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Gazzettino – Treni. Pendolari, l’ira contro la Regione

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

16

feb

2014

Gli stati generali mettono sotto accusa Palazzo Balbi per ritardi e disservizi

Nel trasporto pubblico investito il 7,5% sulle ferrovie , il 92.4% sulla strada

PROTESTA – I pendolari del Veneto ieri hanno manifestato davanti alla stazione ferroviaria di Santa Lucia a Venezia

I pendolari del sistema ferroviario veneto si sono ritrovati ieri mattina a Venezia, rappresentati dai comitati locali provenienti da tutte le province, rispondendo all’appello di Legambiente Veneto. Da Belluno, Verona, Vicenza, fino a Quarto d’Altino, Salzano, Robegano e Mogliano, oltre a tutti i territori del Veneto orientale, un centinaio di rappresentanti hanno costituito «Gli Stati Generali dei pendolari veneti», organismo creato per avere potere di presenza e di colloquio formale presso la Regione Veneto.

Un salto di qualità nella lotta dei pendolari per ottenere un servizio migliore, supportata dall’esigenza ambientale di favorire il trasporto su ferrovia piuttosto che quello autostradale.

La Regione, invece, sembra agire nel senso contrario, se è vero, come hanno accusato i comitati, che gli investimenti di Palazzo Balbi per le infrastrutture del pubblico trasporto contano un 92,46 per cento dedicato alle strade e solo il 7,54 in favore del sistema ferroviario locale.

L’ulteriore riduzione delle corse, secondo un piano di «orario cadenzato», è stata la goccia che ha fatto traboccare la pazienza dei pendolari, che si son detti già colpiti da anni dai ritardi, dalla povertà di corse e di coincidenze, dallo stato manutentivo dei vagoni.

Insomma, ora gli Stati Generali vogliono sedersi di diritto ai tavoli regionali che trattano la mobilità ed i contratti con Trenitalia, come utenti ma anche cittadinanza attiva. In questo hanno ricevuto l’immediato l’appoggio dei consiglieri regionali Gennaro Marotta (Idv) e Bruno Pigozzo (Pd), oltre a numerosi sindaci (alcuni presenti all’incontro: Quarto d’Altino, Spinea, Marcon. Tuttavia i pendolari cercheranno l’ampia condivisione e la solidarietà di altri consiglieri ed enti locali. Un movimento che va a scuotere la poltrona dell’assessore di riferimento, Renato Chisso, definito, come azione amministrativa, molto più rivolto alla strada che alla ferrovia.

«Eppure – hanno detto i comitati – un buon utilizzo del treno rappresenta un favore all’ambiente e al portafoglio delle famiglie, molte delle quali sono costrette ad usare la macchina, con un aggravio dei costi e perdita continua di possibili utenti ferroviari».

Se Pigozzo ha definito il trasporto locale regionale importante quanto l’alta velocità, insistendo sulla ripresa progettuale della metropolitana di superficie, la prima cittadina di Quarto d’Altino, Silvia Conte, ha preso in considerazione il pendolarismo quotidiano turistico, a suo parere cliente di un non efficiente servizio di mobilità pubblica regionale, capace di limitare, se non inficiare, le prospettive e le strategie turistiche del Veneto.

Gli Stati Generali chiedono alla Regione di investire un punto in più a bilancio per il trasporto ferroviario, mettendo sul piatto almeno 5 milioni euro per coprire i disservizi in merito al numero delle corse e dei vagoni, riorganizzandoli secondo i flussi dell’utenza.

Inoltre pretendono il ripristino delle corse eliminate con l’orario cadenzato e l’istituzione di un tavolo permanente regionale sul trasporto pubblico, al quale possano partecipare associazioni, comitati, studenti e lavoratori.

Altra proposta, il biglietto: unico regionale, con l’integrazione oraria e tariffaria fra treni ed altri vettori di trasporto, fino ad arrivare all’«intermobilycard», avanzato da Legambiente, ticket regionale ricaricabile come unico sistema di tariffazione per treno, bus e trasporto acqueo lagunare».

I comitati si organizzeranno nel nuovo strumento attraverso l’utilizzo dei social forum in internet.

Tullio Cardona

 

IL GIORNO DELLA PROTESTA E i pendolari uniscono i comitati. Anche i sindaci in prima linea

Scuole e treni, Venezia alza la voce

Oltre 2mila tra famiglie e lavoratori al girotondo per la pulizia delle aule. Paura sul ponte di Calatrava

SCUOLA – Erano oltre duemila le persone che hanno manifestato, in modo molto colorato, davanti alla stazione ferroviaria di Venezia per chiedere più pulizia nelle scuole. Paura sul ponte di Calatrava, che ha “tremato” per l’eccessivo carico.

TRENI – Contemporaneamente a questa mobilitazione c’è stata la manifestazione dei pendolari che sono tornati a chiedere più treni ed un investimento più convinto da parte dell’amministrazione regionale.

