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AGGUERRITA Carola Arena ieri in stazione ferroviaria a sostegno dei pendolari moglianesi

TRENI NEL CAOS – La candidata del Pd ieri in stazione per un appello

LA CRITICA – Ridurre le corse graverà ancora su studenti e lavoratori

Pendolari senza pace: «E la metropolitana?»

ROULETTE RUSSA Così la Arena definisce il disagio dei pendolari alle prese con ritardi e soppressioni dei treni senza prevviso

MOGLIANO – Viaggiatori mobilitati, Arena chiede alla Regione di rivedere le nuove corse

Sfmr in ritardo, pronta una raccolta firme

I pendolari della stazione ferroviaria di Mogliano sono sul piede di guerra per l’annunciata riorganizzazione delle corse della tratta Udine-Venezia che dovrebbe scattare il 15 dicembre prossimo con la soppressione di alcuni treni. In difesa del servizio pubblico di trasporto ha preso posizione Carola Arena, candidato sindaco per il centrosinistra di Mogliano, la quale ha lanciato un appello all’assessore regionale alla mobilità Renato Chisso.

«I pendolari hanno già subito abbastanza. Il piano della Regione andrà a compromettere ulteriormente una situazione già tragica per studenti e lavoratori che, tutti i giorni sono costretti a prendere il treno. Ridurre ulteriormente le corse, in nome di una non meglio precisata riorganizzazione del servizio, significa mettere tutti i pendolari nella condizione di scegliere il trasporto privato, creando intasamenti sulla rete stradale, maggiori costi e un aumento dei livelli dell’inquinamento dell’aria».

Tagliare alcune corse contrasta con il progetto della Metropolitana leggera di superficie che prevedeva il passaggio di un treno ogni quarto d’ora sulla tratta Treviso-Venezia. La Metropolitana, che fa discutere ormai da 15 anni, prevede anche un mega parcheggio scambiatore alla stazione di Mogliano, oltre alla realizzazione della nuova fermata tra Marocco e La Favorita di Mestre. Interventi che per il momento restano un sogno per i circa 2 mila pendolari che ogni giorno partono e arrivano alla stazione di via Toti Dal Monte.

«I moglianesi -aggiunge Arena- non possono ogni mattina trovarsi a fare i conti con una roulette russa determinata dalla fortuna o meno di salire su convogli stracarichi, spesso sporchi e freddi. Assessore Chisso: riveda quel piano e restituisca ai lavoratori e agli studenti di Mogliano la certezza di un trasporto pubblico che sia realmente un servizio dignitoso, sicuro e efficiente».

Intanto si annuncia una raccolta firme per chiedere una data certa sul decollo della Metropolitana leggera di superficie.

Nello Duprè

 

QUARTO D’ALTINO – Contro l’orario cadenzato

I pendolari chiedono aiuto anche al direttore dell’Ulss

Chiedono aiuto anche al direttore generale dell’Ulss 12, Giuseppe Dal Ben, i pendolari che protestano per il nuovo “orario cadenzato” dei treni regionali che entrerà in vigore domenica prossima. Ieri il comitato dei pendolari di Quarto d’Altino & San Donà ha scritto al dg dell’azienda sanitaria veneziana perché organizzi un tavolo di confronto con Regione e Trenitalia.

«Il problema interessa molti dipendenti dell’Ulss, in particolare turnisti, che usano i treni per raggiungere i posti di lavoro – spiega il responsabile del comitato, Luciano Ferro – con questo nuovo orari spariscono i treni usati dai lavoratori il sabato e la domenica. E sarà più difficile organizzarsi anche per i turni serali».

La settimana scorsa, incontrando comitati e sindaci, lo stesso assessore regionale alla mobilità, Renato Chisso, aveva riconosciuto la necessità di correggere alcuni errori e sistemare dei problemi aperti, come quello appunto delle corse tagliate nei giorni festivi. Una prima correzione del nuovo orario doveva essere ultima per ieri. E l’occasione per riparlarne ci sarà oggi, alle 13, alla stazione Santa Lucia, alla presentazione dei nuovi treni Flirt prodotti dal costruttore svizzero Stadler, in collaborazione con Ansaldo – Breda, acquistati dalla Regione proprio per incrementare il servizio di trasporto ferroviario locale a orario cadenzato. Presente, con Chisso, anche la responsabile della direzione regionale di Trenitalia, Maria Giaconìa.

 

In treno sulla linea peggiore d’Italia

La Padova-Calalzo in cima alla triste classifica stilata da Legambiente

La Padova-Calalzo come la Circumvesuviana o la Potenza-Salerno: secondo la classifica di Legambiente, la trafficatissima linea, utilizzata dai pendolari che, dalla Pedemontana, sono diretti all’Università di Padova, ma non solo, primeggia nella classifica delle dieci peggiori tratte italiane.

I sovraffollamenti nei vagoni più volte denunciati dai pendolari, i treni cancellati all’ultimo momento, la sporcizia segnalata in varie occasioni proiettano la tratta che attraversa anche la stazione di Montebelluna nel poco invidiabile Olimpo dei peggiori. Come evidenziano i dati di Legambiente la Padova-Calalzo fa acqua da tutte le parti.

«Gli utenti lamentano un peggioramento della qualità del servizio -riassume il report ambientalista- con ritardi e soppressioni a sorpresa e senza alternative sostitutive su gomma. La linea è di 155 chilometri che vengono percorsi a circa 50 chilometri l’ora, ed è un esempio del disinteresse della Regione nei confronti dei pendolari».

