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oggi presidio a Palazzo Linetti

Lettera di Da Villa (Cinquestelle) al ministro Lupi: «Stop al progetto». E Caccia scrive a Zaia

«Per le Grandi navi stiamo studiando un passaggio alternativo», dice alla Camera il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi rispondendo all’interrogazione del deputato di Sc Andrea Causin. Ma sulla finalità degli studi la polemica cresce. Stamattina la commissione di Salvaguardia dovrebbe esaminare il contestato progetto di scogliere ai lati del canale Malamocco-Marghera, preludio, sostengono gli ambientalisti, allo scavo del canale Contorta e al passaggio ad alta velocità delle grandi navi.

«Le navi incompatibili devono star fuori dalla laguna», ripete Luciano Mazzolin del comitato Ambiente Venezia. Producendo un nuovo dossier che documenta dei danni provocati alla laguna dal passaggio delle navi.

Si mobilita anche il comitato che oggi alle 10 presidierà la sede della commissione di Salvaguardia a palazzo Linetti. «Lo dicono anche gli scienziati, non si devono scavare nuovi canali in laguna», attacca il portavoce Silvio Testa, «avrebbero conseguenze distruttive».

Sulla stessa linea il Movimento Cinquestelle. Il parlamentare veneziano Marco Da Villa ha chiesto al ministro delle Infrastrutture di ritirare il progetto di marginamento con scogliere lungo i 7 chilometri e mezzo del canale dei Petroli. «Opera vecchia e distruttiva», dice, «che non ha senso».

Beppe Caccia (Lista In Comune) ha scritto invece al presidente della Regione Luca Zaia, presidente anche della Salvaguardia, invitandolo a fermare «il progetto della mostruosa scogliera che taglierebbe in due la laguna».

Proposta firmata dall’Autorità portuale e dal Magistrato alle Acque, progetto dello studio Rinaldo per conto del Consorzio Venezia Nuova. Prevede di mettere 700 mila metri cubi di scogliere ai lati del canale per «proteggerlo» e di scaricare sopra le barene milioni di metri cubi di fanghi.

«È anche contro la legge e i Piani urbanistici vigenti», dice Stefano Boato, rappresentante del ministero per l’Ambiente in Salvaguardia. Il dibattito va avanti, anche sulle possibili alternative presentate per le navi. «C’è un decreto che vieta il passaggio nel canale della Giudecca, dobbiamo rispettarlo», ha detto ieri il ministro Lupi. Ma il Porto spinge sul canale Contorta.

(a.v.)

 

Princess sbarca a Marghera scoppia la protesta al porto

Assemblee contro la scelta di spostare le navi da crociera allo scalo commerciale

Oggi in Autorità il confronto con i sindacati. «A rischio l’agibilità delle banchine»

Alla banchina Veneto della Tiv, al porto commerciale di Marghera, la nave da crociere Pacific Princess è arrivata ieri mattina, come previsto, con i suoi 680 passeggeri che sono stati fatti sbarcare e poi condotti in Marittima sui bus messi a disposizione da Venezia Terminal Passeggeri. Ad accoglierli, non solo il nuovo panorama del porto commerciale di Marghera, ma anche un presidio di lavoratori organizzati dalla Cgil. «Assemblee volanti», spiega Antonio Cappiello della Filt Cgil per una iniziativa di protesta che decreta il via all’agitazione del sindacato contro la convivenza forzata tra navi da crociera e porto commerciale «che mette a rischio l’agibilità del porto commerciale». E continua: «Perché», spiega il sindacalista, «ora prima entrano le navi passeggeri, poi i traghetti, poi tocca a petroliere, rinfusiere e navi porta container e se c’è già la nave da crociera ferma in banchina non si può lavorare nel frattempo, per le operazioni del porto commerciale». Una convivenza difficile, continua a spiegare Cappiello, anche perché «si fanno scendere i passeggeri a fianco di una fila di container e in mezzo alle polveri. Insomma, un panorama ben diverso e il traffico commerciale nel frattempo finisce con il subire rallentamenti. È già successo», continua a segnalare il sindacalista, «che una nave portacointaner sia stata dirottata su altro scalo. Avremmo voluto che il sindaco di Venezia, Orsoni, fosse stato qui oggi a vedere la situazione. Invece non c’era. Di fatto, per risolvere un problema se ne stanno creando altri».

Per oggi, alle 9.30, la Cgil ha già messo in agenda con le altre organizzazioni sindacali del Porto una riunione in Autorità portuale proprio per discutere del trasferimento delle navi passeggeri al porto commerciale, decisione contestata ieri dal presidio della Cgil. Che contesta anche la provvisoria chiusura della bocca di Lido, che rimane chiusa fino al prossimo 3 aprile per i lavori del Mose.

Contestata anche la presenza del personale Vtp (Venezia Terminal Passeggeri) sulle banchine del porto commerciale, che sono di altri terminalisti, e poco conta per il sindacato che da qui a Natale siamo solo cinque le navi in arrivo. In Porto a Marghera l’idea dello spostamento, secondo il disegno portato avanti dal sindaco Giorgio Orsoni, non piace per niente. La nave Pacific Princess pesa 30 mila tonnellate ed è lunga 181 metri. Si trova, quindi, sotto il limite di 40 mila tonnellate previsto dal decreto Clini-Passera. Per la Vtp, la nave ha effettuato solo un transito, senza operazioni di carico scarico dei bagagli. In questi giorni due navi della Costa, la Fascinosa e la Magica, sono state dirottate su Trieste mentre un’altra, la Celebrity Silhouette, è andata in Marittima lo scorso fine settimana con i suoi oltre 2.800 passeggeri. La ripartenza è prevista per domani alle 13.

(m.ch.)

 

Costa e Tattara, faccia a faccia a Mestre per la presentazione del libro di Bologna

“Banche e crisi. Dal petrolio al container». La presentazione del libro di Sergio Bologna oggi al centro Laurentianum in piazza Ferretto alle ore 18 diventa l’occasione per un confronto sul tema delle grandi navi tra i principali protagonisti del confronto. Con l’autore, uno dei massimi analisti europei di trasporti e logistica, infatti discutono nell’incontro pubblico Paolo Costa, presidente dell’ Autorità Portuale di Venezia, Paolo Feltrin docente all’Università di Trieste, Giuseppe Tattara, già docente di Ca’ Foscari oggi attivo nel Comitato No Grandi Navi e Fabrizio Vettosi, manager del fondo Venice Shipping and Logistic.

Bologna nel suo libro (edito da DeriveApprodi ) ha inteso motivare il rischio che una nuova crisi da bolla speculativa possa venire dal mare. E racconta, in due contributi anticipati in primavera online, che hanno fatto il giro del mondo suscitando interesse e discussione anche presso importanti periodici sullo shipping internazionale, lo spropositato incremento di offerta di navi container gigantesche rispetto alla domanda. Questa differenza mostra la stessa forma delle crisi economiche precedenti, in particolare con quella petrolifera del 1973. Un’offerta così abnorme di gigantismo navale, osserva l’ autore, ha tre effetti rilevanti: alimenta speculazioni dei fondi chiusi, soprattutto in Germania; ha un impatto distorsivo sull’ economia reale e inoltre, come nel caso della portualità italiana, poiché non vi è un disegno strategico sulle connessioni tra i porti e gli hinterland produttivi che questi devono connettere, una concorrenza intra-nazionale di tutti contro tutti, trascina verso il basso tutti i valori economici del settore.

 

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