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Nuova Venezia – Frontale, Romea paralizzata

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

3

dic

2013

Nello schianto muore un impresario. Allarme ambientale

Furgone contro Tir, muore impresario

Erminio Bergo, 64 anni, di Rosolina, schiacciato dopo l’impatto con un’autocisterna. Strada paralizzata per alcune ore

CHIOGGIA – Un impresario edile di Rosolina è morto nel tragico incidente che, ieri pomeriggio, sulla Romea, ha coinvolto quattro veicoli, tra cui due mezzi pesanti, un camion e un’autocisterna, e due furgoni. Erano all’incirca le 15.30 quando il furgone Ford Transit guidato da Erminio Bergo, 64 anni, che stava viaggiando verso Chioggia, nel tratto della statale tra Cavanella e Sant’Anna, ha invaso la corsia opposta ed è andato sbattere contro un’autocisterna della ditta Giolo di Cona. Ha contato poco il fatto che il mezzo pesante fosse vuoto: la differenza di mole tra i due veicoli non ha lasciato scampo al rosolinese che è rimasto schiacciato dentro l’abitacolo. Ma, per qualche istante, è parso che il peggio dovesse ancora succedere. Nello stesso luogo, infatti, stavano sopraggiungendo un camion, appartenente alla ditta di autotrasporti Casarin di Zero Branco, in direzione Ravenna, che è finito rovesciato nel fosso alla sua sinistra, nel tentativo di evitare l’impatto con gli altri due veicoli e un secondo furgone, un Fiat Ducato, a sua volta rimasto coinvolto nello scontro. La sorte ha voluto che nessuno degli altri tre conducenti si facesse male seriamente. Ma testimoni e soccorritori hanno dovuto fare subito i conti con un pericolo potenziale, ma totalmente imprevisto: il carico del camion finito fuori strada. L’autista del mezzo, infatti, ha riferito alla polizia locale, giunta sul posto insieme ai vigili del fuoco e al personale del 118, che il cassone del camion conteneva polveri di ferro, residui di lavorazione di qualche acciaieria che avrebbero potuto disperdersi nell’aria, con effetti potenzialmente tossici. Immediatamente è stata interessata l’Arpav, che ha inviato i suoi tecnici a controllare il carico, per verificarne sia la natura, sia la possibilità di fuoriuscita. Nel frattempo il traffico era stato bloccato in entrambe le direzioni di marcia e sulla Romea si erano formate code chilometriche. I vigili del fuoco si erano messi al lavoro per estrarre il corpo del rosolinese dalle lamiere del sui veicolo, mentre la polizia locale compiva le operazioni di rito, tra cui il sequestro di tutti e quattro i mezzi coinvolti e l’identificazione dei conducenti. Solo verso le 17 il corpo di Erminio Bergo ha potuto essere recuperato e avviato all’obitorio dell’ospedale di Chioggia. Intanto venivano recuperati, e portati via con dei carri attrezzi, gli altri veicoli, escluso il camion della Casarin, e la strada veniva ripulita dai rottami e dai cristalli infranti. Verso le 19,15 la Romea è stata riaperta al traffico, a senso unico alternato, ma non era ancora finita. L’Arpav aveva tranquillizzato, «nessun pericolo per la popolazione dalla polvere d’acciaio» ma pompieri e polizia locale han dovuto aspettare l’arrivo di una ditta specializzata che svuotasse, per aspirazione, il carico del camion, e che una seconda ditta, dotata di una gru adeguata, lo risollevasse dal fosso. Bergo, che condivideva l’attività con il fratello, lascia la moglie Mary e due figli, Monica e Cristian.

Diego Degan

 

«Quanti morti dovremo ancora subire?»

