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Nuova Venezia – Esondano i fiumi, treni bloccati

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2

feb

2014

Veneto orientale sott’acqua: traffico in tilt, quaranta famiglie sfollate

 

Portogruarese sott’acqua Sfollate quaranta famiglie

L’intero Borgo Sant’Agnese allagato dall’alba, al lavoro decine di volontari

A San Stino esonda il Fosson, chiuse molte strade. Interrotta la Ferrovia

PORTOGRUARO – L’intero mandamento è ai limiti e ci sono 40 famiglie sfollate. La forza dell’acqua sta mettendo a dura prova tutto il territorio. Sono al lavoro i tecnici del Consorzio di bonifica Veneto orientale, Genio civile, Protezione civile, carabinieri e polizia. Disagi al traffico per le strade chiuse a causa delle esondazioni. Interrotto il traffico ferroviario sulle linee ferroviarie Treviso – Portogruaro (già da venerdì) e Venezia-Trieste, da ieri, per l’esondazione del canale Loncon. La situazione più grave sembra a San Stino dove è esondato il canale Fosson esterno, nella zona di Corbolone. In via Cimitero sono state evacuate una trentina di famiglie, a scopi precauzionali. Le notizie che arrivano dal vicino trevigiano, sul livello del Livenza, non sono buone perché per tutta la giornata di ieri è continuato a crescere. Evacuate anche sei famiglie a Loncon di Annone Veneto. La mattinata era cominciata male con l’esondazione della roggia Versiola all’alba, nella zona di Borgo Sant’Agnese. E questo il luogo che ha sofferto maggiormente all’inizio. Infatti il Versiola sfocia sul Reghena a pochi metri dal luogo in cui il Reghena confluisce con il Lemene. L’acqua ha invaso l’intera Borgo Sant’Agnese, tanto che la strada è rimasta chiusa tutto il giorno, su provvedimento della polizia locale. In più in zona Frati, il Reghena in un punto è stato caratterizzato da una copiosa tracimazione che ha messo a rischio tutta la zona di via Tevere, via Po e zone limitrofe. Canali ai limiti nella frazione di Lugugnana. Reghena e Summaga esterno inquietanti vicino all’Abbazia summaghese. Pradipozzo non è stata risparmiata, così come Mazzolada. La situazione del territorio ieri nel tardo pomeriggio induceva a un cauto ottimismo. Il Consorzio di bonifica ed il Genio Civile che monitorano costantemente il livello dei corsi d’acqua hanno fatto sapere che per questi ultimi la situazione stava lentamente migliorando. L’attenzione rimane comunque molto alta e per questo presso la sede del magazzino comunale si è tenuta una riunione di coordinamento per far si anche oggi sia garantito un presidio costante del territorio. In particolare sarà presente nel Centro operativo comunale per le emergenze Coc personale del comune della protezione civile e della polizia locale. Sono stati preparati circa altri 2000 sacchi di sabbia per le eventuali emergenze, sono a disposizione 5 autocarri da 35 quintali e i vigili del fuoco garantiscono la disponibilità di autopompe. Comuni cittadini che nella giornata di oggi hanno supportato il personale delle diverse istituzioni nell’opera di presidio e di assistenza al territorio hanno lasciato i loro recapiti dando disponibilità per eventuali emergenze. Trasferiti nel territorio 6500 sacchi di sabbia. Situazione difficile a Concordia dove il Lemene, prima del picco massimo di marea, era diminuito di mezzo metro. Poi il suo livello ha ripreso a saire così come il canale artificiale Cavanella. Anche nella zona concordiese il Lemene calava di minuto in minuto dopo le 18. Ma la notte è stata lunga e sofferta. Gli allagamenti sono stati scongiurati, probabilmente, perchè il litorale è stato interessato da raffiche di bora che hanno attutito la forza dell’acqua. A San Michele i collettori del canale Taglio hanno invaso almeno una decina di abitazioni nella zona di Sant’Anna, dove una volta c’era l’azienda Eridania. La zona è quella al confine con la frazione portogruarese di Lugugnana. Nel territorio sanmichelino sono il Cavrato e il Tagliamento, da ieri sera, a destare le maggiori preoccupazioni, in quanto carichi delle piogge e dell’acqua caduta sulle montagne friulane, dove parte delle nevi per giunta si sono sciolte per l’innalzamento delle temperature. A Caorle, infine, Livenza ha invaso la via del pontile, nella zona del traghetto. Si potevano notare numerosi detriti alla foce, tra cui anche dei rifiuti speciali. Centinaia gli ettari di terreno allagati, soprattutto nell’entroterra, da Ottava Presa alla Brussa.

