Gazzettino – Veneto, impugnato il Piano casa.
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25
gen
2014
Il Governo: legge parzialmente illegittima. Duro scontro a Palazzo Chigi tra Pd e Ncd. Bond e Cortelazzo: «Staccare la spina al premier Letta»
LO STOP – Poca tutela del paesaggio, consumo del suolo, poteri tolti ai sindaci: queste le criticità del Piano
Casa Ter contestate al Veneto
Il Piano Casa Ter del Veneto finisce sul banco della Corte costituzionale. Ma con la bocciatura “parziale” della legge regionale che consente ampliamenti delle abitazioni anche contro il parere dei sindaci, si è consumato un durissimo scontro a Palazzo Chigi tra Pd e Nuovo centrodestra. Da Roma raccontano di venti minuti di aspro confronto, con i democratici che volevano bocciare la legge e gli esponenti del Ncd che la difendevano. Nomi e cognomi li ha fatti in tarda serata Costantino Toniolo, consigliere regionale Pdl-Ncd: «Maurizio Lupi e Flavio Zanonato si sono confrontati con veemenza!». Alla fine la legge è stata “parzialmente” impugnata. Dure le reazioni in laguna: «Bisogna staccare la spina al Governo Letta», hanno chiesto il capogruppo e il vice del Pdl veneto Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo.
A chiedere l’impugnazione del Piano casa Ter è stato il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio. La motivazione, come recita il comunicato stampa emmesso in serata da Palazzo Chigi, è che alcune norme della legge approvata in Veneto lo scorso 29 novembre ed entrata in vigore il giorno successivo, contrastano con gli articoli 3, 9, 97, 117 e 118 della Costituzione. Come già aveva anticipato l’Ufficio per l’esame di legittimità della legislazione regionale – che lunedì scorso aveva chiesto chiarimenti alla Regione Veneto – il Piano Casa Ter presenta criticità su più fronti: soprattutto, toglie potere ai sindaci e non rispetta la normativa sulla tutela paesaggistica. Ma evidentemente le spiegazioni mandate a Roma dal segretario generale della programmazione Tiziano Baggio, non hanno convinto.
Durissimi Bond e Cortelazzo: «La misura è colma. Chiediamo che le forze di centrodestra rimaste nelle cosiddette “Larghe Intese” stacchino la spina al Governo», hanno detto il capogruppo e il vice del Pdl in consiglio regionale (occhio: adesso il gruppo è tornato a chiamarsi Pdl, non più Pdl-Ncd come era stato deciso dopo che quattro consiglieri avevano fondato il gruppo di Forza Italia). Bond e Cortelazzo hanno rincarato: «Questa mossa portata avanti con irresponsabilità dal Pd doveva essere bloccata dai ministri del centrodestra senza se e senza ma». La conclusione («Questo Governo non sta facendo l’interesse dei veneti») suona anche come un messaggio al vicepresidente Marino Zorzato, il “padre” del Piano casa nonché l’alfiere del Ncd in Veneto. Zorzato, però, non è sembrato troppo preoccupato: «L’impugnazione non blocca il Piano Casa. Se e quando la Consulta dovesse bocciare alcuni articoli, l’effetto si avrà solo da quel momento». Costantino Toniolo si è detto convinto che Zorzato risolverà la faccenda: dopo aver detto che i «mandanti» dell’impugnazione sono «i sindaci di centrosinistra» visto che a sostenere lo stop sarebbe stato Zanonato, mentre «a difendere la nostra legge» ci ha pensato Lupi, Toniolo annuncia che Zorzato «la settimana prossima sarà a Roma a risolvere il problema».
Come, non si sa. Per il Pd l’unica via è cambiare la legge, approvando quella presentata da Bruno Pigozzo. Che dice: «Questa vicenda dimostra la testardaggine di questa Giunta che non ha voluto arrendersi neppure di fronte all’evidenza della incostituzionalità della norma che sottrae ai Comuni le loro competenze». Soddisfatto l’assessore all’Urbanistica di Venezia, Andrea Ferrazzi: «Dopo l’incontro dei sindaci qui in laguna ho predisposto l’atto di indirizzo per la giunta che poi è stato mandato al ministro Delrio».
Alda Vanzan