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La Marina userà “green diesel” prodotto dall’Eni con olio di palma ecosostenibile certificato

Sarà prodotto nella raffineria dell’Eni di Porto Marghera – riconvertita dal petrolio all’olio combustibile – il green diesel che alimenterà i motori delle navi della Marina Mercantile italiana e, possibilmente nel prossimo futuro, anche quelle della flotta della Nato. La sperimentazione di base del nuovo combustibile sul pattugliatore d’altura Foscari si è conclusa con successo nei giorni scorsi. Il cosiddetto “gasolio navale verde” sarà prodotto nella raffineria veneziana che dal prossimo aprile riavvia la produzione dopo il “reforming”. Si tratta di una miscela formulata dalla Marina Militare e dall’Eni che «contiene il 50% di F76 e il 50% di frazione bio di seconda generazione, ottenuta da feedstock non in competizione col mercato alimentare».

«I risultati delle sperimentazioni sul Foscari», spiega una nota della Marina Militare, «sono eloquenti: il passaggio da un combustibile all’altro è avvenuto senza alcuna variazione delle prestazioni e dei parametri termodinamici dei motori di propulsione e dei generatori. La riduzione misurata delle emissioni di anidride carbonica e di emissioni inquinanti è in linea con le attese. Il nuovo prodotto è compatibile con le macchine e con i circuiti esistenti senza apportare alcuna modifica e senza adottare particolari accorgimenti».

La Marina Militare italiana è la prima in Europa a sperimentare operativamente il green diesel, in anticipo anche rispetto alla scadenza europea che prevede l’uso del 10% di frazione bio entro il 2020.

«Il green diesel», spiega la Marina, «permetterà in futuro di ridurre il consumo di derivati petroliferi, contribuendo al raggiungimento degli impegni assunti dall’Italia e dall’Unione Europea in campo internazionale sul contenimento delle emissioni di inquinanti atmosferici e di gas serra, in accordo con le linee guida della Strategia Energetica Nazionale».

Soddisfazione per il buon esito delle prove anche per tutto il personale tecnico dell’Eni che ha assistito e supportato le prove e che ha commentato: «La sperimentazione di questo green diesel è un banco di prova di assoluta eccellenza, la quota bio utilizzata per la formulazione del combustibile ha toccato il 50%».

Il biodiesel che sarà prodotto a Venezia ha un elevato potere calorifico rispetto a quello del tradizionale «Fame» e permetterà così ad Eni di ridurre i quantitativi di biofuel da usare come additivo nei carburanti convenzionali fossili. ll biodiesel sarà inizialmente prodotto nella raffineria veneziana – che occupa circa 300 persone oltre all’indotto – da oli vegetali, in particolare nella prima fase (aprile 2014-fine 2015) da olio di palma certificato secondo le norme volontarie, approvate dalla Commissione Europea che vietano «la coltivazione della palma da olio in zone di alta biodiversità come ad esempio le aree ricoperte da foresta primaria» nel Sudest asiatico.

(g.fav.)

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