Rosario Padovano

 

«Mai visti eventi simili in centro»

Portogruaro. Stupore per l’esondazione. Gara di solidarietà tra i residenti 

PORTOGRUARO «In 50 anni non avevo mai visto una situazione del genere in centro storico», ha commentato ieri un residente, mi sembra tutto così surreale. Il Reghena non aveva mai provocato grossi problemi». Via Valle nella serata è stata riaperta. In mattinata era stata chiusa per l’esondazione della roggia Camucina, un corso d’acqua interno che non aveva mai impensierito gli abitanti dell’omonima via. Solo che ieri, purtroppo, l’acqua è finita dentro le case. «Non vorrei che fosse un problema legato alla chiusura delle chiaviche», si interroga la famiglia Boschin, «noi viviamo da sempre qui in via Camucina. Nemmeno quando hanno vissuto i nostri nonni si era verificato mai un evento simile». Molti portogruaresi ieri hanno prestato una grossa mano ai soccorsi, partecipando attivamente anche all’opera di soccorso, tra l’altro, portata dai pompieri del locale distaccamento, impegnati anche su altri fronti e altre terribili situazioni. «Sono stato colpito dalla tanta partecipazione delle persone che hanno dato la loro disponibilità. È stato un bell’ esempio di partecipazione attiva della cittadinanza e di solidarietà», ha affermato l’assessore Ivo Simonella, «ringrazio tutto il personale comunale il settore manutenzioni, i vigili ed i volontari della Protezione civile». «È un fatto significativo e rilevante che la cittadinanza abbia risposto così con senso civico e grande disponibilità alle esigenze di un territorio seriamente minacciato da un serio rischio di esondazione», ha dichiarato a sua volta il sindaco Antonio Bertoncello, «Ringraziamo tutti quanti sono venuti nel magazzino comunale, tutti quelli che hanno aiutato i propri vicini e si sono mobilitati per sostenere altri cittadini in situazione di necessità. Ovviamente ringrazio tutto il personale comunale, operai per le manutenzione, polizia locale, e i volontari della protezione civile che da due giorni stanno lavorando costantemente e senza interruzioni». I commercianti anziché lamentarsi, poi, hanno fatto a gara a rifocillare, sui luoghi dei soccorsi, i volontari. I ristoratori portogruaresi hanno dato loro da mangiare.

(r.p.)

 

Oggi forti piogge, previsti 13 millimetri Solo martedì mattina ci sarà una tregua 

PORTOGRUARO. Anche oggi sarà un’altra giornata di pioggia con precipitazioni che toccheranno la punta massina con 13 millimetri nel pomeriggio. Ma già questa mattina la pioggia sarà abbandonate e ciò preoccupa per il livello dei corsi d’acqua dopo le esondazioni avvenute ieri a Portogruaro e in altri comuni del mandamento. La temperatura rimarrà stabile e il vento non dovrebbe superare i 31 chilometri orari. Il fenomeno delle precipitazioni è comunque destinato ad attenuarsi nella giornata di lunedì, ma riprenderà nel pomeriggio di martedì, quando le previsioni indicano la caduta di 10 millimetri d’acqua. Sotto osservazione restano i corsi d’acqua. Di vera emergenza restano la tenuta degli argini del Reghena e dei canali affluenti e scolmatori. Il Comune ha avviato costanti contatti con la Protezione civile per coordinare gli interventi sul territorio mentre la Regione ha dislocato due squadre di volontari a San Stino ed una a Portogruaro. Aumentata la richiesta di sacchetti di sabbia e c’è bisogno di aiuto per riempirli. Chiunque voglia aiutare per l’emergenza meteo può presentarsi nella sede del magazzino comunale in via del lavoro 6 in zona zona Pip Noiari , dove si trova il Centro operativo Comunale e la Protezione civile.

