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L’assessore regionale Ciambetti ha incontrato le giunte coinvolte nel progetto

Checchin (Spinea): «Ok, ma non aumentiamo i costi». Solo Scorzè si chiama fuori

MIRANO «L’esempio del Camposampierese è perfetto. L’obiettivo è erogare migliori servizi e visti i numeri di cui disponete, sarete una realtà che potrà pesare nel Veneto del terzo millennio». Il “battesimo” all’Unione del Miranese arriva dall’assessore regionale agli enti locali Roberto Ciambetti, ieri a Mirano per incontrare i rappresentanti dei Comuni. Un faccia a faccia durato circa un’ora e mezza, dove sono emersi i punti di forza ma sono state sollevate anche delle perplessità per un matrimonio che ormai è dietro l’angolo. Ci saranno sei dei sette Comuni del territorio, con Scorzè che si è chiamata fuori anche se ieri era presente il candidato sindaco del Pd Gigliola Scattolin. Avanti, dunque, con Mirano, Spinea, Martellago, Santa Maria di Sala, Noale e Salzano, per un bacino di circa 120 mila abitanti. L’obiettivo è aggregare la protezione civile e la polizia locale ma anche il settore delle risorse umane e uno tra le politiche sociali e giovanili. Per i vigili, la sede sarà villa Belvedere a Mirano e poi si dovrebbe fare una convenzione con quella già attiva del Miranese nord, dove ci sono Scorzè, Martellago e Salzano. I tempi saranno piuttosto stretti, se è vero che nelle prossime settimane ciascun Comune farà il passaggio nel rispettivo consiglio dove si discuterà dell’adesione. Poi si passerà alla fase esecutiva vera e propria, prevista entro la fine di giugno. Considerato che due su sei (Spinea e Noale ndr) andranno al voto in primavera per rinnovare il parlamentino locale ed eleggere il sindaco, si capisce come i tempi siano stretti. Lo scopo finale dell’associazione è fare sinergia, attingere a finanziamenti specifici, tagliare i costi. Su questo punto si è concentrato il commento del sindaco di Spinea Silvano Checchin. «Va bene», osserva, «ma attenzione a non aumentare i costi pro-capite, che vedo potrebbero esserci dopo i 120 mila abitanti». Ciambetti lo ha subito rassicurato. «Un numero così di residenti», ha replicato, «vale per i Comuni capoluogo, che di solito erogano servizi come caserme o comandi provinciali e così via. Questi non saranno in carico all’Unione, ad esempio». Per l’assessore all’Urbanistica di Martellago Valerio Favaron, «le identità comunali dovranno essere salvaguardate e valorizzate», mentre per Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano, «si parte da un progetto condiviso in passato e l’Unione sia al centro della città metropolitana». Chi si è chiamato fuori è Scorzè con l’attuale sindaco Giovanni Battista Mestriner, ma ieri Scattolin era presente e guarda a quest’idea. «Può essere un’opportunità per ridurre le spese e migliorare i servizi», fa sapere «ma non deve diventare una nuova sovrastruttura. Comunque non sono decisioni che si prendono senza coinvolgere i cittadini nel dibattito».

Alessandro Ragazzo

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