Gazzettino – Mira. Pulizia delle “Terre rosse”.
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25
gen
2014
MIRA – In biblioteca la presentazione del progetto di risanamento dell’area
L’assessore Sanginiti: «Depositato l’atto di avvio, dopo decenni di attese»
Ad una svolta la vicenda della discarica delle “terre rosse” di via Bastiette a Malcontenta di Mira. Dopo anni di abbandono e denunce di inquinamento, martedì 28 gennaio, in biblioteca a Oriago la Veneta Raw Material erede dell’ormai celebre Veneta Mineraria, proprietaria dei terreni, illustrerà ai cittadini il progetto di recupero del deposito di ceneri di pirite.
Dopo anni di vicissitudini, con i residenti arrabbiati perché ad ogni pioggia le ceneri rischiavano di finire nei terreni agricoli e il Comune di Mira che si era sostituito all’azienda responsabile dell’inquinamento proprio per mettere in sicurezza l’area, sembra che si sia giunti ad una svolta.
«Finalmente la Veneta Raw Material ha avviato il progetto di recupero – ha commentato l’assessore all’Ecologia del Comune di Mira Mariagrazia Sanginiti. – L’azienda ha pubblicato l’avvio del procedimento e martedì verrà presentato il progetto che è comunque consultabile nel sito internet della Provincia. Si tratta di un’iniziativa privata, ma il Comune di Mira ha tutto l’interesse che la vicenda di bonifica dell’area inizi a concretizzarsi. La presentazione ufficiale del progetto, articolato per fasi, è una tappa importante del processo per la messa in sicurezza del sito, dopo che già due anni fa si era arrivati ad un accordo di programma tra Regione, Provincia e Comune in cui si era individuato il percorso da seguire. Negli anni scorsi – ricorda Sanginiti – il Comune aveva dovuto sobbarcarsi onerosi interventi di trattamento delle acque contaminate dalle ceneri di pirite».
Alla presentazione pubblica la Veneta Raw Material illustrerà lo studio di impatto ambientale e il progetto di recupero del deposito di ceneri di pirite situato in via Bastiette a Malcontenta, più noto come “terre rosse”, denominazione che era stata data tra gli anni ’60 e ’70 dalla cittadinanza proprio per definire quelle montagne di terriccio rosso. Già negli anni ’70 si conoscevano i rischi di inquinamento del terreno, ma sono passati quarant’anni prima di arrivare ad un progetto concreto di intervento.