 

Evacuate decine di persone a San Stino e ad Annone

La tracimazione del fiume Loncon ha allagato le case e imposto il provvedimento

Sette Sorelle la località più colpita. Timori nella notte per la piena del Livenza 

SAN STINO – Evacuate ieri circa 40 famiglie tra San Stino e Annone Veneto a causa della tracimazione del fiume Loncon. Allestito alla mensa comunale di San Stino un centro accoglienza per gli sfollati che però non è servito: molti hanno infatti trovato rifugio da familiari e amici mentre altri hanno scelto di rimanere nelle proprie case spostandosi ai piani più alti. Numerose le criticità a San Stino: ampie zone allagate a Corbolone, dietro il casello autostradale, a Biverone e in località Sette Sorelle, a causa delle esondazioni del Loncon, del Fosson e del Malgher. Durante la notte la protezione civile ha continuato a monitorare il livello del fiume Livenza, in apprensione in particolare per la piena prevista per l’una di oggi. Nella notte erano infatti previste piogge intense nel pordenonese con la massima allerta a Brugnera dove il Livenza era a rischio tracimazione. Nella giornata di ieri l’amministrazione sanstinese con la protezione civile hanno tentato di tamponare le criticità. La situazione più grave in località Sette Sorelle, dove il Loncon fa paura ed è quindi stata notificata l’ordinanza di evacuazione a circa venti famiglie che abitano nelle vicinanze del fiume. «I vigili urbani ci hanno informati della possibilità di esondazione del Loncon», spiega un residente di via Fossafondi, «So che sono state evacuate le case più vicine al fiume, mentre io abito a circa un chilometro di distanza. Passerò la notte in casa mia ai piani più alti. Lascerò la casa solo se il pericolo sarà veramente concreto ed imminente». L’amministrazione comunale aveva allestito un centro di accoglienza nella mensa comunale per gli sfollati, riscaldata e pronta all’utilizzo. Alla fine però non è servita: tutti gli sfollati hanno trovato ospitalità presso familiari ed amici. Solo una coppia di anziani è rimasta in carico al Comune che ha quindi trovato una soluzione alternativa. Strade allagate a Biverone, a Corbolone e in via Fosson, la strada per le piscine che è stata chiusa al traffico. La gente è rimasta in casa, rifugiandosi ai piani superiori in attesa che l’acqua defluisca. «Le difficoltà sul territorio sono numerose», ha confermato il sindaco Matteo Cappelletto, «Alcune emergenze sono sotto controllo, altre vengono continuamente tamponate. Purtroppo continua a piovere e le criticità sono veramente numerose a causa dei principali fiumi e canali del territorio che hanno esondato in diversi punti. Inoltre attendiamo la piena del Livenza: l’alta marea è attesa a San Stino per l’una circa di notte». Anche ad Annone Veneto amministrazione e protezione civile sono stati impegnati per tutto il giorno: sono state evacuate le cinque famiglie residenti in via Idrovora, a sud della provinciale Triestina, a causa della esondazione del fiume Loncon. L’ultima evacuazione era avvenuta nel marzo 2011 in via precauzionale. Gli sfollati hanno trovato rifugio a casa di parenti ed amici in attesa che passi lo stato di allerta. Lungo via Fosson a Giai di Annone Veneto il canale e i fossi sono straripati e l’acqua si è riversata sui campi, arrivando a minacciare l’entrata delle abitazioni: la protezione civile ha consegnato ai residenti sacchetti di sabbia per proteggere le abitazioni ed impedire all’acqua di invadere i locali.

Claudia Stefani

 

Ceggia, il livello del Piavon fa paura

L’acqua ha invaso via Noghera: chiusa al traffico. Infiltrazioni vicino al municipio

CEGGIA – Una giornata trascorsa con il fiato sospeso, a guardare il livello dell’acqua del Piavon crescere sempre di più fino a toccare la punta massima dopo l’ora di pranzo. Ieri Ceggia ha rivissuto l’incubo alluvione. Come già era accaduto nel marzo del 2011. Anzi, forse con anche maggiore apprensione, perché le acque del Piavon, che attraversano in pieno il centro del paese, stavolta sono arrivate in alcuni punti a un livello inferiore di un solo centimetro rispetto all’altezza dei muretti di contenimento. Alla fine l’onda di piena delle 13.30 è passata tutto sommato indenne. Poi l’attenzione si è spostata sul nuovo colmo atteso per la tarda serata. L’ondata di piena delle 13.30 ha causato un parziale allagamento di via Noghera, chiusa nel tratto dal cimitero verso il centro. Mentre nella zona di via Piavon, sulla riva opposta di fronte al municipio, si sono verificati fontanazzi e delle infiltrazioni tra le pietre del muretto arginale. Chiusa, in via precauzionale, la passerella pedonale. I disagi, comunque, sono stati limitati. Merito del grande lavoro svolto dai volontari della protezione civile e dall’intera macchina comunale. La task-force era stata costituita già nella serata di venerdì, per monitorare la prima piena del Piavon. Poi, ieri mattina, è scattata la nuova mobilitazione. In campo 22 volontari della protezione civile coordinati da Angelo Salvel, la squadra degli operai comunali guidata dall’architetto Mauro Montagner e gli agenti della polizia locale del comandante Luca Gandolfi. Sul posto anche l’assessore alla protezione civile Graziano Vidali e il sindaco Massimo Beraldo, che per tutta la giornata hanno tenuto i contatti con i vertici del consorzio di bonifica. Passato il colmo di piena, il livello del fiume intorno alle 17 era sceso di una decina di centimetri. In serata si è tenuto un nuovo vertice in vista della piena notturna. Qualche problema a Meolo, dove la forte pioggia ha causato nella serata di venerdì un guasto all’illuminazione pubblica in piazza Battisti e in piazza Martiri. Un intervento anche per delle infiltrazioni da un cornicione di un’aula della scuola media.

