Segui @OpzioneZero Gli aggiornamenti principali anche su Facebook e Twitter. Clicca su "Mi piace" o "Segui".

Questo sito utilizza cookie di profilazione, propri o di terze parti per rendere migliore l'esperienza d'uso degli utenti. Continuando la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare qui



Sostieni la battaglia contro l'inceneritore di Fusina, contribuisci alle spese legali per il ricorso al Consiglio di Stato. Versamento su cc intestato a Opzione Zero IBAN IT12C0501812101000017280280 causale "Sottoscrizione per ricorso Consiglio di Stato contro inceneritore Fusina" Per maggiori informazioni cliccare qui

Dai sindaci alle categorie, le audizioni in commissione

VENEZIA— C’è la legge della giunta. Quella del Pd. E presto ne arriverà pure una terza, firmata Lega. Si parla di «varianti verdi» per retrocedere i terreni da edificabili ad agricoli, di premi ai Comuni che bloccano la cementificazione, di moratorie sulle nuove costruzioni (con il dimezzamento delle lottizzazioni), del congelamento delle destinazioni d’uso dei terreni agricoli che hanno beneficiato di aiuti di Stato, perfino di una «banca della terra» (è l’idea del Carroccio) per censire il suolo coltivabile e incentivare il ritorno dei giovani nei campi. Il tema del consumo del suolo è caldo e le proposte non mancano. Ma quali arriveranno fino in fondo? Il consiglio regionale sarà in grado di fare sintesi, licenziando un testo davvero efficace? Lo scopriremo solo vivendo. Intanto più d’una perplessità è sorta, nel corso delle audizioni in commissione Urbanistica, protagonisti università, associazioni di categoria, sindaci e ambientalisti, pure tutti concordi sulle ambiziose finalità del provvedimento.

Tiziano Tempesta, docente dell’università di Padova, ad esempio, ha sostenuto che «le proposte in discussione non contrastano i fattori alla base dello spreco del territorio, cioè la dispersione abitativa e l’incapacità dei Comuni di dimensionare correttamente gli strumenti urbanistici » ed ha espresso dubbi sull’efficacia del meccanismo premiale dei bonus volumetrici (versione giunta) e dei contributi ai Comuni (versione Pd), considerate misure troppo blande per sostenere l’onerosità delle operazioni di rigenerazione urbana.

Decisamente critica, poi, la voce dei sindaci, rappresentati da Franco Bonesso dell’Anci: «Non ci serve una nuova legge che venga ad aggiungersi alle tre edizioni del piano casa, al Ptrc, al piano paesaggistico, ai piani di assetto idrografico e alla legge sugli insediamenti commerciali – ha attaccato il vicepresidente Anci – sarebbe meglio risistemare la legge Urbanistica (la 11 del 2004), in modo da dare un quadro certo, organico e unitario delle norme di governo del territorio».

Senza contare che, a detta dei sindaci, la proposta della giunta esproprierebbe ancora una volta i Comuni delle loro competenze: «Dobbiamo ancora digerire il piano casa, non sopporteremo ulteriori invasioni di campo».

D’accordo Ance, Confindustria, Confartigianato e Confcooperative, che plaudono alle operazioni di «rigenerazione» ma condividono con i Comuni la necessità di coordinare il nuovo provvedimento con il piano casa.

«Il futuro sta nella riqualificazione delle aree degradate – ha aggiunto Claudio Pianegonda di Confcooperative Veneto – ma il frazionamento delle proprietà privata, vedi via Anelli a Padova, rappresenta un serio ostacolo alla pianificazione. Servirebbero piani decennali a conduzione pubblica».

Infine, tiepida sulla proposta della giunta anche la Coldiretti: «Prevede troppe deroghe e limita solo al 50% le lottizzazioni previste – ha commentato Manuel Benincà -. Il divieto a cambiare destinazione d’uso per i terreni agricoli che hanno beneficiato di aiuti di Stato poi può portare all’abbandono dell’attività agricola».

link articolo

 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Copyrights © 2012-2015 by Opzione Zero

Per leggere la Privacy policy cliccare qui