Gazzettino – Il Nordest in ginocchio
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
8
feb
2014
Martella: «Non basta dire di fare squadra. Va presentata una proposta unitaria»
Il governatore ha elogiato chi si è prodigato nell’emergenza: «Abbiamo limitato i danni»
PARTITA APERTA – Confronto insoddisfacente col premier Letta: «Ma noi diamo 21 miliardi di tasse»
RILANCIO . Il vicepresidente Pd alla Camera incalza il governatore
«Subito un vertice tra tutti i parlamentari»
IL MINISTRO ZANONATO «Stato di calamità? Per ora nessuna richiesta»
Dal Veneto non è ancora arrivata al governo l’istanza finalizzata a proclamare lo “stato di calamita’”, per il maltempo, propedeutica a ottenere i finanziamenti per fronteggiare l’emergenza. A sostenerlo è Flavio Zanonato, ministro per lo Sviluppo economico, che si è attivato per accelerare l’iter. «In primis – sottolinea il ministro – ho contattato Patroni Griffi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il quale mi ha confermato che dal Veneto non era ancora stato spedito niente. Ho poi telefonato a Gabrielli, capo della Protezione Civile, e mi ha dato la medesima versione. Certo – riconosce Zanonato – la procedura non è semplicissima perchè vanno raccolte tutte le richieste dei cittadini con l’elenco dei danni causati dagli allagamenti. Per quanto mi riguarda, confermo la disponibilita’ totale a sollecitare l’istruttoria, ma da Venezia deve partiere la richiesta»
(n.co)
Zaia: il sistema Veneto ha evitato una strage
«È fondamentale che la squadra veneta si faccia sentire», ha detto il governatore Luca Zaia dopo l’incontro, peraltro non proprio entusiasmante, con il premier Enrico Letta. Perché a Roma hanno capito benissimo qual è la situazione dei fiumi, dei campi allagati, dei metri di neve in montagna e degli arenili devastati, ma hanno anche messo le mani avanti: soldi non ce ne sono. E allora? «Allora non basta lanciare un appello per fare squadra, bisogna muoversi», rilancia Andrea Martella, veneziano, vicepresidente del Partito democratico alla Camera dei deputati. Sarebbe a dire? «Il governatore Zaia – dice Martella – dia seguito agli annunci e convochi urgentemente un vertice con i parlamentari veneti per individuare una proposta unitaria da sottoporre al Governo per garantire i finanziamenti statali e quindi un piano di interventi di tutela del territorio».
Il parlamentare democratico non condivide tutte le dichiarazioni del governatore, ma è pronto a fare la sua parte perché si individuino le risorse per far fronte all’emergenza. Precedenti, del resto, ce ne sono, come è stato per una mozione bipartisan sulla manutenzione del territorio e la difesa idrogeologica presentata la scorsa primavera dal capogruppo del Pd Roberto Speranza e secondo firmatario l’allora capogruppo del Pdl Renato Brunetta, un provvedimento che poi venne approvato dall’aula.
«Malgrado Zaia abbia detto che il Veneto è trattato da periferia dell’impero – punzecchia il vicepresidente del Pd a Montecitorio – il Governo ha dimostrato attenzione ed è stato disponibile al confronto per affrontare questa emergenza». E dunque, è il ragionamento, bisogna mettere da parte le bandiere e darsi da fare. «Evitiamo le prove muscolari e gli attacchi politici – dice Martella – Il modo migliore per far fronte a questa emergenza che tanti danni ha provocato in Veneto, è di coordinare il lavoro tra Regione e Governo».
Il vicepresidente del Pd non si sbilancia sulla modalità di reperimento dei fondi, anche se in queste ore sono rimbalzate varie ipotesi, come ad esempio la possibilità di individuare alcuni interventi per rimpinguare il Fondo per la coesione sociale. E poi c’è la questione dei vincoli del patto di stabilità. E qui si inserisce la proposta di Martella: «Credo sia opportuno concedere una deroga al patto di stabilità per quegli investimenti in opere di messa in sicurezza che diventano indispensabili per difendere il territorio». In pratica, i Comuni virtuosi dovrebbero essere autorizzati a usare le risorse.
Ma per parlare di questa e altre proposte serve che la “squadra” della politica veneta venga chiamata al tavolo. Zaia ha detto che il pressing dei partiti è fondamentale? «E allora dia seguito a quelle parole, non si limiti agli annunci – dice Martella – Il presidente della Regione convochi i parlamentari veneti e insieme si cerchi una proposta unitaria».
