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IL COMUNE, LE GRANDI OPERE

CA’ FARSETTI – In commissione, il direttore del Consorzio Venezia Nuova smentisce l’interessamento

Hermes Redi: «Vogliamo finire il Mose per il 2016. Non spetta a noi la gestione della manutenzione»

IN COMMISSIONE- I big del Consorzio Venezia Nuova: «Progetto Contorta Noi non c’entriamo»

LE PERPLESSITA’ – Dubbi sull’ok all’unanimità ai progetti di salvaguardia da parte del Concessionario

I COLLAUDATORI  «Escluderei rapporti poco trasparenti con questi funzionari»

Il primo dato è – per certi versi – “storico”. Per la prima volta il Consorzio Venezia Nuova ha deciso di incontrare i consiglieri comunali. E questa volta non per portarli in “gita” ai cantieri del Mose, ma a Ca’ Farsetti durante i lavori della commissione consiliare Salvaguardia. In qualche modo anche questo un segno dei tempi dopo la recente burrasca giudiziaria che ha azzerato la gestione Mazzacurati.

E probabilmente, sotto l’incalzare di alcuni consiglieri comunali (Beppe Caccia, Jacopo Molina, Gianluigi Placella) sono arrivate anche delle risposte. Su temi specifici come ad esempio la composizione societaria al dettaglio (come riferiamo qui sotto) del Consorzio Venezia Nuova; i rapporti con le imprese e con il Magistrato alle Acque e il ruolo discusso dei cosiddetti “collaudatori”; il delicato equilibrio sui prezzi delle opere di salvaguardia; il futuro della manutenzione del Mose, una volta ultimato, e pure sull’ultimo tema “scottante”: le voci su un coinvolgimento del Consorzio, attraverso una società satellite, la Protecno srl, nella realizzazione e scavo del nuovo collegamento lagunare per le grandi navi. Ma non solo. Tra gli argomenti all’ordine del giorno anche il caso delle “risonanze”; l’ipotesi ventilata di una riduzione di personale al Consorzio e infine (sollevata dal consigliere Ennio Fortuna) la questione della “unanimità” delle decisioni assunte dal consiglio direttivo del Consorzio soprattutto in materia progettuale. Tema scottante soprattutto se connesso all’ipotesi di “accontentare” tutte le aziende che ancor oggi gravitano nel sistema Consorzio.

Insomma, un vero e proprio “fuoco di fila” al quale si è sottoposto il direttore del Consorzio, Hermes Redi (il presidente Mauro Fabris era a Roma per motivi di lavoro) che non si è sottratto all’incalzare delle domande.

«Chiarisco subito la vicenda del Contorta: – ha sottolineato – non c’è alcun interesse da parte nostra. E nessuno ci ha finora chiesto niente. E per essere ancora più precisi noi non abbiamo dato alcun incarico alla ditta Protecno. Aggiungo che anche sulla questione del porto offshore, posso dire che non è nell’ambito delle nostre concessioni. I nostri obiettivi sono altri».

E a questo proposito, Redi ha calcato la mano sul futuro sottolineando come il Consorzio completata l’opera nel 2016 si tirerà in disparte. «Concluderemo il progetto – ha detto – e poi ci occuperemo del suo avviamento, ma li ci fermeremo. Se dopo di esso ci chiederanno di restare, risponderemo che siamo qui per lavorare. Altrimenti toccherà ad altri».

E qui i consiglieri comunali (Caccia, Molina) hanno calcato la mano sul ruolo e il futuro della società Thetis da più parti in passato individuata come soggetto “possibile” per la futura manutenzione.

«Consorzio e Thetis devono agire ognuna per conto proprio – ha aggiunto Redi – Occorre che Thetis cammini con le proprie gambe se vuole continuare ad esistere».

E poi la questione (non semplice) dei progetti approvati all’unanimità dal consiglio direttivo del Consorzio. Un aspetto che non ha mancato di rivelare le perplessità dei consiglieri.

«I progetti devono essere approvati da tutti – ha detto Redi – Altrimenti non se ne fa niente». Punto oscuro che molti esponenti comunali hanno voluto sottolineare pur rendendosi conto che il Consorzio opera in regime di concessione diretta dallo Stato.

E sulla questione dei “collaudatori” dopo che alcune forze politiche avevano avvertito anche qui un rapporto poco trasparente, Redi è stato chiaro: «Che ci sia stata o ci sia – ha avvertito – un rapporto poco trasparente, lo escluderei. Si è trattato sempre di funzionari dello Stato che nulla avevano a che fare con i progetti legati alla salvaguardia».

