Nuova Venezia – I danni del maltempo
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13
feb
2014
L’OPINIONE
ALLUVIONI, IL BALLETTO DELLE CIFRE
di CARLO GIUPPONI – professore associato di Economia dell’ambiente Università Ca’ Foscari Venezia
L’agenzia Ansa parla di 54 milioni di Euro di danni solamente per il settore agricolo; altre fonti parlano di mezzo miliardo di danni complessivamente e da subito si è confrontato questo evento eccezionale con quello del 2010 che ha colpito ancora il Veneto e in particolare Vicenza. Quella del 2010 l’avevamo chiamata l’alluvione di Vicenza, questa del 2014 forse verrà chiamata di Padova. Quel che importa è che eventi alluvionali ormai si susseguono con cadenza che ci pare sempre più frequente. Molto sarebbe da dire su quanto siano soggettive le percezioni legate al clima e la meteorologia, nel riportare la frequenza e l’entità dei fenomeni, ma i dati di organizzazioni del settore ci vengono incontro per fare un po’ di chiarezza. Sono soprattutto le società di riassicurazione che hanno ottimi motivi per monitorare accuratamente i danni e la loro evoluzione nel tempo. Secondo la compagnia Munich Re, ad esempio, il complesso dei danni da catastrofi naturali nel 2013 a livello globale si è attestato sui 184 miliardi di dollari, causati da quasi 900 eventi rilevanti che hanno purtroppo causato la perdita di circa 20 mila vite umane. Valutazioni non sostanzialmente diverse vengono da un’altra compagnia di Londra, la Aon Benfield, che stima i danni totali del 2013 in 192 miliardi di dollari. Se analizziamo l’andamento dei danni economici da catastrofi naturali a livello globale, vediamo che non è andata neanche male nel 2013, perché la media degli ultimi anni si attesta sui 200 miliardi. Negli anni Ottanta la media era però circa quattro volte più bassa. Grosso aumento dei danni, quindi, ma per fortuna, almeno negli ultimi anni, anche un sensibile calo nel numero di perdite di vite umane. Nessuno dubita del fatto che l’andamento opposto dei danni alle persone rispetto a quelli economici dipenda dal miglioramento dei sistemi di previsione e di allerta: la gente spesso è avvisata e può mettersi in salvo, le cose, e le case, no. Ma perché invece i danni materiali crescono? Le statistiche delle Nazioni Unite stimano che non solo i danni, ma anche il numero degli eventi disastrosi sono in costante crescita negli ultimi trent’anni. Inutile chiedersi di chi sia la colpa e cadere nell’interminabile dibattito sulle cause naturali o antropiche dei cambiamenti climatici, ma è evidente, non solo sulla base di elementari leggi della fisica, ma anche in base all’osservazione, che la variabilità climatica e il numero degli eventi estremi sta crescendo. Abbiamo quindi la combinazione negativa di vari fattori che determinano rischi sempre più elevati per le nostre società: a più frequenti eventi climatici estremi, si associano maggiori esposizioni di asset economici. Infrastrutture e costruzioni, impermeabilizzando il suolo, peggiorano gli effetti a parità di precipitazioni. Metodi efficienti di stima dei danni sono stati studiati anche dai ricercatori dell’Università Ca’ Foscari e sono disponibili, ma occorre che vengano applicati prima che gli eventi si verifichino, valutando i danni potenziali e guidando gli interventi di riduzione del rischio. La valutazione economica integrata può supportare amministratori e politici che abbiano la possibilità e la volontà di affrontare seriamente la questione, evitando scaricabarile. Proprio in questi mesi tutte le autorità competenti europee sono impegnate nella redazione dei piani e delle misure di riduzione del rischio richieste dalla procedura di applicazione della Direttiva Alluvioni europea (2007/60/Ec) e dalla norma di recepimento italiana (decreto legislativo 49/2010). È in questo ambito che si auspica che la redazione di mappature ufficiali del rischio espresse anche in termini economici possano costituire la base per le decisioni future e per la stima dei danni in modo rapido e metodologicamente solido. La ricerca nel frattempo prosegue i suoi studi, per proporre metodi sempre più affidabili e utili ai cittadini.