Giovanni Monforte

 

Circolazione dei treni in tilt Interrotta la Venezia-Trieste

Ancora bloccata pure la linea Treviso-Portogruaro per l’esondazione di Loncon e Reghena

Attivato il servizio sostitutivo con gli autobus. I pendolari protestano: poca informazione 

PORTOGRUARO – L’esondazione dei fiumi Loncon e Reghena ha mandato in tilt, ieri, la circolazione ferroviaria nel Veneto Orientale. Dal primo pomeriggio è stata chiusa la tratta Venezia-Trieste, tra le stazioni di San Stino e Portogruaro. Mentre per tutta la giornata è proseguita la chiusura della linea Treviso-Portogruaro, già interrotta tra la città del Lemene e Motta di Livenza dalla mattinata di venerdì. Una situazione di emergenza che ha causato non pochi disagi ai pendolari turnisti e ai viaggiatori, costretti al trasbordo sugli autobus sostitutivi. E per fortuna è accaduto di sabato, quando il numero di utenti è comunque ridotto. Se la chiusura fosse avvenuta in un normale giorno feriale, il caos sarebbe stato ancora maggiore. L’emergenza sulla Venezia-Trieste è scattata intorno alle 13.40. Già nella giornata di venerdì la piena del Loncon aveva fatto temere il rischio di dover chiudere la linea, ma alla fine il provvedimento era stato scongiurato. Ieri all’ora di pranzo, invece, l’acqua del fiume, tracimata dall’alveo, ha raggiunto la massicciata ferroviaria. E per i treni è scattato lo stop al transito nel tratto compreso tra le stazioni di San Stino e di Portogruaro. I Regionali Veloci Trieste-Venezia sono stati cancellati nel tratto Venezia-Portogruaro, prevedendone l’arrivo e la partenza dalla città del Lemene. Mentre ad assicurare i collegamenti nel Veneto Orientale sono stati i Regionali Lenti da Venezia, tutti limitati in arrivo e in partenza a San Donà. Per garantire la mobilità dei passeggeri tra San Donà e Portogruaro sono stati attivati fin da subito dei servizi sostitutivi con autobus tra le due città, in coincidenza con i treni in partenza. Ma i ritardi sono stati inevitabili, per consentire ai viaggiatori il tempo necessario per il trasbordo tra bus e treno. Né sono mancate le proteste per le informazioni sommarie fornite all’utenza, più che altro nelle stazioni di partenza e nei primi momenti dopo il blocco. A sopperire alla carenza di informazioni ci hanno pensato i comitati pendolari della tratta, che hanno riempito i loro profili Facebook di segnalazioni su ritardi e cancellazioni. I treni a lunga percorrenza (Intercity, Frecciabianca e Frecciargento) sono stati deviati, invece, sulla tratta Treviso-Udine-Gorizia, con ritardi stimati di circa un’ora rispetto alla normale percorrenza. A tarda serata non erano ancora noti i tempi di ripristino della circolazione ferroviaria, legati inevitabilmente al rifluire della piena del fiume. Sono proseguiti a circolare anche i servizi bus sostitutivi tra le stazioni di Portogruaro e Motta, sulla linea per Treviso, dove la circolazione è stata sospesa già venerdì mattina a causa dell’esondazione del Reghena. I tecnici di Rete Ferroviaria Italiana hanno operato sul posto per ripristinare la circolazione. Viaggiare in treno è stato difficile anche per chi era diretto all’estero, a causa della chiusura per neve della linea Italia-Austria, via Tarvisio.