Automobilisti esasperati bloccati in coda lungo la statale, lo sfogo corre sui social network

CHIOGGIA – Non ha fine la scia di sangue lungo la Romea. Ieri pomeriggio chi si è messo in viaggio per tornare a casa da lavoro, non ha avuto alternative: o si è fermato in un bar lungo la strada, oppure ha cercato, rischiando la vita, di fare inversione a “u” e prendere un’altra direzione. Dopo il terribile schianto, dalle quattro del pomeriggio sin quasi alle otto passate della sera, la statale era tutta un’unica fila di mezzi pesanti: tir, autocisterne, auto che si sentivano intrappolate per caso in mezzo a quel caosa. C’è chi ha spento i motori per non asfissiare gli altri, chi anche le luci. Tutti ad imprecare, sbattere i pugni sul volante, cercare una via d’uscita. Senso unico alternato per ore. La scena che si presentava agli occhi degli automobilisti, era delle peggiori. Una stretta al cuore, per l’ennesima vittima di una strada che oramai di morti, ne conta a decine. Come sempre la cronaca corre sui social network. Qualcuno posta su facebook video del luogo dell’incidente, avvertendo che è tutto fermo e bloccato, c’è chi si sfoga contro la Romea killer e i politici che non fanno nulla per cambiare le cose. «Ma quando faranno queste benedette strade alternative?», posta Matteo «quante stragi annunciate dovremo ancora subire?». «Io purtroppo l’ho visto in diretta» scrive Cristina che si trovava a passare di là. Luisa invece, ha chiamato sua mamma, per rassicurarla. C’è chi se la prende con autisti di tir e autoarticolati, ma non sempre però, la colpa è loro, chi consiglia le strade alternative da prendere. Una via crucis durata per buona parte del pomeriggio. La viabilità si è normalizzata attorno alle 21, quando la strada è stata riaperta a due sensi di circolazione, ma gli operatori dei mezzi di soccorso hanno lavorato ben oltre l’orario di cena, durante la notte, infatti, la strada è stata parzialmente richiusa per consentire il termine delle operazioni.

 

Rischio ambientale, ore di paura

Nbcr dei vigili del fuoco e Arpav per verificare eventuali fuoriuscite pericolose

CHIOGGIA – Prima sono arrivati i vigili del fuoco del Nucleo Nbcr (nucleo batteriologico chimico radiologico), con le loro tute bianche. Poi, sollecitati all’intervento da parte delle forze dell’ordine, anche gli esperti dell’Arpav, l’agenzia di protezione ambientale. La presenza di un tir il cui autista dichiarava di trasportare scarti della lavorazione dell’acciaio e di una cisterna, infatti, ha spinto a mettere in atto ogni cautela per verificare che in seguito all’incidente non si fossero verificati danni a persone o all’ambiente. Il carico del tir, in particolare, in un primo momento, ha preoccupato non poco i responsabili della protezione ambientale, chiamati a verificare la natura delle polveri di metallo che il trasportatore dichiarava non fossero state disperse nell’ambiente. Il mezzo pesante trasportava, secondo quanto dichiarato nei documenti di trasporto, materiali di scarto provenienti da acciaierie. Metalli anche pesanti che inalati possono diventare pericolosi. Le verifiche si sono protratte per ore. Per fortuna il tragico schianto si è verificato in un luogo non urbanizzato, un posto che nelle vicinanze non aveva abitazioni o siti sensibili (asili, case di riposo, ospedali). Una prima possibile fonte di pericolo scongiurata, dato che l’assenza di bambini e anziani – i soggetti più deboli e tutelati dalle normative – non ha reso necessaria l’attuazione di misure di prevenzione particolari. Non ci sono, in zona, nemmeno dei corsi d’acqua contaminabili dalla fuoriuscita dal cassone di frammenti degli scarti d’acciaio. Non è rimasto altro da fare, dunque, che attendere l’arrivo delle maxi gru in grado di alzare il tir finito nella scarpata. A questo punto sono cominciate le operazioni di svuotamento e aspirazione del contenuto del tir. Operazioni complesse che si sono protratte per ore, nel corso della serata e della notte. I tecnici le hanno effettuate muniti di mascherina per pura precauzione. Non ci sarebbero però pericoli per la popolazione.

 

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