Bilancio rivoluzionato 100 milioni destinati a opere d’emergenza
In attesa dei finanziamenti da Roma, Zaia decide un taglio alle spese ordinarie che concentri le risorse sull’ambiente
VENEZIA – Inondazioni e frane imprimono un brusco cambiamento di rotta alla spesa regionale. Il bilancio 2014, in fase di discussione, sarà riscritto – anzi, rivoluzionato – per dirottare una mole significativa di risorse, almeno 100 milioni, dai capitoli ordinari all’emergenza maltempo. La svolta si è delineata nell’ultima seduta di giunta, cui è seguito un colloquio riservato tra il governatore Luca Zaia ed il vice Marino Zorzato. Concordi circa l’urgenza di dare un segnale forte e immediato alle popolazioni dei 130 Comuni danneggiati attraverso uno stanziamento straordinario che anticipi i fondi richiesti al Governo dopo la dichiarazioni di calamità naturale. Dalle parole alle cifre. Nel pomeriggio si è riunita la commissione Ambiente del Consiglio veneto ed il presidente Nicola Finco (Lega) ha dato lettura di un emendamento al bilancio, trasmesso dall’assessore Maurizio Conte, che prevede finanziamenti supplementari per 88,5 milioni ad un piano urgente di ripristino e prevenzione così articolato: frane provinciali (5 milioni), costi energetici legati alla subsidenza, cioè all’abbassamento del fondo stradale e idrico (2 mln), completamento della cassa si espansione di Montebello a protezione del Vicentino e del Padovano (50), rafforzamento degli argini di fiumi e torrenti (10), ripascimento delle spiagge investite dalle mareggiate (10), smaltimento dei rifiuti sui litorali (1,5) attività di manutenzione e sfalcio dei Consorzi di bonifica (10). A ciò si aggiungono due integrazioni: 5 milioni a sostegno dei servizi forestali (Dario Bond, Forza Italia per il Veneto) e 1,5 destinati all’idrovia Padova-Venezia (Piero Ruzzante, Pd). Dove scovare questi quattrini? A sorpresa, ha fatto capolino in commissione Zorzato che ha replicato così: «Questo bilancio è stato stilato due mesi prima di questo disastro ed è impensabile che resti immutato, quasi non fosse successo nulla. La domanda è: tra una rotonda e l’alluvione cosa vogliamo privilegiare? Personalmente, non ho dubbi. Le opere eseguite finora sono state utili ma non sono sufficienti, gli stanziamenti richiesti da Conte vanno approvati e anzi potenziati, concentrando tutte le risorse disponibili. Nuove tasse? Io dico no, perché il fisco già ci soffoca, contiamo sul Governo e sulle nostre forze, ma se, per finanziare gli aiuti, decidessero l’aumento delle accise nazionali sulla benzina, per una volta sarebbero le altre regioni a darci una mano». Serrato il dibattito. «Ci sono stati gravi ritardi, dopo i primi veloci interventi nel 2010 , Zaia ha inspiegabilmente rinunciato al mandato commissariale e ciò ha comportato un anno di paralisi, ora la situazione è molto seria», le parole di Ruzzante «noi siamo favorevoli a finanziare queste spese e, se è necessario per garantire le opere urgenti, appoggeremo lo sforamento del Patto di stabilità, assumendoci la responsabilità di questa scelta. Ricordo però che la Regione, rinunciando all’addizionale Irpef, si priva di 700 milioni l’anno». Critico Moreno Teso: «Il bilancio va riscritto indicando le priorità, non si può agire a casaccio e prima di autorizzare nuove spese, voglio capire perché i fondi già disponibili non sono stati spesi. Se ci sono ritardi e responsabilità, vanno denunciate dal revisore dei conti». «Neanche un centesimo di tasse in più», ha fatto eco Santino Bozza mentre Carlo Alberto Tesserin (Ncd) ha chiesto tempi rapidi: «Non possiamo protrarre all’infinito l’approvazione del bilancio perché ciò riduce l’efficacia dei provvedimenti». Alla fine, sì unanime all’emendamento Conte, approvati anche bilancio e legge finanziaria. Ora Zaia – che incassa un primo sostegno dal presidente dell’assemblea, Clodovaldo Ruffato -dovrà “convincere” gli assessori a decurtare i loro budget di spesa in favore del fondo maltempo. Non sarà una passeggiata.