Alda Vanzan
MONTEBELLO – Il presidente del Veneto in visita al bacino rilancia il programma di interventi
MONTEBELLO VICENTINO – È stato costruito nel 1926. Hanno impiegato meno di un anno per realizzarlo. È capace di contenere fino a 6 milioni di metri cubi d’acqua, una quantità che in questi giorni ha evitato che si riversasse soprattutto nel Veronese. Ora sarà ampliato in maniera da poter trattenere 10 milioni di metri cubi d’acqua su una superficie di 153 ettari con un investimento di 53 milioni di euro. È il bacino di laminazione di Montebello Vicentino, l’ultima grande opera di difesa idraulica costruita in Veneto. Ieri è stato visitato da Luca Zaia che ha rilanciato la sua campagna di prevenzione per mettere in sicurezza il territorio della regione.
«Dagli anni Trenta non si sono mai più realizzate in Veneto casse di espansione simili – ha spiegato Zaia – questo di Montebello è stato costruito in otto mesi e ciò significa che si possono fare ancora opere in breve tempo, ma non ci vogliono comitati, burocrazia malata come quella che c’è in Italia dove chiunque ha un diritto di veto. Basti pensare che nel nostro Paese se ti bocciano un figlio a scuola ricorri al Tar. Non mi sembra una cosa normale». Zaia ha ricordato che il Veneto ha già programmato circa una decina di “serbatoi” simili. «Alcuni sono finanziati – ha spiegato – e la prossima stagione sarà quella dei cantieri, alcuni già avviati come quello di Caldogno a difesa di Vicenza».
Due miliardi di euro. Sono quelli che servono per mettere in sicurezza il Veneto. Per non dover vivere una perenne emergenza. Le piogge di queste settimane hanno comportato danni, questa una prima stima, per 500 milioni di euro. «Ho portato al premier Letta i dati sulla nostra tragedia: ricordo che ha piovuto di più del 2010 e che alle alluvioni si somma la tragedia della montagna spesso dimenticata, ma che vive i disagi alla pari degli alluvionati in pianura. La risposta di Letta è stata quella del cerimoniale di corte: “Non ci sono soldi, i bilanci dello Stato li conoscete”. Ma sappiamo anche – ha sottolineato Zaia – che in quei bilanci ci sono 21 miliardi di euro che ogni anno i veneti versano. Per noi la partita del «non ci sono soldi» non esiste, ed è tutt’altro che chiusa».
La Regione ha dato cinque giorni ai sindaci per un primo bilancio generale dei danni. Molti sono relativi alla viabilità bloccata da smottamenti, frane, crolli che per Zaia «avranno costi inimmaginabili che solo dopo una prima contabilità potranno avere contorni certi».
Il governatore del Veneto ha anche elogiato quanti in questi giorni hanno affrontato l’emergenza. «Se avesse colpito altre zone d’Italia l’alluvione che ha toccato il Veneto avrebbe provocato una strage. I veneti sono un popolo eccezionale individualmente, istituzionalmente e nelle associazioni. Qui ha funzionato il sistema Veneto che ha limitato i danni: abbiamo saputo coordinarci facendo tesoro – ha aggiunto il presidente – degli errori del passato. E se non ci fossero stati i nostri angeli che sono i 2500 volontari questi risultati non si sarebbero avuti».
Montebello e Caldogno, ma non solo. Pochi chilometri più a nord, tra Trissino ed Arzignano, ormai è pronto a partire anche il cantiere per realizzare il bacino di laminazione sulle Rotte del Guà che potrà trattenere 3,8 milioni di metri cubi d’acqua del torrente Agno, il più impetuoso della regione, a difesa del basso vicentino e del padovano.
Giorgio Zordan
FIESSO D’ARTICO
«La Riviera si è salvata grazie ai nostri interventi»
FIESSO D’ARTICO – «Il maltempo è stato un duro banco di prova per Fiesso e non solo. Ma i buoni interventi pubblico-privati fatti hanno dato i loro frutti». A sostenerlo è il sindaco Andrea Martellato. «Si è avuto modo di riscontrare ottimi risultati dai lavori fatti gli scorsi anni e delle manutenzioni che il comune e i privati hanno fatto in questo periodo- afferma Martellato – Molti fossati che lo scorso anno sono stati puliti dai privati o dal comune, hanno permesso di non avere “l’acqua sopra la gola”. E nonostante nel territorio di Mira, che ha reso il rio Serraglio senza capacità di riversamento, siamo riusciti a trattenere la nostra acqua e riversarla nel rio solo in un secondo tempo. Così facendo, abbiamo dato una mano ai territori a valle che non avrebbero potuto sopportare ulteriori metri cubi di acqua».
