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Un’altra giornata da dimenticare con carrozze sovraffolate e ritardi

E c’è anche chi ha chiesto una coperta, perché il riscaldamento non funzionava

BELLUNO – Un’altra giornata di passione per gli utenti delle ferrovie venete. Treni in ritardo costante, altri mai partiti, altri ancora senza riscaldamento, tanto da far battere i denti ai passeggeri. E, come se non bastasse, coincidenze a Belluno con pullman di linea che, nel migliore dei casi, l’utente vede sfrecciare davanti a sè all’uscita della stazione. Insomma, muoversi oggi in provincia di Belluno utilizzando i mezzi pubblici è diventato una vera e propria odissea. Chissà cosa succederà quando arriveranno i turisti per le vacanze di Natale… Ancora ritardi e soppressioni. Come si dice, di male in peggio. Se ieri la parola d’ordine era “ritardo”, oggi non sembrava nemmeno di essere in presenza di quella che da Venezia è stata definita una vera e propria rivoluzione. Come capitava spesso, infatti, anche ieri almeno due corse sono state soppresse. Si tratta dei treni delle 7.45 da Calalzo per Belluno e delle 8.45 da Belluno a Calalzo. Tutto come prima, quindi. Con l’unica differenza che ieri mattina le corse ferroviarie sono state sostituite da pullman. Problemi anche per chi ha preso il primo treno per Padova, quello delle 5.48. Coloro che volevano e speravano di arrivare entro le 8 nella città del Santo, hanno dovuto rassegnarsi ai sonori 50 minuti di ritardo che nel corso del viaggio il treno ha accumulato. A questi disservizi, si aggiungono anche delle corse in partenza da Belluno in ritardo per motivi sconosciuti. Intanto, in stazione a Belluno si intensifica la videosorveglianza con ulteriori telecamere.

Sovraffollamento. Oltre ai ritardi e alle soppressioni, i pendolari “coraggiosi” del treno hanno dovuto anche ieri fare i conti con corse super affolate, per la riduzione delle carrozze. E la gente era talmente tanta che sul treno 11075 da Belluno per Padova è intervenuta anche la polizia. È accaduto alla stazione di Castelfranco Veneto.

Il viaggio al freddo. E cosa dire poi del fatto che una signora che viaggiava su un treno partito dal Bellunese ha dovuto chiedere al capo treno una coperta, perché stava congelando? Il motivo? Semplice, non era attivo l’impianto di riscaldamento. Già, capita anche questo sui treni veneti. Il trasporto integrato. Come se non bastasse, per completare questo quadro edificante, si fa sentire in maniera molto forte anche la sfasatura tra il nuovo orario dei treni e il vecchio delle corse di Dolomitibus. Provincia e società sono al lavoro per cercare di modificare per quanto possibile l’orario delle corse.

«Abbiamo avuto l’ufficialità dell’orario cadenzato soltanto il 12 dicembre scorso e da allora ci siamo messi all’opera alacremente per modificare il nostro. Contiamo, grazie anche alla pausa natalizie, di poter avviare una prima modifica già dal 7 gennaio 2014, con la ripresa delle attività scolastiche e lavorative. La nostra priorità, infatti, restano gli studenti e i lavoratori», precisa Pietro Da Rolt, direttore di Dolomitibus, che aggiunge: «Poi passeremo anche al resto delle corse». Ma non sarà un’impresa facile. Ad oggi, ad esempio, l’ultimo treno che arriva a Belluno alle 19.30 non ha più la coincidenza con la corriera per l’Agordino, che parte alle 19.15, mentre chi prende il pullman dall’Agordino che arriva a Belluno alle 13.50 non può prendere il treno, che è partito alle 13.48. Per il Cadore l’ultimo treno arriva a Calalzo alle 20.42, peccato che la corriera sia passata alle 20.35. Insomma, vita dura per i pendolari.

Paola Dall’Anese

 

Sergio Reolon chiede le dimissioni di Renato Chisso

«Il nuovo orario cadenzato dei treni regionali è entrato in vigore a Belluno supportato da tre striminziti nuovi treni e con disagi enormi che hanno fatto vivere ai pendolari un lunedì da leoni inferociti. L’orario va cambiato, i treni vanno aumentati, come anche le carrozze».

Il consigliere regionale Sergio Reolon (Pd) dopo tutti i disagi subiti dagli utenti bellunesi delle ferrovie chiede le dimissioni dell’assessore alla mobilità Renato Chisso: «Zaia e Chisso, assieme a Trenitalia, hanno portato il trasporto ferroviario al collasso. L’assessore Renato Chisso farebbe bene a dimettersi prendendo atto degli errori commessi e delle gravissime omissioni. La Regione non investe un solo euro sul servizio e poi scarica la responsabilità su Trenitalia, ma la competenza del servizio è della Regione».

 

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