Giovanni Monforte

 

La mareggiata si mangia la spiaggia di Jesolo

Il sindaco parla di centomila metri cubi di sabbia spariti e danni per tre milioni

Paura a Cavallino per tre famiglie in via Saccagnana. Allagamenti a Eraclea

JESOLO – Mareggiata a Jesolo, inizia la conta dei danni su tutto il litorale. Jesolo è la spiaggia più colpita rispetto alla vicine Eraclea Mare e Cavalino Treporti. Se già mancavano al lido di Jesolo circa centomila metri cubi di sabbia, il mare se ne è mangiati altrettanti con le ultime ondate che da venerdì notte non si sono mai fermate. Il mare invade la spiaggia di piazza Mazzini, dove manca la duna protettiva. In altri punti in cui la duna è stata eretta, tra la pineta, il centro del lido e la zona verso il faro, il mare è stato in qualche modo fermato. Ma i danni ci sono e il sindaco, Valerio Zoggia, ieri ha chiesto un resoconto già dettagliato, anche se ancora incompleto, assieme ai tecnici. «Le dune hanno e retto l’impatto del mare», dice, «anche se in alcuni punti sono state erose per 15 o 20 centrimetri. Avremo perso complessivamente centomila metri cubi di sabbia che vanno ad aggiungersi a quelli che già erano stati erosi con l’ultima mareggiata. Siamo a circa 200 mila per un danno di circa tre milioni. Ne abbiamo circa uno e mezzo, gli altri dovranno essere reperiti». Il presidente della Federconsorzi di Jesolo, Renato Cattai, è soddisfatto dell’opera dei consorzi. «Chi si è scagliato contro le dune sulla spiaggia», dice Cattai, «dovrà ricredersi perché hanno retto molto bene. Basti vedere come i punti in cui le dune non sono state alzate, come verso piazza Mazzini, il mare è arrivato ai camminamenti e ha portato di tutto». Quanto al Paese e l’entroterra, sotto stretta osservazione i canali, come il Cavetta, arrivato al limite e poi il Sile, ma non ci sono state particolari emergenze e gli allagamenti sono stati limitati. A Eraclea, i danni sulla spiaggia sono stati contenuti anche se bisognerà vedere la zona del Mort, dove sono in corso i lavori di protezione del Genio Civile. L’entroterra è invece a rischio lungo la rete dei canali, in particolare il Brian che prosegue il Piavon nel territorio. Sotto stretta osservazione Stretti. Allagamenti nelle zone basse, come Braida a Paludelli, dietro al cimitero. Il sindaco di Eraclea, Giorgio Talon, si è mosso con i volontari della protezione civile per i vari sopralluoghi, ma la situazione è apparsa sotto controllo. A Cavallino rischio allagamento per le abitazioni di tre famiglie in via di Saccagnana. A causa del malfunzionamento di un’idrovora lagunare, l’onda di marea aveva iniziato a trasbordare allagando i cortili del condominio. Sono intervenuti i vigili del fuoco di Jesolo che con un’autobotte con le idrovore. L’intervento è durato un’ora. Una volta asciugato il cortile i vigili del fuoco hanno ripristinato l’uso dell’idrovora lagunare.

Giovanni Cagnassi

 