Il risultato raggiunto, pe il sindaco, è stato assicurato «grazie ad un continuo monitoraggio del territorio da parte dei volontari della protezione civile che sempre ringrazio per la disponibilità; ma anche degli uomini del Genio civile e del consorzio Acque Risorgive che giorno e notte, con la loro presenza, hanno garantito l’attività di monitoraggio e di intervento degli impianti sul nostro territorio. Un grazie va a tutti i cittadini che quotidianamente puliscono e mantengono efficienti i fossati, le caditoie e le aree utili allo scolo delle acque».
Gianluigi Dal Corso
IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO
«Ecco le opere da fare subito per prevenire gli allagamenti»
PORTOGRUARO – «Spingere per far finanziare il Piano strategico degli interventi “urgentissimi” per la messa in sicurezza idraulica, già approvato dalla Regione; riprendere il Piano delle opere “di somma urgenza” per far fronte agli eventi meteo come quelli verificatesi nei giorni scorsi; garantire 5 milioni di euro ogni anno al Consorzio di bonifica e al Genio Civile regionale per i corsi d’acqua di competenza». Sono questi, in sintesi, gli obiettivi posti dall’ingegner Sergio Grego, direttore del Consorzio di bonifica, ieri pomeriggio in Conferenza dei sindaci del Veneto Orientale. Nella sua relazione l’ingegner Grego ha ripreso il Piano strategico dei lavori “urgentissimi e indifferibili” che si compone di sei interventi, per un costo di 6 milioni di euro di competenza del Consorzio, senza contare quindi le arginature dei corsi d’acqua di competenza del Genio Civile. Il piano di lavori “urgentissimi” prevede: «L’estensione del sistema di monitoraggio meteorologico e idraulico per le Protezioni civili dei Comuni, per 220mila euro; il collegamento nel Sandonatese del bacino Bella Madonna al Bacino Ongaro Inferiore, mediante sottopassante il canale Brian a Staffolo di Torre di Mosto per 1,8 milioni di euro; la sistemazione nel Portogruarese dello scolo Codis, di Fossa Cortina, Fossalone e roggia Versiola; il potenziamento dell’impianto idrovoro Valle Tagli per aumentare la capacità di sollevamento idrovoro al di fuori del sistema Brian; l’adeguamento del bacino Bandoquerelle e Palù Grande a Concordie Sagittaria, oltre alla realizzazione del nuovo impianto idrovoro della stazione Lemene. Infine – conclude Grego – un intervento diffuso di ripresa frane per 600mila euro».
(m.mar.)
EMERGENZA IDRAULICA – La proposta di Francesca Zaccariotto a Zaia e ai parlamentari
«Teniamoci un miliardo di euro»
VENEZIA – «I parlamentari veneti si impegnino per ottenere subito un miliardo di euro per la nostra gente». Dopo l’incontro del Governatore Zaia con il governo per ottenere i giusti rimborsi per i danni straordinari del maltempo, la presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto lancia una proposta provocatoria: «Non possiamo andare con il cappello in mano ad elemosinare risorse dallo Stato – afferma Zaccariotto -. Propongo di trattenere un miliardo di euro subito per dare una risposta immediata e concreta a quanti sono stati messi in ginocchio. È importante che Zaia faccia sottoscrivere questa proposta da tutti i parlamentari veneti, di tutte le appartenenze politiche. Da me vengono cittadini, agricoltori e famiglie che sono state colpite due volte: non solo dalla crisi economica, ma anche dalle continue catastrofi climatiche. E poi lavoriamo per riaggiustare il territorio, rafforzare gli argini, pulire i fiumi, rimboscare, rilanciare e potenziare un sistema consortile di bonifica che possa lavorare a pieno ritmo». Dalla Regione, intanto, il capogruppo del Pd Lucio Tiozzo chiede l’istituzione di un fondo straordinario da 100 milioni di euro per il ripristino e ripascimento degli arenili erosi e per lo smaltimento dei materiali spiaggiati. «Contemporaneamente – prosegue Tiozzo – il Veneto deve seguire l’esempio della Regione Liguria sul fronte dello smaltimento del legname portato sulle spiagge dalle piene dei fiumi, non obbligando più le amministrazioni comunali a conferire questo materiale in discarica, visto che non si tratta di rifiuto speciale bensì naturale».