Nuova Venezia – Grandi navi. Orsoni, ricorso al Tar per il canale.
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
9
ott
2013
Grandi navi, il sindaco anche contro Costa sceglie le vie legali: «La delibera votata dal comitato portuale è illegittima»
VENEZIA – Ricorso al Tar contro la delibera del comitato Portuale che ha approvato il progetto del canale Contorta.
«È illegittima», spara senza appello il sindaco Giorgio Orsoni. L’insistenza con cui l’Autorità portuale e il suo presidente Paolo Costa rilanciano il progetto alternativo per le grandi navi non gli è piaciuta. «Sono stupefatto», sbotta, «il nuovo canale è in assoluto contrasto con il Piano regolatore portuale esistente. Il Porto comanda sulle banchine, non può decidere su quello che è al di fuori dell’ambito portuale».
Dunque, anticipa il sindaco, «la impugneremo. Ho dato mandato in questo senso all’Avvocatura civica di preparare il ricorso. Il Porto non può pensare di pianificare la città».
Di nuovo muro contro muro, dunque. E Orsoni rilancia l’ipotesi del terminal per grandi navi a Marghera. Ma Costa ha definito il nuovo canale Contorta-Sant’Angelo «unica alternativa possibile».
«Non è assolutamente vero. La cosa più semplice, e sono in grado di dimostrarlo, è risezionare il già esistente canale dei Petroli e andare a Marghera. Semmai facendo arrivare le navi in Marittima dal vecchio canale Vittorio Emanuele. Il Porto non vuole farlo, perché così si dimostrerebbe che alla fine Marghera è più comoda».
Almeno sul numero chiuso Porto e Comune sembravano d’accordo. «No. Perché così il numero chiuso è un imbroglio. Se tengo fermo il numero delle navi e le navi sono sempre più grandi la situazione per la città peggiora».
Con il Contorta il Porto garantisce il risanamento ambientale della laguna, che perde 700 mila metri cubi di sedimenti ogni anno. «Il risanemento ambientale è sacrosanto, e si deve fare a prescindere. Non mi pare che lo scavo di un canale del genere possa avere ripercussioni positive sull’equilibrio lagunare».
Costa sostiene che l’unico progetto vero è quello. Gli altri sono idee, e riguardano siti alternativi e non vie alternative. «Anche quello è un’idea, non ancora un progetto. Bisogna fare delle verifiche. E poi se si aprirà la procedura bisognerà valutare tutti i progetti presentati. Se il Porto ha già speso dei soldi per quel progetto pensando che fosse deciso ha sbagliato. Una fuga in avanti anche dal punto di vista economico».
Bisognerà decidere presto. Notizie del vertice annunciato al ministero? «Sabato il ministro Lupi verrà a Venezia per il Mose. Ho chiesto di incontrarlo».
Alberto Vitucci
Royal Princess alla Giudecca, proteste per fumi e rumori
Fondamenta della Giudecca, ore 12. Un frastuono assordante annuncia il passaggio della Royal Princess, meganave da crociera da 141 mila tonnellate, lunga 350 metri e alta come il campanile di San Giorgio. Sul ponte 12, a cinquanta metri di altezza sull’accqua, megaschermo e turisti che ballano e guardano la città dall’alto.
«È sempre così, passano con la musica a tutto volume, come se noi fossimo un filmino sullo sfondo», si arrabbia un anziano abitante. La gente sulla riva guarda passare la nave che non finisce mai.
«A me tremano i vetri, i canali interni si svuotano al passaggio di queste navi», gli fa eco un’anziana che abita alle Zitelle.
Gli abitanti protestano da anni, ma il numero delle navi è aumentato, le loro dimensioni anche. E visto dalla fondamenta delle Zitelle, il passaggio della meganave fa impressione. San marco e le Zattere completamente oscurati per qualche minuto, rimorchiatori che precedono e seguono. Poi la manovra dietro lo Stucky e l’arrivo in marittima. Una delle 409 navi che ogni anno arrivano in città passando per San marco e il canale della Giudecca. Un traffico ormai insostenibile, per cui si cercano – invano – alternative. Il nuovo canale proposto dall’Autorità portuale, Marghera sponsorizzata dal Comune, Punta Sabbioni, Santa Maria del Mare, il passaggio dietro la Giudecca. mentre si discute le navi continuano il loro passaggio. E oltre all’effetto visivo continuano a rilasciare nell’aria inquinanti e fumi neri che escono dai motori sempre accesi, onde elettromagnetiche dei rada sempre in funzione. E adesso anche musiche ad altissimo volume. Un modello di turismo che venezia vuole cambiare.
«Ma dei 2 milioni di passeggeri delle navi solo 300 mila visitano Venezia, meno di un sesto», dicono al porto. Dunque, il problema del turismo va affrontato a monte, cercando – ma non lo si fa – di invertire la tendenza ad aumentare le navi, i voli, i treni, le persone che arrivano a Venezia e che arriveranno con l’Expo 2015.
Le multe per il tuffo le paghi il Comune
Duemila euro di multa a chi si è tuffato per dire no alle grandi navi? Paghi il Comune, visto che spetterebbe a lui salvare la città e non lo sta facendo. Orsoni dovrebbe solo ringraziare gli attivisti che con quel gesto eclatante hanno mostrato al mondo che la salvaguardia di Venezia ai veneziani interessa.
La legge è legge e le multe erano attese, ma sarebbe un bel gesto da parte del Comune di Venezia farsene carico o attivarsi per l’annullamento, visto che in fondo quei 33 attivisti che si sono calati in acqua alla Giudecca non sono accusati di violenza o danneggiamenti, ma solo di aver dimostrato di tenere a Venezia e di lottare per la sua salvaguardia. Compito questo che spetterebbe in primis al Comune, che tuttavia finora ha fatto ben poco a riguardo.
Se oggi c’è un dibattito in corso sulla destinazioni delle grandi navi è quasi esclusivamente per merito di chi ha portato la questione sotto i riflettori, anche con gesti eclatanti, facendo muovere ministri e portando la questione all’attenzione dei grandi media, anche stranieri. Poi il numero chiuso è solo un sedativo: come dire che questi grattacieli galleggianti non sono un problema e questo cancro non va curato, ma solo calmato. Una non decisione. Il problema non sono quante navi si inchinano al cospetto della città, ma il fatto stesso che ciò avvenga.
Lorenzo Miozzi – Movimento consumatori
Il canale dei Petroli e la “Costa Contorta”
L’ideona del presidente dell’Autorità portuale di prolungare il canale dei Petroli per fare entrare in porto le grandi navi, scaricando cinque milioni di metri cubi di fanghi, va degnamente battezzata: è la Costa Contorta. Contribuirebbe all’affondamento di Venezia?
Alessandro Passi – Venezia