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LAVORI PUBBLICI»AUTOSTRADE E PROJECT 

Rafforzamento necessario dopo il via alla Nogara Mare

Il consiglio elabora una nuova proposta ridotta a 10 milioni

VENEZIA – I numeri, a guardarli oggi, fanno impressione. Certo si parla di un fabbisogno finanziario per i prossimi 10-15 anni ma sono pur sempre 100 milioni di euro da reperire in un mercato non certo effervescente.

Sbloccati i project financing Nuova Romea (Orte-Mestre), Nogara Mare e Traforo delle Torricelle, per la Serenissima (l’ex Venezia-Padova) presieduta da Rino Mario Gambari arriva l’ora degli aumenti di capitale.

Il primo deve essere varato a breve e, secondo la prima proposta del Cda sottoposta all’assemblea dei soci mercoledì scorso, si parlava di un’iniezione da 17 milioni. Un apporto di risorse fresche per portare il capitale della società controllata dalla Mantovani da 21 a 38 milioni. Un raddoppio, quindi, in tempi stretti. Forse troppo stretti, al punto che l’assemblea ha bocciato la proposta del Cda con il voto contrario di Autovie Venete e della Camera di commercio di Venezia (anche se per ragioni tecniche) e astensione di Apv investimenti (Porto di Venezia). Semaforo rosso all’aumento, quindi, e tutto da rifare, in un quadro che presenta più di un punto di domanda sulla governance futura di Serenissima. Questo perché almeno tre-quattro degli attuali soci, che arrivano a rappresentare oltre il 51% del capitale, non sono del tutto convinti dell’opportunità di seguire pro-quota la ricapitalizzazione della società nata sulle ceneri dell’ex concessionaria del tratto di A4 da Padova a Venezia. E nonostante l’assenza strategica della Camera di commercio di Padova, che ha chiesto di esercitare il diritto di recesso e vuole uscire dalla società, l’esito dell’assemblea di mercoledì scorso lo dimostra ampiamente. Ieri mattina il Cda di Serenissima si è riunito nuovamente per elaborare una proposta di aumento maggiormente “digeribile”: l’importo scende a 10 milioni e per versare la prima tranche ci dovrebbe essere tempo fino a metà febbraio quando inizialmente si era parlato del 20 gennaio. La palla, quindi, passa nuovamente all’assemblea dei soci fissata, in prima convocazione, per il prossimo 23 dicembre.

Il libro soci di Serenissima oggi vede la Mantovani, presieduta da Carmine Damiano, controllare la società con il 25%, direttamente attraverso la Ing. Mantovani (17,45%) e tramite Serenissima Holding (7,61%). Il secondo azionista è Autovie con il 22,30%, e qui arrivano i problemi. Come noto, la concessionaria di Venezia-Trieste, A28 e A23 è legata mani e piedi al progetto Terza corsia. Opera che vincola l’intero piano finanziario della società guidata da Emilio Terpin. Questo, in buona sostanza, implica che non un euro possa essere impegnato in progetti diversi da quello della Terza corsia e la cosa, da qualche tempo, sta facendo tenere un atteggiamento di chiusura totale ai rappresentanti di Autovie in seno al Cda di Serenissima. Difficilmente, quindi, la concessionaria friulana seguirà l’aumento. Tra i titubanti, per ragioni diverse, ci sono anche le Camere di commercio di Padova e Venezia e il Porto di Venezia. Morale si arriva agevolmente sopra il 51per cento di Serenissima. Porte aperte, quindi, a nuovi soci? La proposta di aumento prevede che l’eventuale inoptato sia offerto a terzi nel caso di mancato esercizio della prelazione da parte degli altri soci. Per il resto si sa che nella società per il Traforo delle Torricelle dovrebbero essere entrati Autobrennero, Condotte e Maltauro.

Matteo Marian

 

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