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Paese, il cavatore non si rassegna al “no” della Provincia

Zanoni: «Muraro e il sindaco devono difendere i cittadini»

PAESE – Il Gruppo Mosole non molla. Il 5 dicembre ha presentato un ricorso al Tar, contro la bocciatura da parte della Provincia della discarica di amianto tra Porcellengo e Castagnole. Secondo l’eurodeputato Andrea Zanoni il ricorso sarebbe però stato presentato fuori dai tempi previsti:

«La delibera della Provincia era stata pubblicata il 16 settembre e per poter proporre ricorso erano disponibili 60 giorni da quella data», sostiene. Mosole ha chiesto l’annullamento della delibera del consiglio provinciale con cui il progetto è stato bocciato, in quanto l’Arpav non aveva definito necessaria la discarica di amianto: un parere, questo, che la legge regionale considera come condizione irrinunciabile per ottenere il via libera.

«Mosole sta scherzando con il fuoco e non si rende conto che i cittadini di Paese sono esausti per tutte queste discariche che si trovano fuori dalla porta di casa e dell’inquinamento causato al loro territorio. A Paese», prosegue Zanoni, «ci sono già 29 cave e 13 discariche e gli abitanti sono esasperati dagli odori nauseabondi e dalle falde inquinate: certamente di amianto non ne vogliono nemmeno sentire parlare. Il ricorso presentato al Tar è un atto che Mosole ha compiuto contro il Comune, contro la Provincia, contro la Regione, contro le 7 mila 400 persone che hanno firmato la petizione affinché il progetto non vedesse la luce. È una mossa contro il buon senso e che indigna ancora di più la popolazione».

Il progetto prevederebbe il conferimento nella discarica Terra, tra Porcellengo e Castagnole, di 460 mila metri cubi di amianto, trasportati da circa 45 mila camion che circolerebbero per dieci anni sulle strade del territorio comunale di Paese. Un affare da qualcosa come 3 milioni e 300 mila euro per il Gruppo Mosole che, in caso di assenso, avrebbe iniziato a conferire l’amianto nel 2018, per proseguire per una decina d’anni. Ma immediatamente si è formato un asse tra partiti, amministrazione e cittadini che si è schierato contro la discarica di amianto. Dalla Lega Nord a Sel, le amministrazioni comunali e quella provinciale, seppur questa in seconda battuta, hanno da subito dichiarato guerra al progetto di Mosole. I cittadini e le associazioni ambientaliste si sono attivate con una petizione che ha ottenuto un successo superiore alle aspettative. Non restava molto altro da fare al consiglio provinciale che esprimersi contro la richiesta di Mosole. In alternativa avrebbe scatenato una rivolta anche più decisa. Adesso il ricorso al Tar potrebbe riaprire una partita che ormai a tutti, amministrazioni e cittadini, sembrava chiusa.

«Invito vivamente», conclude Zanoni, «il presidente della Provincia, Leonardo Muraro, a difendere la decisione del consiglio provinciale; e il sindaco di Paese, Francesco Pietrobon, a rappresentare i suoi cittadini, costituendosi in giudizio contro il ricorso presentato da Mosole». La vicenda, insomma, è invece ancora apertissima.

Federico Cipolla

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