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Il “Pacchetto sviluppo” appena varato prevede finanziamenti con un credito d’imposta per le aziende

Dovranno avviare o partecipare a piani di bonifica e riconversione delle aree industriali inquinati

MARGHERA – Altri fondi in arrivo per risanare e rilanciare le aree industriali di Porto Marghera, inutilizzate da anni e in attesa di nuovi imprenditori interessati ad avviare attività industriali innovative, a cominciare dalla chimica verde, fino al biodiesel e ai biocarburanti di ultima generazione e alle tecnologie di bonifica di siti e fanghi contaminati da sostanze tossiche e bioaccumulabili.

Tra le altre misure varate l’altro ieri dal Governo con il decreto del «Pacchetto sviluppo», ci sono i bonus per il recupero di 39 siti industriali da bonificare, tra i quali figura in prima fila Porto Marghera che, con l’Accordo di Programma firmato due anni fa con il ministro Clini e le semplificazioni delle procedure di autorizzazione, ha fatto da esempio e punto di riferimento di tutti i piani di bonifica o messa in sicurezza industriale a livello nazionale.

In sostanza con il nuovo «Pacchetto sviluppo» saranno attivati «crediti d’imposta» per le aziende che avviano e partecipano a progetti di riconversione industriale nei 39 siti nazionali, che comprendono Porto Marghera. Al tal fine sono stati stanziati dal Governo complessivamente 470 milioni di euro per il periodo 2014-2020, dei quali 400 provenienti dal Fondo per lo Sviluppo e la coesione.

In particolare, per quanto riguarda la norma sul credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo, il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, ha commentato ieri: «Si tratta di un intervento molto interessante relativo alla possibilità di recuperare aree compromesse da impianti industriali, per esempio della chimica, basti pensare a Porto Marghera, per nuove attività produttive come la chimica verde e le nuove tecnologie di bonifica ambientale».

«In questo senso», ha aggiunto il ministro, «ci saranno varie facilitazioni nel riutilizzare quel tipo di sito industriale e ci saranno finanziamenti da parte del ministero dell’Ambiente, frutto dell’accordo con il collega Orlando».

Non è ancora dato sapere la quota di fondi destinata, in questo ambito, al sito di Porto Marghera che già può contare sul fondo di rotazione istituito lo scorso anno dalla Regione che potrà contare su un investimento iniziale di 20 milioni di euro disponibili a tasso zero che potrà essere integrato da altri stanziamenti previsti per la bonifica ed il ripristino ambientale di siti inquinati – come precisato a suo tempo dall’assessore regionale Renato Chisso – con particolare riferimento alla riallocazione di risorse finanziarie non utilizzate.

La quota pubblica sarà affiancata da una quota privata apportata dal «soggetto gestore o da una banca o da un intermediario finanziario convenzionato, erogata ad un tasso negoziato con il beneficiario».

Ci sono poi il fondo «Horizon 2020» europeo e l’ormai prossimo conferimento di Eni di 100 ettari di sue aree industriali dismesse a Porto Marghera alla società mista (Comune-Regione) che lì metterà sul mercato.

 

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