Gazzettino – San Zenone. Pedemontana, via agli espropri.
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31
gen
2014
SAN ZENONE – Pedemontana partono gli espropri
SAN ZENONE L’appello dei Comitati per la viabilità sostenibile: «Non firmate le proposte»
In arrivo le prime raccomandante ai privati: il cantiere della superstrada entra nella Marca
La Pedemontana entra in provincia di Treviso: prime raccomandate nel Comune di San Zenone. Quella di ieri rappresenta, nella storia della Pedemontana veneta, una tappa epocale. Sono cominciate ad arrivare, infatti, agli espropriandi del Comune di San Zenone, le lettere raccomandate firmate dalla Sis.
Ad annunciarlo è Elvio Gatto, coordinatore dei Comitati trevigiani per una viabilità sostenibile. «Le raccomandate di ieri -afferma Gatto- rappresentano il primo ingresso della Pedemontana in provincia di Treviso. In linea di massima, la società che sta realizzando l’intervento invita il privato al colloquio per indicare le modalità di entrata in possesso del terreno e un eventuale accordo per il pagamento dell’esproprio».
E Gatto lancia un appello. «Il nostro invito ai cittadini è che non firmino nulla perché in tal caso l’azienda sarà costretta a depositare la cifra per gli espropri e congelarla; invece, nel caso in cui firmino, riceveranno un acconto ma il resto della somma rimarrà nell’incertezza. Inoltre, se si firma, un eventuale ricorso avrà meno forza».
L’opposizione all’intervento e alle procedure seguite resta netta. «Si tratta di un atto forzoso e di una violenza sui cittadini -aggiunge Gatto- A poco a poco le lettere arriveranno in tutti gli altri Comuni trevigiani; Sis e Regione vogliono fare in fretta perchè temono ripercussioni dal verdetto del Consiglio di Stato che, il 26 maggio, dopo la vittoria del sindaco di Villaverla e di un cittadino di Loria al Tar del Lazio, dovrà esprimersi sul ricorso della Regione. Noi confidiamo di vincere e che si annulli l’autostrada; le deliberazioni del tar sono del resto forti perchè la procedura commissariale presenta risvolti eversivi. Il problema è che un buon amministratore per non intraprendere atti irreversibili dovrebbe aspettare il verdetto del Consiglio di stato, ma Regione e Sis non stanno facendo così: anche oggi sulla Gasparona lavoravano sotto la pioggia battente. Vogliono metterci davanti al fatto compiuto. Noi pensiamo che i cittadini debbano svegliarsi, non accettare supinamente questa violenza e rivolgersi ai loro avvocati o al nostro comitato».