     E la Regione invece di reperire le risorse per mantenere e migliorare il servizio ha deciso di tagliare. La situazione della Padova-Calalzo è affiancata a quella della Venezia-Milano, dove «sono scomparsi i treni interregionali e i pendolari saranno costretti a cambiare treno a Verona, perdendo tempo, o a prendere le Frecce, con prezzi ben più cari».

Per quanto riguarda Montebelluna, secondo “Il risveglio di una generazione”, coordinamento dei pendolari, «sia sulla tratta Padova-Belluno che sulla Montebelluna-Treviso rispetto alle indicazioni di quest’estate qualcosa è stato migliorato: in particolare sulla Treviso-Montebelluna con treni di rinforzo nella fascia mattutina e serale».

Sulla Padova-Belluno resta però un problema esplosivo. «La mattina -continuano i pendolari- nella fascia più calda, fra le 7 e le 9, c’è un solo treno per i pendolari, quello delle 7.11. Stiamo spingendo per un treno di rinforzo alle 7.30 o l’anticipazione di uno dei successivi». Stiamo cercando di insistere anche con contatti diretti con la Regione».

E il comitato di pendolari della Venezia-Belluno-Calalzo precisa: «È strumentale e fuorviante quanto affermato dall’assessore regionale riguardo ai processi partecipativi che avrebbero coinvolto le associazioni dei pendolari; restano assolutamente irrisolte le questioni sostanziali che riguardano il nuovo orario per gli utenti di questa linea, prime fra tutte il forte allungamento dei tempi di percorrenza, la mancanza di treni diretti da e per Venezia e l’arrivo in orario».

 

Legambiente: la tratta al quarto posto tra le peggiori d’Italia. Oggi 22 nuovi convogli

PENDOLARI – In rivolta contro il nuovo orario Trenitalia. E ora la “bocciatura” da parte di Legambiente

Treni, Padova-Calalzo maglia nera

Sembra quasi un tiro al bersaglio, il sistema ferroviario veneto si trova a fare lo slalom tra le contestazioni. Dove non arrivano i Comitati dei pendolari (ce ne sono oltre una decina) ci pensano i giovani di “Trenitardo” che con puntigliosa precisione indicano nero su bianco ogni minuto di sforamento degli orari. E a chiudere il cerchio arriva anche “Legambiente” che nella “top ten” delle linee ferroviarie più disastrate d’Italia ha dedicato un corposo capitolo anche a quelle venete, per la precisione la linea che collega Calalzo con Padova, passando per Belluno considerata la quarta peggiore d’Italia dopo la drammatica Circumvesuviana, Roma-Nettuno e le 13 linee ferroviarie tagliate a Torino. Veneto che in questo “elenco dolente” è presente accanto a Campania, Piemonte e Lazio, ma che è virtuoso in tema di aumenti del prezzo dei biglietti. Quella di Calalzo è comunque una linea “bollente”. Qualche giorno fa una decina di sindaci era salita su un vagone a Feltre per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi della linea.
Intanto la Regione Veneto, prima ancora che il nuovo orario cadenzato venga varato (il 15 dicembre), comincia già a mettere mano alle correzioni tenendo conto delle richieste degli utenti. Nel dossier Legambiente gli utenti della tratta lunga 155 chilometri lamentano un peggioramento della qualità del servizio, con ritardi e soppressioni a sorpresa, passeggeri lasciati a terra senza informazioni e comunicazioni ma soprattutto senza alternative sostitutive su gomma. E l’indice viene puntato anche contro la soppressione di 8 treni giornalieri tra Venezia e Milano. Sono stati cancellati i treni “interregionali” che permettevano a una grande e variegata utenza di muoversi lungo le numerose città che sono intorno alla linea. – denuncia Legambiente – Motivo del taglio? La Regione Veneto che in questi anni non ha mai investito sui collegamenti pendolari dovendo tagliare da qualche parte ha preferito farlo sui treni che divideva con la Lombardia. «La conseguenza per i poveri pendolari è che sono costretti a un cambio obbligato a Verona, con un aumento incredibile del tempo di percorrenza. – precisa Legambiente – In particolare la cancellazione del convoglio in partenza da Milano alle ore 7,25 e che ferma a Brescia, Verona, Vicenza, Padova e arriva a Venezia alle 10,56 risulta essere uno dei più frequentati dagli studenti universitari che da fine anno rischiano di non avere un’alternativa valida su una delle principali direttrici nazionali». Me se da una parte il dossier inchioda la rete, dall’altra le “diplomazie” stanno lavorando per cercare di tappare le falle. Come assicura l’assessore Renato Chisso con Trenitalia e con Rete ferroviaria italiana sono aperti tutti i canali di dialogo per risolvere sia il problema della tratta Milano-Venezia, sia quelle più locali. Oggi a Venezia verranno presentati da Chisso, assieme alla responsabile della direzione regionale di Trenitalia Maria Giaconìa, i nuovi treni “Flirt” prodotti dal costruttore svizzero Stadler, in collaborazione con Ansaldo – Breda, acquistati dalla Regione per incrementare il servizio di trasporto ferroviario locale a orario cadenzato che partirà il 15 dicembre. Si tratta di 22 convogli, composti da 4-6 vagoni l’uno, per un costo complessivo che supera i 200 milioni di euro. Treni che verranno posizionati nelle tratte più congestionate e che andranno ad integrare i nove treni Vivalto di Trenitalia.

Daniela Boresi

 

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