Nuova Venezia – Stra. Lavoro nero nel calzaturiero.
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
7
gen
2014
Segnalati dieci casi al numero messo a disposizione dalla Cgil
STRA «Il muro di omertà comincia a dare i primi segni di sgretolamento: al numero che abbiamo messo a disposizione per poter per denunciare le aziende calzaturiere rivierasche che fanno affari con i calzaturifici cinesi in odor di illegalità, sono arrivate una decina di segnalazioni che gireremo alle autorità competenti».
A rivelarlo è Riccardo Coletti, segretario provinciale della Filtcem Cgil che nelle scorse settimane ha istituito un numero ad hoc, lo 041. 5491244 .
«Finalmente», dice Colletti, «qualcosa sembra muoversi. I lavoratori dei calzaturifici rivieraschi e chi è a conoscenza di imprenditori italiani che commissionano lavoro a laboratori cinesi con manodopera in nero e in condizioni ambientali disumane, cominciano a far trapelare cosa succede. Segnalazioni sono arrivate da Fossò, Fiesso, Stra, Vigonovo».
Per Colletti questa è la strada giusta, e non basta solamente chiudere i laboratori cinesi che sfruttano il lavoro nero.
«Serve colpire soprattutto chi su questo lavoro dei cinesi sfruttati, fa profitti alla grande, rischiando di affossare un settore che in Riviera conta 550 aziende e che del Made in Italy e della qualità, ha sempre fatto la sua bandiera» .
«Negli ultimi cinque anni sono stati scoperti oltre 150 laboratori clandestini in Riviera del Brenta», riflette la Cgil, «laboratori che spesso hanno riaperto subito pagando una semplice multa. Nessun calzaturificio nostrano che ha commissionato la merce è stato chiuso per “concorso in sfruttamento del lavoro nero” visto che chi commissionava è corresponsabile di quanto prodotto senza regole».
Per la Cgil le merci sequestrate vanno bruciate, come si fa con la droga. Intanto il 21 gennaio prossimo ci sarà un incontro fra associazioni di categoria, sindacati, sindaci dell’area Prefetto per affrontare una volta per tutte l’emergenza dei laboratori cinesi clandestini.
(a.ab.)