Filippo Tosatto
Dal Governo altri 11 milioni per risarcire i terremotati in Polesine
VENEZIA – «Il Governo ha finalmente sbloccato i fondi per il terremoto del maggio 2012 anche per quanto riguarda gli anni 2013 e 2014. La Regione può ora contare su altri 11 milioni di euro che si aggiungono ai quasi 9 milioni stanziati in precedenza». Ad annunciarlo il governatore veneto Luca Zaia (nella foto) che ha così commentato la firma da parte del presidente del Consiglio, Enrico Letta, del decreto con cui si ripartiscono le risorse del fondo per la ricostruzione delle aree, colpite dal sisma del maggio 2012 che nella nostra regione investì il Polesine. «Possiamo quindi continuare nell’evasione delle domande di contributo», prosegue Zaia «fino ad oggi, a fronte di risorse di 9 milioni, ne abbiamo già liquidate quasi la metà, con questo nuovo stanziamento potremo soddisfare le altre richieste di contributo che interessano gli edifici pubblici, le opere pubbliche e gli edifici di culto»
Spinea, l’unica senza allagamenti
Il Comune rivendica l’importanza dei lavori svolti sulla rete di smaltimento
SPINEA «Una settimana di pioggia, mezzo Miranese sott’acqua e Spinea è stata una delle poche a venire risparmiata: sarà pure un caso, ma forse i lavori degli ultimi anni qualche risultato l’hanno portato». Rivendica almeno parte dei meriti di una città risparmiata in toto dal maltempo Gianpier Chinellato, l’assessore ai Lavori pubblici finito più volte nel mirino insieme alla giunta, in questi anni, per i frequenti problemi idraulici di Spinea: via Capitanio, via Bennati, via Prati e via Luneo. Allagamenti continui e polemiche puntuali. «Ma negli ultimi tre anni sono stati fatti importanti lavori, soprattutto di pulizia dei fossi e delle caditoie stradali», afferma Chinellato, «non credo sia stata solo fortuna non aver avuto allagamenti nei giorni scorsi, visto come è andata altrove. Certo il merito non è solo del Comune, c’è stato un lavoro capillare e coordinato del consorzio di bonifica Acqua Risorgive e di Veritas, ma quel che importa è che i risultati siano arrivati». Spinea insomma si ritrova ad essere l’unico Comune della zona a non avere la necessità di mettere a disposizione i moduli per la conta dei danni, come invece stanno facendo gli altri. Non solo: nei giorni dell’alluvione la protezione civile comunale ha potuto operare, ma solo fuori città. In realtà Chinellato ha lo stesso il suo bel da fare con le strade, che, quelle sì, sono uscite malconce da una settimana di maltempo, anche a Spinea. E qui le polemiche invece restano. Situazione difficile in via Costituzione e in altre strade del centro. L’assessore ha già preso contatti con gli enti gestori e punta a recuperare dei fondi entro la scadenza del mandato, in primavera, per avviare una campagna di asfaltature almeno nei tratti più devastati. Ma in questo caso Spinea è sì in buona compagnia, visto ovunque le strade risultano a pezzi.
(f.d.g.)