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VENETO – Per i pendolari più treni e anche bus

VENETO – I convogli regionali aumentano da 600 a 800 ma spuntano anche i pullman sostitutivi

Presentati i modelli di carrozza tipo “Flirt” . Trenitalia e Chisso difendono i nuovi orari

Più corse per i treni regionali in Veneto: passeranno da 600 e 800 al giorno. Con il nuovo orario cadenzato, in vigore da domenica prossima, l’offerta aumenterà, questo è certo. Ma non tutti potranno riavere i vecchi orari, che in questi giorni tanti pendolari stanno reclamando. Qualcuno dovrà accontentarsi degli autobus sostitutivi, per il momento soluzione temporanea, ma che in mancanza di passeggeri numerosi potrebbe diventare definitiva.

Lo hanno detto chiaramente, ieri, a Venezia, l’assessore regionale alla mobilità, Renato Chisso, e il direttore per il Veneto di Trenitalia, Maria Giaconia, alla presentazione dei nuovi treni Flirt, che saranno usati proprio per questo orario. Un acquisto deciso dal Consiglio regionale nel lontano 2008 che finalmente si concretizza. In tutto 24 treni (gli ultimi 8 arriveranno entro giugno) prodotti dalla svizzera Stadler, in collaborazione con l’AnsaldoBreda, costati alla Regione 130 milioni di euro. A ripercorrerne la storia il presidente di Sistemi territoriali, Michele Gambato: «Per abbattere il costo, facemmo una gara con l’Emilia Romagna. Ora li stiamo pagando con un leasing ventennale».

L’aspetto è quello tipico da servizio metropolitano: grandi porte e tanto spazio per i passeggeri in piedi. I convogli da sei carrozze possono portare fino a 650 persone, con 400 posti a sedere, quelli da quattro fino a 400, con 250 sedute. «É un treno dall’accelerazione veloce – ha spiegato Chisso – quindi adatto al servizio locale, con fermate frequenti».

Ma le domande dei giornalisti sono state tutte per il nuovo orario, ormai prossimo al varo. Chisso e Giaconìa ne hanno difeso la logica, che mette il Veneto in linea con i sistemi metropolitani europei. Treni in “canali orari scelti” che si ripetono ogni ora, con vantaggi importanti anche sul fronte delle coincidenze e delle rotture di carico. La linea Calalzo-Venezia, ad esempio, sarà spezzata in due: una navetta da 3 carrozze tra Calalzo e Conegliano; un convoglio da 7 per proseguire verso Venezia, evitando l’attuale sovraffollamento. Complessivamente 200 corse in più al giorno, costate alla Regione 10 milioni di euro, su una spesa totale di 150.

Eppure, pendolari e sindaci continuano a segnalare buchi di servizio, fasce scoperte, tagli che rischiano di rendere difficile la vita a lavoratori e studenti. «C’è stato tanto sciacallaggio politico – ha ribadito Chisso – ma le segnalazioni vere le abbiamo ascoltate». Ed ecco le correzioni introdotte negli ultimi giorni, per il momento con un servizio autobus: da Portogruaro e Venezia, ad esempio, ma anche da Mogliano o Salzano.

Soluzioni da verificare per capire se reintrodurre il treno o meno. «Il treno resta la soluzione di ieri, oggi e domani, ma otto carrozze non possono viaggiare per 3 persone» ha continuano l’assessore. «La mobilità va garantita con il vettore giusto – ha aggiunto Giaconia – che per i piccoli numeri è l’autobus. Ad esempio, a noi non risulta che i treni la sera viaggino pieni. Verificheremo anche questo».

Giaconìa ha poi avvertito che i primi giorni del nuovo orario potranno essere difficili, per l’inevitabile rodaggio a cui andrà incontro l’intero sistema. «Per il primo anno la domanda dovrebbe restare costante, poi puntiamo a un incremento» ha concluso. Il quadro complessivo del nuovo orario sarà pubblicato nel sito di Trenitalia solo tra un paio di giorni. Ma già da oggi è possibile verificare i cambiamenti, cliccando sul menù di scelta dal giorno 15 in poi.

