Mattino di Padova – Caos orari treni, Chisso concede un bus
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8
dic
2013
LA RABBIA DEI PENDOLARI » PRIME MODIFICHE
La Regione viene incontro ai viaggiatori dell’Alta Padovana, ma quelli della Bassa sulla linea “Mantova” restano penalizzati
SIMONAGGIO della FILT – Cgil L’assessore regionale ha accolto solo una parte delle richieste presentate dagli utenti. Ma gli aggiustamenti migliorano la situazione
MONSELICE – Le proteste dei pendolari per i “buchi neri” sui treni regionali, creati dal nuovo orario cadenzato che entrerà in vigore il 15 dicembre, hanno già raggiunto un primo importante risultato. Ieri mattina l’assessore regionale ai Trasporti Renato Chisso ha presentato le prime modifiche concrete rispetto all’orario già pubblicato sul sito di TrenItalia e ancora prima su quello delle Ferrovie Tedesche (Deutsche Bahn) che, da sempre, resta l’orario di riferimento internazionale per le ferrovie di ogni Paese dell’Unione Europea.
I primi cambiamenti riguardano le linee da Venezia per Portogruaro, da Belluno per Conegliano, da Padova per Verona e anche la Camposampiero – Belluno. La notizia più attesa da decine di pendolari, in particolare da gruppi di residenti che abitano nell’Alta o nella zona di Castelfranco, è l’istituzione di un bus sostitutivo (che un giorno potrebbe diventare un treno vero e proprio, ndr) che partirà alle 22.40 da Padova Centrale. La corriera fermerà in tutte le stazioni. Ossia anche a Vigodarzere, Campodarsego, San Giorgio delle Pertiche e, naturalmente, anche a Camposampiero. Non proseguirà, però, come oggi succede con il treno delle 22.46, per Montebelluna, Feltre, Belluno, ma farà capolinea a Castelfranco, dove arriverà alle 23,47. Non è una soluzione ideale, ma è sempre meglio di niente visto che nel nuovo orario l’ultimo treno partirà alle 21,29.
Novità anche per i pendolari che da Padova sono diretti in Lombardia. I regionali, che partono da Venezia Santa Lucia alle 16.12 e alle 19.05 (che quindi passano anche per la città del Santo), non faranno capolinea, come tutti gli altri a Verona Porta Nuova, ma proseguiranno per Brescia, dove arriveranno, rispettivamente, alle 18,34 e alle 22,09. Non ci saranno più, invece, i quattro regionali veloci per Milano.
Intanto prosegue, su Internet, l’indagine sulle cancellazioni e sui ritardi curata dai ragazzi del sito www.trenitardo.org. Sinora hanno accertato che, in tutto, i ritardi segnalati dai pendolari, alle 17.15 di ieri, assommavano a 26 giorni, 7 ore e 26 minuti.
Per quanto riguarda le segnalazioni degli utenti che si spostano in treno nel territorio padovano, è stato verificato che la maglia nera spetta alla linea Mantova – Legnago – Este – Monselice -Terme Euganee – Padova, dove un treno su quattro viaggia sempre in ritardo. Ed i ritardi coinvolgono anche singoli casi significativi. Ieri un utente ha comunicato che è stato cancellato il regionale delle 12.49 da Padova per Belluno, mentre Michele Costola fa sapere che, quasi ogni giorno, i locali tra Padova e Verona viaggiano con una media di 15 minuti di ritardo. Un altro ha segnalato di avere preso il regionale Padova – Venezia delle 7.50, ma a Mestre ha perso la coincidenza perché il treno ha viaggiato con 12 minuti di ritardo. Domani, intanto, nella stazione di Padova si terrà il secondo desk informativo sul nuovo orario, mentre gli utenti, per segnalare inconvenienti, possono chiamare l’ 800 042 822. «L’assessore Chisso, finalmente, ha accettato una prima parte delle proposte dei pendolari» dice Ilario Simonaggio, segretario Filt-Cgil «I primi aggiustamenti sono positivi».
Felice Paduano
LINEA ADRIA – VENEZIA
Raccolta di firme per un convoglio
È quello che passa da Piove alle 7.03, cancellato dal 15 dicembre
PIOVE DI SACCO – Sta suscitando preoccupazione il nuovo orario cadenzato che dal 15 dicembre sarà applicato anche alla linea ferroviaria Adria-Venezia gestita da Sistemi Territoriali. Preoccupa i pendolari la soppressione del treno che passava per Piove di Sacco alle 7.03, quello in assoluto più utilizzato da lavoratori e studenti. La corsa è stata posticipata alle 7.22, quella precedente parte alle 6.47. Per il mantenimento del treno delle 7.03 è stata avviata anche una raccolta di firme tra i pendolari e la stessa amministrazione di Piove di Sacco aveva ribadito in occasione degli incontri con l’assessore regionale Renato Chisso la necessità di implementare il servizio negli orari di punta. Tra l’altro proprio il treno delle 7.22 rimarrà uno dei pochi di Sistemi Territoriali a fermarsi a Mestre, costringendo i pendolari a cambiare treno, con inevitabili disagi e ritardi, per raggiungere Venezia.
Da circa un mese su tutta la linea si registrano frequenti ritardi e, diversamente da quanto fa con Trenitalia, la Regione non multa Sistemi Territoriali (società al 100% controllata dalla stessa Regione) per risarcire gli utenti. Tra l’altro anche l’Actv ha tagliato numerose corse, rendendo più difficile una sinergia di trasporto pubblico misto gomma-rotaia.
(e.l.)
Il pd di este fa la voce grossa
Panfilo stigmatizza i disservizi e invita i sindaci a protestare
ESTE – Ritardi dai 35 ai 200 minuti. Giovedì, al primo ghiaccio di stagione, la linea Padova-Bologna è andata letteralmente in tilt e tra i pendolari costretti all’ennesima giornata di disagi c’era anche Francesco Panfilo, capogruppo del Pd in consiglio comunale a Este. Panfilo da oltre un mese raccoglie e segnala tutti i ritardi dei treni: il consigliere mostra per esempio quelli del 28 novembre (30 minuti di ritardo per i tre treni in partenza dalle 7 a Este), del 13 novembre (20 minuti di ritardo medio per gli stessi convogli), del 7 novembre (un picco di 39 minuti di ritardo nella medesima fascia oraria).
Commenta Panfilo: «Ho chiesto al sindaco di Este un intervento: so che sta cercando di contattare l’assessore veneto Renato Chisso, anche se con grosse difficoltà. Quello che mi sorprende è il silenzio degli altri sindaci della Bassa: anche i loro cittadini sono danneggiati da questi disservizi. C’è stata una levata di scudi per il pedaggio sul nuovo tratto della statale Carceri-Legnago ma sui treni non dicono una parola: è incomprensibile. Tutti i sindaci devono fare blocco, a prescindere dal loro colore politico, per dare peso e difendere il nostro territorio dal meschino trattamento che riceve da chi comanda in Provincia e in Regione».
(n.c.)