Corriere del Veneto – Da Roncade a Veneto City, arrivano i russi a comprare.
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
28
nov
2013
Magnati russi in visita a Treviso. Obiettivo grandi investimenti.
Sul piatto anche outlet Roncade Veneto City e centro Leonardo. «Interessano pure i vigneti»
TREVISO—Se il mercato immobiliare in Italia è congelato ecco che arrivano i russi. Un consistente gruppo di uomini d’affari con il colbacco è impegnato da questa mattina e fino a domenica, a Treviso, in fitti conciliaboli con proprietari di immobili veneti, in una gamma compresa fra gli stabilimenti balneari e le ville venete, passando per vigneti e strutture ricettive, ed interessati, o quantomeno ben disponibili a farsi un idea sulle intenzioni di eventuali acquirenti esteri, a concludere trattative con i ricchi che arrivano dal freddo. Non è un caso se ad ospitare il meeting, promosso dalla Italian Russian Association (Ira), che ha sede a Rovigo, è il Bhr, albergo appartenente al Gruppo Basso, soggetto trevigiano delle costruzioni da qualche anno un tantino affannato nel cercare di dare un epilogo ad operazioni poco fortunate. Fra queste spicca, non fosse altro che per il suo potenziale rappresentativo delle complicazioni normative di casa nostra, la struttura dell’ex Outlet di Roncade, 25 mila metri quadrati progettati per una funzione distributiva mai avviata.
Bloccato da un intrico di ricorsi alle corti amministrative avviati dai concorrenti, l’Outlet, nel frattempo riprogettato e ribattezzato «L’Arsenale», è uno degli asset che i proprietari pongono volentieri all’attenzione degli investitori esteri. Allo stesso modo c’è la disponibilità a trattare sull’area di «Veneto City », per metà appartenente al gruppo trevigiano, e lo stesso complesso del «Centro Leonardo», che include il Bhr.
Da domani la delegazione russa incontrerà anche altri possibili venditori, non escludendo tuttavia rapporti di partnership per investimenti in campo edilizio ed immobiliare in contesti internazionali. I russi del resto si sono già affacciati più volte in Veneto. Case sul lago di Garda e in laguna perché acqua e giardino sono gli oggetti del desiderio che non trovano in patria, tenendo conto che il mercato sul Mar Nero ormai è saturo. Ma anche hotel e immobili commerciali a rendita sicura e prezzi scontati perché la crisi dell’Italia va sfruttata a proprio vantaggio. E non pensiate che «l’esercito dei russi» che sta comprando pezzi di Veneto sia composto dai soliti personaggi con tanti soldi e poco stile: quello che arriva è una clientela in mutamento, serve aggiornarsi. Da più parti si testimonia che qui approda, fra pellicce e valigie, la nuova borghesia moscovita, una classe media che nulla ha a che fare con gli arricchiti e che, oltre ad aprire il portafoglio, è pronta a sfidarci sulla cultura. Qualche esempio? Aumentano le prenotazioni per il festival lirico in Arena e guai a presentare sul tavolo di alcuni intenditori qualche prodotto che non sia originale.
«Per parlare di russi in Italia, oggi, serve prima staccarsi dallo stereotipo che ci hanno sempre disegnato: soggetti ricchissimi e maleducati che con i soldi credono di comprare ogni cosa e di poter spaccare tutto – spiega Alessandra Marconi, responsabile di Domus Rental, che affitta alloggi di lusso in tutto il Veneto -: oggi arriva gente più acculturata, più preparata: arriva in Italia la classe media dei russi, abituata a viaggiare e a mediare. Chiedono servizi di qualità, sono molto informati sui nostri prodotti». Insomma, non gli si può rifilare una cosa per un’altra. «Assolutamente no – prosegue Marconi che con i russi, il 20 per cento della clientela, fa affari soprattutto sul lago – se chiedono un Valpolicella o un olio extravergine del Garda, vogliono quello e non sono disposti ad altro. Non solo: iniziano a conoscere anche alcuni piatti locali che preferiscono al posto delle solite aragoste». Spingendosi oltre, poi, iniziano anche a gradire gli spostamenti senza traduttore, per mescolarsi meglio alla nostra gente, imparare a parlare. «C’è una nuova borghesia che avanza – sottolinea Paola Gianasso, di Immobiliari.it , che rimarca un aumento pari a sei volte degli acquirenti russi, rispetto a sette anni fa – e che equilibra una distribuzione della domanda fra diverse tipologie di immobili: restano i grossi imprenditori che spendono da un milione di euro in su, ma anche famiglie che cercano bilocali o trilocali fra i 100mila e i 300mila euro, soprattutto nelle località di mare e al lago».
Località come Jesolo (dove già alcuni negozi azzardano insegne in russo), Lignano, Venezia e il Garda, come sottolineano gli operato del settore. Sul tavolo, comunque, si pensa anche a concludere tanti affari di proprietà. «Ci sono quei due palazzi sul Canal Grande che qualche tempo fa hanno visionato proprio due oligarchi, uno di proprietà delle Poste e uno da poco ristrutturato da parte della ditta Motterle – spiega Paolo Bellini, presidente dell’Ira (Italian Russian Association) -. Non solo: poco distante, ad agosto, la Regione Veneto ha proposto un edificio da circa 13 milioni di euro, che in bando d’asta non riesce a vendere. Alcuni nostri clienti russi, poi, sono interessati alle ville venete, in particolare nelle province di Treviso, Vicenza, Padova. C’è interesse verso una dimora antica a Conegliano, Villa Selvatico di Battaglia Terme, Villa Morosini di Polesella e una villa palladiana a Thiene ».