 

MOBILITÀ – Convogli dei pendolari da Santa Lucia con cadenza ridotta: da 7 a 4 minuti in partenza

Più treni per i pendolari sul ponte

L’assessore Chisso: «Già stanziati i soldi per un intervento sulla linea tra centro storico e terraferma»

Treni più frequenti sul ponte della Libertà, grazie a un radicale intervento sui binari. E se oggi, con il nuovo orario cadenzato, molte corse si attesteranno a Mestre, complici anche i lavori in corso, in prospettiva, questo limite non ci sarà più. «I soldi per il nuovo intervento sono già stati stanziati dal Cipe» ha riferito l’assessore regionale alla mobilità, Renato Chisso. E i treni, a quel punto, potranno essere distanziati, l’uno dall’altro, di 4 minuti, invece dei 6, 7 di oggi. Un’altra novità a medio termine, mentre quella del nuovo orario cadenzato è ormai alle porte: entrerà in vigore da domenica 15 dicembre.

Di questo e di quello si è parlato ieri, alla stazione Santa Lucia, dove Chisso ha presentato, con il direttore per il Veneto di Trenitalia, Maria Giaconìa, i nuovi treni Flirt, acquistati dalla Regione e destinati proprio all’orario cadenzato. L’occasione per fare il punto su questa novità che tanto sta preoccupando i pendolari e ha mobilitato i sindaci. Chisso ha confermato alcune delle correzioni che aveva chiesto a Trenitalia: il ripristino del collegamento di prima mattina da Portogruaro a Venezia, nonché quello da Mogliano, già annunciati durante l’incontro con i sindaci la settimana scorsa. Ha poi aggiunto un collegamento in più da Salzano a Venezia, dopo le 7, pure questo richiesto da sindaci e comitati. In tutti e tre i casi, per il momento, i servizi saranno garantiti con l’autobus. Perché non c’erano i tempi tecnici per riorganizzare i turni di Trenitalia, ma anche per verificare l’effettivo fabbisogno. «Se a Salzano saliranno 20 o più persone, ripristiniamo il treno. Se no, resta l’autobus» ha esemplificato l’assessore. Maggiori difficoltà, invece, ad accogliere le altre richieste dei pendolari su sabato, domenica o sere, tanto importanti per i turnisti. «A noi non risulta che i treni la sera viaggino pieni – ha annotato Giaconìa – Verificheremo anche questo».
La prova del nove, ora, sarà dal 15 in poi. Per un problema di sistema, tra l’altro, il quadro completo dell’orario non è ancora disponibile sul sito di Trenitalia, dove però si possono già vedere le novità cliccando sul menù di scelta, da domenica in poi.

 

Costretti a emigrare per mancanza di trasporti

Egregio direttore, sono il sindaco di Fossò e vorrei renderla partecipe di uno fra i tanti episodi che rattristano la vita di noi cosiddetti “politici” di trincea. Oggi ho conferito la cittadinanza Italiana ad un mio paesano di origine rumena che lavora presso un noto calzaturificio del paese. Ho riconosciuto subito la moglie, signora molto bella e raffinata, madre di una ragazza intelligentissima  amica di una conoscente. Come faccio di solito abbiamo conversato ed ho avuto così modo di partecipare della loro vita qui a Fossò da oltre 10 anni. Si tratta di persone davvero amabili e corrette, una vera ricchezza per il nostro paese.
Con disappunto ho appreso che dal prossimo mese si trasferiranno in periferia di Padova perché le figlie, una all’università e l’altra al liceo scientifico, non hanno mezzi di trasporto per andare nelle rispettive scuole e ritornare  a Fossò: devono cambiare tre pullman! Infatti da oltre un anno le corse da Fossò e per Padova sono state completamente sospese dalla Sita e molto parzialmente sostituite da qualche corsa dell’Actv. Negli ultimi mesi sono state ulteriormente ridotte per cui non ci sono più mezzi che rientrano a Fossò dopo le 18 nei giorni feriali e nessuno alla domenica.
Il padre, con molto spirito sportivo, e critico nei confronti dell’abuso che si fa da noi dell’auto, ha anche provato a insistere perché alcuni tratti, circa due chilometri, li facessero a piedi, ma ha prima provato lui. «Non è possibile camminare lungo il ciglio della strada che non ha marciapiedi e sostiene un traffico intensissimo, anche di mezzi pesanti, dalla statale verso il piovese, se non a rischio della vita. L’unica soluzione è andare via…». Io sono indignata, ma il mio disappunto non serve. Ho protestato con tutti gli enti e tramite portavoce autorevoli. Non ci sono risposte a questo isolamento.

Federica Boscaro – sindaco di Fossò

 

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