Gazzettino – Treni lumaca, indaga l’Authority
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
22
gen
2014
SOTTO INCHIESTA – Troppi ritardi per il servizio trasporto passeggeri sulla linea Padova-Feltre
VENETO Partono due inchieste conoscitive sullo stato del servizio del trasporto passeggeri
Feltre-Padova è la linea “cenerentola”: in un anno oltre quattromila minuti di ritardo
VENEZIA – Era ora. Oltre quattromila minuti di ritardo in un solo anno del Feltre-Padova, una delle peggiori tratte del nostro Paese. Treni più lenti che nel dopoguerra. Carrozze da terzo mondo. I pendolari del Nordest alla notizia che l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha avviato un’indagine conoscitiva sui servizi di trasporto passeggeri, «con particolare riferimento a quelli di trasporto pubblico locale e regionale e a quelli diretti ad assicurare la continuità territoriale» non faranno salti di gioia.
Ma almeno entra in campo un altro soggetto che potrà fare chiarezza su una delle piaghe locali. Per capirci il Veneto ha disdetto il contratto con Trenitalia ed è pronto a nuove gare per far ripartire il trasporto su rotaia.
L’avvio dell’indagine, spiega l’Autorità, è una delle tre prime delibere prese dal neonato organismo nella seduta del 16 gennaio insieme al regolamento che disciplina i procedimenti per la formazione delle decisioni dell’Autorità e per la partecipazione ad esse dei soggetti portatori d’interesse e all’avvio di un’indagine conoscitiva sull’accesso alle infrastrutture, con particolare riferimento a quelle ferroviarie e aeroportuali.
Ambedue le indagini conoscitive deliberate dall’Autorità sono volte tra l’altro a identificare le azioni prioritarie da intraprendere; a tale scopo, saranno avviate consultazioni con le parti interessate per acquisire dati, informazioni e documenti utili per le finalità dell’indagine. Il termine di conclusione del procedimento è fissato in dodici mesi dalla pubblicazione della delibera.
L’indagine conoscitiva sui servizi di trasporto passeggeri sarà rivolta anche ad analizzare le condizioni economiche, la qualità dei servizi nonché ai diritti degli utenti, ivi compresa la definizione degli ambiti di servizio pubblico e degli schemi dei bandi di gara per l’affidamento dei servizi di trasporto. L’indagine conoscitiva sull’accesso alle infrastrutture, con particolare riguardo a quelle ferroviarie ed aeroportuali, è pur essa indirizzata a identificare le prime concrete azioni prioritarie da adottare, tenendo conto anche delle problematiche emerse nei singoli mercati. In entrambe le indagini, le procedure per le misure regolatorie potranno essere adottate in qualunque momento, anche prima della conclusione dell’indagine conoscitiva, su temi specifici o profili rilevati durante l’indagine che richiedono un intervento immediato.
«Davvero – ha commentato il presidente del Veneto Luca Zaia – si sentiva il bisogno di un’autorità indipendente che giudichi con imparzialità il livello del servizio ferroviario reso ai pendolari da Trenitalia, ma anche e soprattutto riorienti le regole ‘di sistema’ che rendono difficile, per non dire impossibile, aprire il settore del trasporto locale ferroviario alla concorrenza. Mai decisione di intervenire fu più tempestiva, dopo la decisione del Veneto e della Toscana di disdire il contratto di servizio con Trenitalia. Credo anche che l’Autorità saprà e vorrà intervenire sulla questioni che ancora non hanno trovato soluzione – conclude – fra cui assoluta priorità deve essere la separazione rete infrastrutturale e gestori, elemento cardine di tutti i sistemi che vogliono dirsi davvero liberalizzati».
L’INTERVENTO – Mobilità, il Veneto una regione ferma all’Ottocento
Il disservizio del trasporto ferroviario in Veneto, complice anche una Regione che non pianifica e controlla, ha messo in evidenza il ritardo della Regione in materia di mobilità. Da alcuni anni, infatti, in Europa – e in altre regioni italiane – stiamo assistendo a serie politiche di utilizzo dei mezzi pubblici, car-sharing e mobilità urbana oltre all’avvio dei grandi progetti internazionali, come i corridoi europei, di cui alcuni previsti in Veneto. Non risulta che in Regione si siano mai affrontati questi problemi con una visione organica e programmatica, preferendo soluzioni che prevedono la costruzione di strade e superstrade. Insomma, il cemento, ancora una volta, a scapito della valorizzazione e salvaguardia del territorio, invece di strutture già esistenti – come le ferrovie – più ecologiche ed economiche.
Nuove tecnologie consentono di assicurare spostamenti più sicuri e veloci e meno inquinanti e, complice anche la crisi e stili di vita nuovi, garantiscono collegamenti su lunghi e medi percorsi che facilitano pendolari e turisti. Una seria politica di trasporti ferroviari in Veneto, ad esempio, dovrebbe prevedere – e pretendere – treni da e per le nazioni vicine, come Germania, Austria e Slovenia, a favore di turisti, integrandosi con i vettori tedeschi e austriaci già presenti. Ma soprattutto occorre pensare alla mobilità di chi ogni giorno deve recarsi al lavoro o a studiare, attraverso una politica a lungo termine che preveda soluzioni anche nuove e che, per le città, trovi integrazione con fenomeni in forte crescita, ad esempio quello del car-sharing.
Oltre ai treni occorre pensare a un sistema integrato di trasporto pubblico su gomma – autobus e bus urbani – aprendosi agli operatori stranieri del settore che possono garantire servizi moderni ed efficienti. Indispensabile, poi, pensare al ‘biglietto unico’. Il Veneto oggi soffre di carenze di un sistema moderno e all’altezza della sua collocazione strategica di corridoi nord-sud e est-ovest e di méta turistica anche nell’ottica di un ‘turismo low cost’ e aperto alle famiglie che sempre più spesso privilegiano viaggi in bus e in treno. Anche tutto il sistema di taxi e bus urbani deve ricevere il necessario supporto per uno sviluppo degno di una regione europea che affronta il futuro stando attenta alle necessità della sua popolazione, all’ecologia, alla sicurezza e alle norme antinquinamento.
Non si vedono all’orizzonte esempi come quelli messi in atto all’estero che prevedono prenotazione on-line o via smartphone di taxi e bus suburbani dagli aeroporti con scelta di percorso e analisi dei costi. Si tratta, quindi, di arrivare a una soluzione globale che questa amministrazione regionale non ha ancora elaborato, che consenta ai pendolari e ai viaggiatori di dotarsi di strumenti innovativi per accedere a mezzi di locomozione altrettanto innovativi, facilitando quella mobilità che è sinonimo di crescita sia sociale che economica. In Veneto, invece, sembra di assistere allo sconcerto del primo Ottocento con l’arrivo dei primi “mostri a vapore su rotaia”, quando l’uomo è già stato sulla Luna. I giorni della rabbia, fra autostrade venete rincarate sopra ogni media nazionale e treni nel caos, dovrebbero essere il ricordo di un tempo ormai lontano. In una parola, fenomeni di un’altra epoca.
Rosanna Filippin – Segretaria Pd Veneto