 

IL GIORNO DELLA PROTESTA E i pendolari uniscono i comitati. Anche i sindaci in prima linea

Scuole e treni, Venezia alza la voce

Oltre 2mila tra famiglie e lavoratori al girotondo per la pulizia delle aule. Paura sul ponte di Calatrava

I TRASPORTI SI MOBILITANO

I PRESENTI – I comitati del Veneto orientale tra i più decisi

GLI STATI GENERALI – Anche consiglieri regionali e i sindaci di Spinea, Marcon e Quarto d’Altino alla giornata di protesta contro i disservizi

«La Regione investe troppo poco per migliorare le linee ferroviarie»

Tutela dell’ambiente con il trasporto su ferrovia, aiuto ai bilanci delle famiglie attraverso la possibilità di usufruire del treno, migliore qualità della vita. Queste sono state le principali tematiche che, promosse da Legambiente Veneto, hanno dato vita agli “Stati generali dei pendolari veneti”. Nella sala San Leonardo, ieri mattina si sono dati appuntamento i rappresentanti dei comitati presenti nella regione, dopo una breve manifestazione nel piazzale della stazione ferroviaria. C’erano, fra gli altri, i comitati Veneto orientale, Quarto d’Altino, Salzano-Robegano, Mogliano, Il Treno dei Desideri, Trenitardo e molti altri provenienti da tutte le province venete. Un centinaio fra rappresentanti ed aderenti, uniti nel chiedere alla Regione Veneto una più marcata attenzione verso il servizio di trasporto locale su ferrovia. «La Regione – hanno enunciato i comitati – investe nel servizio ferroviario lo 0,31 per cento del bilancio, a fronte dell’1,19 della Lombardia; se poi guardiamo la spesa relativa alle infrastrutture, scopriamo che si è investito il 92,46 per cento in strade e solo il 7, 54 nel trasporto ferroviario, con soppressione di treni, ore buche, ritardi continui, sovraffollamento, sporcizia». «Chiediamo a Regione e a Trenitalia di ripristinare le corse eliminate con l’orario cadenzato per turnisti e studenti, l’inserimento di corse nelle ore lasciate sguarnite, l’adeguamento della composizione dei treni alle frequentazioni nelle diverse fasce orarie. Inoltre, come Stati generali dei pendolari veneti, pretendiamo la creazione di un tavolo permanente regionale sul trasporto pubblico, al quale possano partecipare associazioni, comitati, studenti e lavoratori. Infine proponiamo il biglietto unico regionale e l’integrazione oraria e tariffaria fra treni ed altri vettori di trasporto».

In particolare, Legambiente ha caldeggiato la riorganizzazione del servizio e l’«intermobilycard», biglietto regionale ricaricabile come unico sistema di tariffazione per treno, bus e vaporetto. «È giunto il momento che i pendolari veneti escano da una situazione da preistoria – hanno detto da Legambiente – la Regione deve investire in tal senso almeno un punto percentuale in più, aprendo il confronto pubblico sul contratto di servizio con Trenitalia e realizzando uno sportello di ascolto per i pendolari. Lo stesso Governo deve aumentare gli investimenti dedicati alla mobilità ed i comuni ripensare, in sede di pianificazione urbanistica, ai parcheggi d’interscambio».

(t.c.)

 

I pendolari tornano a chiedere più treni

Pigozzo: «È necessario finanziare il progetto della Sfmr, la metropolitana di superficie»

Alla nascita degli Stati generali dei pendolari veneti, hanno partecipato anche consiglieri regionali e i sindaci di Quarto d’Altino, Spinea e Marcon. «Cercheremo in consiglio regionale di costruire una rete per reperire maggiori risorse da destinare al trasporto ferroviario locale – ha promesso Gennaro Marotta, consigliere Idv – un’azione che potrà coinvolgere anche colleghi della maggioranza, sensibili ai problemi del pendolarismo. Sull’assessore al Mobilità Renato Chisso non si può contare, troppo ingessato nelle sue scelte e decisioni. Dobbiamo tutelare più di un percorso, come la linea Bassano – Padova».

«Chisso e la giunta regionale hanno dimostrato poco interesse verso il trasporto ferroviario locale – ha osservato Bruno Pigozzo (Pd) – ed ora la questione è scoppiata loro in mano. Il contratto stipulato con Tranitalia mostra maglie molto rigide, perciò occorrono 5 milioni di euro per rispondere alle necessità dei cittadini, coprendo i buchi del servizio. Da tempo proponiamo di riprendere le fasi del progetto Sfmr, la metropolitana di superficie. Prima fase: 20 milioni; per realizzare la seconda e terza fase servono 120 milioni, ma nei prossimi 7 anni potremo attingere ai fondi europei stanziati ad hoc, per 150 milioni. Il trasporto pubblico locale riveste la medesima importanza dell’alta velocità, ma dobbiamo tornare alla piattaforma progettuale per la Sfmr».

«Con gli Stati generali è giunto il momento del salto di qualità – afferma Silvia Conte, sindaco di Quarto d’Altino – ovvero la nascita di un filo diretto tra i pendolari e la Regione. Nel pendolarismo è giusto inserire anche i turisti: molti non riescono a rientrare alla sera dalle varie località per mancanza di treni e questo diviene un danno per l’intera politica turistica nel Veneto. La cartina tornasole sarà questo imminente carnevale: Chisso ha detto chiaramente che, poiché è «il carnevale di Venezia», i treni straordinari deve pagarli quel comune. Una strategia di trasporto in ambito turistico non funziona il questo modo, per esempio i nostri 150mila turisti, in mancanza di autobus per Quarto, non possono partecipare alle manifestazioni veneziane, o di altre città, nelle ore serali. Da noi abbiamo effettuato un sondaggio: il 25 per cento della popolazione prende il treno, un altro 25 per cento vorrebbe usufruirne, ma il servizio così organizzato non lo permette. Ciò significa perdita di utenza, più automobili, spese per l’assicurazione e costi maggiori per le famiglie già vessate dalla crisi».

 

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