Risposte quasi su tutto ad eccezione, come hanno rilevato i consiglieri, sulla scottante partita delle sponsorizzazioni e dei contributi alla politica.

«Uno scaricabarile – ha commentato Caccia – verso la gestione precedente. Redi ha rivendicato il “delitto perfetto” perpetrato finora grazie alla “concessione unica” che confonde controllati e controllori e che ha consentito mano libera nei cantieri».

 

I NUMERI – La «galassia» delle società del Consorzio

Una vera e propria “galassia” per il Consorzio Venezia Nuova. Probabilmente per la prima volta, durante l’audizione a Ca’ Farsetti, l’«ente concessionario» dei lavori per Mose ha svelato la propria “composizione” societaria. Eccola. Sono dieci le “società madre” del Consorzio Venezia Nuova: CCC-Consorzio Cooperative Costruzioni (8,1095 per cento); Consorzio Grv-Grandi Restauri Veneziani (0.09449) che è composta al proprio interno da sei aziende (Barbato Impresa di Costruzioni srl; Errico Costruzioni srl; Iccem srl; Impresa di costruzioni Ing. Antonio Perale & C. srl; Costruzioni e restauri G. Salmistrari srl; Sirco srl Impresa costruzioni edili). Vi è poi il Consorzio ItalVenezia (quota 17,554) suddivisa tra Condotte d’Acqua (75 per cento; Astaldi, 25 per cento). Poi nell’ordine ci sono Consorzio Veneto Cooperativo (Co.ve.co) con il 2.6332 per cento; la Società consortile Venezia Lavori (Co.Ve.La) con il 25.4401 per cento (84.615387 impresa di costruzioni Ing. Mantovani spa; 15.384613 Fip Industriale spa. Vi sono poi la Grandi Lavori Fincosiot spa (0, 9600); l’impresa di costruzioni Ing. E. Mantovani spa (3,3212), la Mazzi scarl con 29,3480) suddiviso su Grandi Lavori Fincosit spa (47,6665); impresa Pietro Cidonio spa (48.3335), Technital spa (4.000). Poi vi è la Società Condotte d’acqua spa (2,3723). Infine il Consorzio Costruttori Veneti San Marco che riunisce due consorzi, il Rialto e il Lepanto. Quest’ultimo “contiene”altri due Consorzi minori, il Fagos e il Pmi.

Il Consorzio Costruttori Veneti San Marco (13,1661 per cento) contiene la Ccc spa (10%); Nuova Co.Ed. Mar srl (17); Itinera spa (10), Intercantieri Vittadello spa (10); Mantovani (28.5); Sacaim (1.5). All’interno del Consorzio Rialto (13) vi sono: Coop San Martino (28,89); Nuova Co.Ed.Mar srl (26.67); Ferrari ing, Ferruccio; Clodiense Opere Marittime, Fratelli Scuttari di Benito Scuttari sas e Rossi Renzo Costruzioni (tutti con l’11,11 ciascuno). Nel consorzio Lepanto ci sono tre imprese: Mantovani spa (57.50), Fip Industriale spa (21.53); Hydrostudio Consulting Engineers srl (13.47).

E non è finita. All’interno di questo c’è il Consorzio Fagos (2.50) e 16 ditte: Alles spa (20); Consorzio CCC (20); Mantovani (29.99); Nautilus srl (5), Socostramo srl (0.01); Studio Altieri spa (5), Thetis spa (10), Palomar srl (1.0), Veneto Tlc srl (1.5); Studio Rinaldo srl (1); Tecne srl (1); Comar scarl ((1.5); Ing. Giovanni Croff & C. srl (1); Costruzioni Arsenale Venezia (1); Consorzio Barena (1); Crs spa (1).

Infine l’altra Consorzio denominato Pmi “contenuto” dal Consorzio Lepanto. Qui ci sono tredici aziende: Boscolo Sergio Menela & Figli snc (4); Bresciani srl (3.23); Fratelli Capuzzo srl (4.30); Clodiense Opere Marittime srl (12); Nuova Co.Ed.Mar srl (6); Co.Ge. Boscolo & Tiozzo coop (6); Isiem srl (4.30); La Dragaggi srl (9.68); Coop San Martino (12); Lmd spa (16.13); Gregolin Lavori Marittimi srl (9.68); Protecno srl (3); Somit srl (9.68).

 

  1. 1 Comment

    • Michelangelo says:

      Scusate ma se la matematica non è un opinione, mettendo insieme ile quote parziali delle dieci società madre, esce un totale di 102,99889?
      Dov’è l’errore???? Grazie Michelangelo.

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