Nuova Venezia – Legambiente: “Allarme mafia a Caorle”
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16
gen
2014
Per l’associazione il sindaco avrebbe ricevuto minacce di morte per il progetto Terme, ma Striuli nega: «Evitata una causa»
CAORLE – Un progetto di 240 mila metri cubi che solo per un decimo riguardano il centro termale, zona, quest’ultima stralciata dal documento programmatico del Comune di Caorle come approvato dalla maggioranza nell’assemblea consigliare del 23 dicembre 2013. A richiederne lo stralcio fu proprio il sindaco di Caorle Luciano Striuli in un periodo in cui, la sua giunta, stava vivendo un forte periodo di crisi politica. La decisione, come confermato dal sindaco stesso, fu richiesta per evitare la lesione di un diritto acquisito ancora nel 2007 dal privato lottizzante e quindi per evitare una possibile causa risarcitoria di decine di milioni di euro contro il Comune. Sulla questione ha voluto vederci chiaro l’osservatorio di Legambiente che definisce la situazione come un caso di pressioni malavitose.
«Si tratta di un fatto gravissimo» dichiarano i rappresentati di Legambiente, «che svela come le decisioni di politica urbanistica siano pesantemente influenzate, quando non pilotate, anche con il ricorso a minacce e a metodi “genuinamente” mafiosi. Intimidazioni che sembrano, per ora, essere andate a segno visto che la “minaccia” di rivedere le cubature dell’insediamento in questione è stata sventata».
Minacce si, o minacce no? Sul punto i pareri del sindaco Luciano Striuli e di Legambiente, uniti a quelli dei consiglieri Alessandro Borin e Marco Favaro, sono opposte.
«Questo pesante episodio» continua Legambiente, «richiama la situazione del litorale veneziano oggetto in questi decenni di una dissennata cementificazione che si è intrecciata con l’operatività di organizzazioni criminali».
Legambiente ricorda alcuni fatti preoccupanti, come l’attentato incendiario a due auto della polizia locale nel giugno 2013 e nell’ottobre dello stesso anno il lancio di una molotov contro l’auto parcheggiata di un residente, e inoltre l’incendio della vettura di un avvocato nel 2011.
«Non sono mancate le inchieste», scrive Legambiente che hanno evidenziato l’intensa attività, in particolare di derivazione camorrista, nella zona del litorale. Legambiente» conclude, «esprime la sua solidarietà ai consiglieri comunali che hanno avuto il coraggio di denunciare i fatti accaduti e la volontà di mantenere l’opposizione allo sciagurato progetto del villaggio delle terme».
Gemma Canzoneri