Gazzettino – Castelfranco. Vagoni strapieni, sviene in treno
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2
dic
2013
CASTELFRANCO – Il viaggiatore si è ripreso una volta sceso in stazione. Passeggeri indignati
Dramma ieri pomeriggio sulle uniche due carrozze in arrivo da Venezia: giovane colto da malore
Gli “indiani” della domenica. Ammassati su due carrozze centinaia di passeggeri. E, inevitabile, arriva il malore. È accaduto ieri pomeriggio, lungo la linea Venezia-Castelfranco. Un giovane castellano ha avuto un mancamento in viaggio e si sono vissuti minuti di paura. Fatto scendere dal treno a Castelfranco, è stato accompagnato su una panchina a prendere una boccata d’aria e si è ripreso, ma la paura e l’indignazione è stata molta. Il tutto sul regionale Venezia-Trento delle 16.50, ma già alle 16.30 i due soli vagoni a disposizione erano strapieni. Quando il treno parte da Santa Lucia, sia il vano discesa che i corridoi sono tutti occupati, con i passeggeri ammassati tra valige e borse.
«Da qualche domenica questo treno ha due sole carrozze quando ne ha sempre avute di più, è inspiegabile», ricorda un abituè della tratta. Il viaggio prosegue tra mille difficoltà dei più, costretti a rimanere in piedi in vagoni caldissimi e senza possibilità di potersi spogliare dei pesanti giubbotti per la mancanza di spazio. E più il viaggio prosegue e più aumentano le difficoltà: le fermate a Salzano, Noale, Trebaseleghe e a Piombino, peggiorano una situazione già insopportabile. Infatti sono più i passeggeri che salgono che quelli che scendono. Da Piombino le due carrozze sono inaccessibili. Alla partenza da Resana, il dramma. Nella calca si sente un grido: «Ma che fai? Stai male?», grida disperata una giovane che vede il suo ragazzo sbiancare, girare gli occhi, con lo sguardo assente appoggiato sulla fiancata del treno vicino alla porta. In effetti, il giovane sta male, gli manca l’aria e viene sorretto. «Prendi un giornale per fargli aria», grida qualcuno, «bagnagli i polsi», dice un altro, mentre una bottiglietta d’acqua arriva di mano in mano chissà da dove. In qualche modo viene fatto sedere. «Tieni duro dai che stiamo arrivando», lo prega la sua ragazza. Infatti il treno entra in stazione, si ferma, le porte si aprono: sembrano quelle del paradiso. Il malcapitato viene accompagnato fuori e fatto sedere su una panchina e fortunatamente si riprende.