Triestina allagata a Portegrandi

Ma la statale è rimasta aperta al traffico. Migliora la situazione nel Miranese

PORTEGRANDI – Acqua anche sulla Triestina. Lungo la statale 14 a Portegrandi è dovuta intervenire la protezione civile, ieri pomeriggio perché l’acqua del canale ha lambito il ciglio della strada fino a bagnare l’asfalto. I volontari hanno allora posizionato la segnaletica di sicurezza evitando la chiusura della strada al traffico. Il livello del canale che scorre parallelo alla strada fino alla località Fossetta è sempre stato altissimo ma sotto controllo. L’acqua si era alzata già nella giornata di venerdì e non si è fermata neppure ieri. Se però in territorio di Musile non ci sono stati problemi particolari, eccetto per l’apprensione dei residenti davanti all’acqua così alta, verso Quarto D’Altino la situazione si è aggravata proprio all’incrocio con Portegrandi sulla statale. L’acqua ha iniziato ad allargarsi sul ciglio della strada e i volontari sono riusciti a eliminarla azionando subito le pompe di emergenza, vicino alla fermata degli autobus, contenendo così l’esondazione che è stata segnalata con cartelli e birilli di sicurezza. Giornata di tregua ieri nel Miranese per il maltempo, con i livelli dei fiumi e dei corsi d’acqua che si sono abbassati ma lo sguardo è già rivolto a oggi perché l’allerta non è ancora finito. Impegnati in queste ore decine di uomini tra consorzio di bonifica Acque risorgive, protezione civile e volontari. Il Marzenego e il Dese sono calati di un metro, un po’ meno lo Zero. Sono stati risolti quei problemi agli argini dello stesso Dese a Scorzè, mentre ieri mattina è stato fatto un sopralluogo in un cantiere del Passante per risolvere delle criticità. I tecnici di Acque risorgive continuano a monitorare il Muson, che è risalito per le precipitazioni avvenute nella zona pedemontana. «Tutto il tempo che passa», spiega il responsabile del consorzio Vladi Vardiero «gioca a nostro favore, perché possiamo scaricare i livelli di piena per affrontare con più tranquillità un’eventuale colpo di coda».

 

SAN DONA’ – La golena regge l’urto, disagi soprattutto nelle frazioni

SAN DONÀ – Il maltempo non dà tregua, ma per il momento San Donà e il suo vasto territorio reggono, pur sempre a rischio tra il fiume e la rete minacciosa dei canali in un’area a forte rischio idrogeologico e sotto il livello del mare. I disagi più seri sono stati in via degli Esposti, dove in una casa allagata vive una famiglia con anziani e disabili in forte difficoltà, quindi in via Sant’Osvaldo, anche questa completamente allagata. Problemi anche nel cuore di Isiata, in corrispondenza del canale Ramo. Acqua anche al sottopasso sulla bretella tra San Donà e Noventa. Il ponte di barche tra Fossalta e Noventa resta ancora chiuso per motivi di sicurezza, come quello di Caposile sovrastato dall’acqua. Sempre a rischio i canali Piveran e Piavon, con allagamenti dei campi. Il sindaco Andrea Cereser ha girato in tutto il territorio con la polizia locale e la protezione civile al suo fianco, in particolare a Fossà e Grassaga dove i canali erano al limite. L’assessore all’ambiente, Luigi Trevisiol, ha fatto il turno di notte con i volontari della protezione civile, una task force di una quindicina di persone. Il Piave non ha esondato al parco fluviale come si temeva. Le transenne per la chiusura della strada erano già pronte ieri, ma non è stato necessario fermare il traffico sotto il ponte. Ma l’allarme prosegue anche oggi.

(g.ca.)

 

Il Marzenego ha tenuto in via Poerio

tarù sotto controllo

MESTRE. A Mestre, nonostante i timori, il Marzenego ha tenuto e ieri la tensione si è stemperata con la diminuzione della pioggia. Il fiume stombinato in via Poerio si è ingrossato venerdì e a ridosso di piazza Ferretto il livello ha superato il fondo del parapetto. Una piccola tracimazione si è verificata in un fossato in via Ca’ Colombara a Favaro, monitorato dai tecnici del Comune anche ieri mattina. I controlli svolti dagli uomini della Protezione civile del Comune hanno escluso altri problemi. Sorvegliati speciali per il rischio esondazioni sono stati venerdì anche il Tarù, frazione di Zelarino, e via Wolf Ferrari che costeggia l’ansa del Marzenego, dietro le piscine del Coni di via Circonvallazione. Il Marzenego ieri è ritornato ai livelli normali ma i timori non sopiscono le lamentele di quanti temono ora, che il fiume è stato riaperto, problemi idraulici legati proprio alla convivenza con il fiume. «Sarebbe andata molto peggio se era tombato e saltavano i tombini causa l’innalzamento dei livelli», ha ribadito l’assessore Maggioni. «I timori sono rientrati e possiamo dire che è andato tutto per il meglio senza alcun problema», sintetizza per la Protezione civile Maurizio Calligaro. In città il maltempo, comunque, qualche problema lo ha creato. Come a Carpenedo, dove nel piazzale della Plip in via San Donà si è schiantato al suolo ieri mattina un grosso pino marittimo, stressato dal vento e dalla pioggia dei giorni scorsi. Per fortuna l’albero caduto non ha centrato alcuna macchina nel piazzale di solito affollato di mezzi.

(m.ch.)

 

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