di punta anche a Maerne e nella stessa Spinea. Oppure il sindaco di Marcon Andrea Follini che assieme a quello di Quarto d’Altino Silvia Conte che si sentono come aggrediti nei tempi di decisioni e condivisione di decisioni così importanti per molti cittadini che fanno del pendolarismo in treno il loro mantra quotidiano. A fine agosto si tireranno le fila.
PORTOGRUARO – I sindaci del Veneto Orientale contestano la proposta del nuovo orario cadenzato dei treni previsto dall’avvio dell’Sfmr, la metropolitana di superficie, che entrerà in vigore da dicembre. Nel documento votato nell’ultima riunione della Conferenza, i 20 sindaci, dopo avere rilevato l’importanza dell’avvio di un sistema metropolitano di trasporto pubblico con treni cadenzati nel Veneto Orientale, «un’area primaria, oltre che per la residenzialità, anche per un turismo pendolare e residenziale, di livello mondiale, con località come Bibione, Caorle, Eraclea, Jesolo e Cavallino Treporti, leader italiane in termini di arrivi e presenze turistiche», sottolineano carenze e difetti delle proposte contenute dalla Delibera della Giunta Regionale.
Innanzi tutto il metodo. «La proposta – sostengono i sindaci – è stata elaborata senza un coinvolgimento dell’utenza e delle amministrazioni locali;
l’orario in realtà non è cadenzato, nel senso che i due regionali di ogni ora si susseguono uno a distanza di 15 minuti e l’altro di 45 minuti; si riducono le corse di prima mattina e della notte; rimane una parte non coperta tra le ore 10 e le ore 12; viene ulteriormente ridotto il servizio festivo; non risulta siano stati presi contatti con le aziende di trasporto pubblico locale per armonizzare gli orari; non viene evidenziato se il materiale rotabile è attrezzato per il trasporto bici; non sono adeguate le coincidenze con i treni a lunga percorrenza».
Piace poco ai sindaci del Veneto Orientale anche la proposta alternativa presentata in Regione dall’Associazione «Ferrovie a Nordest» in quanto «riduce i treni da Portogruaro a Venezia; crea un reale cadenzamento solo nella direzione da Venezia a Portogruaro; obbliga a chi è diretto ad una stazione tra Quarto d’Altino e Mestre a cambiare a Quarto». (m.mar.)
VENEZIA – Santa Lucia, via libera del Cipe al potenziamento degli accessi e dei servizi di collegamento
I sindaci e non solo chiedono una Venezia più accessibile in treno per i pendolari ma anche per i turisti. Meno Freccia Rossa e più regionali che portino la gente a Santa Lucia visto che spesso il ponte della Libertà, fronte gomma, è intasato e inaccessibile (vedi anche per i lavori della posa delle rotaie del tram). Bene, da un paio di giorni, secondo quanto annunciato dall’assessore alla Mobilità della Regione Veneto Renato Chisso il Cipe ha deliberato un finanziamento di 40 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo stazionamento sulla linea Venezia-Mestre – Venezia Santa Lucia che consentirà di poter disporre di 15 accessi in più verso la Laguna. «Il ponte della Libertà è quello che tutti conosciamo, non possiamo certo ingrandirlo – ha detto Chisso – Questi 40 milioni ci consentono di intervenire per soddisfare quelle che mi sembrano delle lecite richieste per migliorare l’accesso ferroviario verso Venezia Santa Lucia e anche il servizio di collegamento. Conto di poter partire con i lavori magari già entro il 2014. L’importante, per ora, è sapere che quei soldi ci sono».
Un’esigenza, quella di migliorare il servizio con Venezia, sollevata anche ieri sera da alcuni sindaci della provincia anche a fini turistici rivendicando di poter dare la possibilità ai visitatori della città storica che però, dormono, in terraferma, di poter utilizzare il treno per raggiungere le località dell’entroterra dove soggiornano. E qualcuno ha chiesto anche se è il caso, visto il numero di passeggeri, di far arrivare tutti i convogli Freccia Trenitalia fino a Venezia visto che molte volte non sono così affollati di passeggeri soprattutto in alcuni orari della giornata. (r.ros.)