Gazzettino – Mirano. Chiudono 3 negozi al mese.
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29
set
2013
MIRANO – I dati allarmanti del Comune per il 2012: stesso trend nel 2013
Tra i più penalizzati dalla crisi il settore abbigliamento e gli alimentari
CRISI – Sono sempre più i commercianti costretti a chiudere per via della pressione fiscale
Strangolati dalle tasse e alle prese con une netta contrazione dei ricavi: il problema è di carattere generale e il Miranese certamente non fa eccezione. Sono sempre più i commercianti costretti a chiudere per via dell’eccessiva pressione fiscale: resistono più che possono, attendono invano un’inversione di tendenza e poi alzano bandiera bianca.
Un dato eclatante a tal proposito è quello fornito dall’ufficio commercio del Comune di Mirano relativamente all’anno 2012: le chiusure delle attività commerciali sono state 36, esattamente tre al mese. Molte erano situate in centro storico, la maggior parte ha chiuso trovandosi in passivo e non riuscendo più a sostenere tutte le spese. C’è chi ha chiuso dopo appena un anno o addirittura dopo soli sei mesi.
Il trend è analogo pure nel 2013 ed è estendibile anche a tutti i Comuni limitrofi. «Soffrono tutti i settori indistintamente – spiega il presidente della Confcommercio del Miranese, Ennio Gallo -. Tra i più penalizzati ci sono certamente i negozi d’abbigliamento e i piccoli alimentari. Ecco, quello degli alimentari è un esempio eclatante: resistono panifici e fruttivendoli ma gli alimentari a tutto tondo sono scomparsi dai centri storici di Mirano e Noale, togliendo dunque un servizio importante ai cittadini».
Gallo riceve quotidianamente il grido d’allarme dei commercianti miranesi: «La tassazione è aumentata in maniera spropositata, a livello locale paghiamo le scelte sbagliate fatte a Roma. Pensiamo alla Service Tax: è solamente una presa in giro, cambierà il nome ma non sarà ridotta la pressione fiscale».
L’Ascom sta predisponendo un documento da sottoporre alle amministrazioni locali e alle associazioni imprenditoriali proprio per tener alta l’attenzione su queste problematiche: «La situazione è drammatica – prosegue Gallo -. Se dal parlamento non ci sarà un’inversione di rotta, che autunno sarà?». Resta concreta l’ipotesi di una forte manifestazione in piazza che veda protagonisti sindaci, commercianti e imprenditori del Miranese.
LA REAZIONE DEI SINDACI «Troppi centri commerciali. La Regione metta subito un freno»
«A Mirano vari negozi chiudono ma altrettanti aprono: questo significa che la nostra piazza tira ancora, anche se le difficoltà sono davvero tante. I commercianti sono tartassati dalle tasse e ad essere penalizzate sono soprattutto le frazioni» racconta l’assessore al commercio del Comune di Mirano, Anna Maria Tomaello, che poi sottolinea un altro problema: «I centri commerciali fanno sempre più da padrone, speravamo che la Regione risolvesse questo problema ma ormai dominano loro».
Il sindaco di Scorzé Giovanni Battista Mestriner racconta che «da sei mesi le attività sono in grossissima difficoltà. Ci sono ristoranti vuoti che pagano moltissime tasse, come fosse un secondo affitto. La tassa sui rifiuti ad esempio andrebbe rivista, la sofferenza è forte e si vede bene nei negozi di via Roma. Per ora molti resistono: noi sindaci percepiamo le difficoltà ma riusciamo a dare ben poche risposte».
Stessa linea per il sindaco di Spinea, Silvano Checchin: «La fase di contrazione è evidente, eravamo riusciti a diminuire la Tia per le attività non domestiche ma ora è nuovamente cambiato tutto. Abbiamo vari casi di chiusure, per fortuna ci sono pure segnali di intraprendenza e voglia di fare».
(g.pip.)