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Blitz al casello, un’ora di transiti gratis

Alla barriera di Mestre comitati e centri sociali in azione contro il caro pedaggi. Disattivati i sensori di tre corsie di uscita

MESTRE – Un blitz promosso dai comitati “30 novembre” e organizzato con teutonica precisione. Dura un’ora in tutto, senza incidente alcuno, la dimostrazione che ha «liberalizzato» la Padova-Mestre nel primo giorno della mobilitazione nazionale contro le grandi opere.

Si danno appuntamento i comitati che si battono contro il passaggio delle Grandi navi a Venezia, la Superstrada Pedemontana, la Nogara Mare, la Orte Mestre: ci sono Beppe Caccia, consigliere comunale a Venezia, Tommaso Cacciari, Mattia Donadel di Opzione Zero e Francesco Pavin del No Dal Molin. Ed altri centocinquanta giovani armati di slogan: «Paga Galan, paga Galan» e striscioni a tema: «Dal Veneto alla Val di Susa, no grandi opere no Tav». Il luogo è la barriera di Villabona, giusto sotto le finestre della sede direzione di Cav, il concessionario pubblico (50% Regione del Veneto, 50% Anas) che ha in gestione la Mestre-Padova e travolto dalle critiche per aver aumentato del 300 per cento il pedaggio sulla tratta più trafficata del Veneto: da 80 centesimi a 2,80. Per un’ora esatta riescono a disattivare tre corsie di uscita e a far passare centinaia di autoveicoli senza il pagamento dei pedaggio.

Una «liberalizzazione» pacifica contro il caro pedaggi. Così, esattamente alle 14,20, i manifestanti hanno vestito pettorine gialle fosforescenti, varcato le barriere del casello, messo fuori uso i sensori, oscurato le telecamere. Un’azione pianificata con cura che ha colto di sorpresa i dirigenti di Cav, usciti dagli uffici armati di macchina fotografica ma impotenti di fronte alla mobilitazione improvvisa messa in campo dai comitati. Con del nastro adesivo i giovani hanno bloccato le barre di tre corsie e sostituito la segnaletica con degli striscioni verdi dalla scritta «gratis» per indurre i veicoli ad adoperarli. Poi si sono disposti a raggio lungo la carreggiata e, distribuendo volantini, hanno indicato agli automobilisti di imboccare le uscite gratuite. Un blitz in piena regola che ha consentito a un centinaio di automobilisti di uscire dalle corsie gratis dell’autostrada, non pagando il pedaggio. I più contenti erano i camionisti, magari con alle spalle alcune centinaia di chilometri, che hanno approfittato della situazione.

«Siamo alla resa dei conti – ammette Beppe Caccia – di questi grandi progetti inutili e costosi. Opere fatte pagare ai cittadini. Se le inchieste andranno avanti sapremo che cosa abbiamo finanziato negli ultimi quindici anni, oltre alle strade».

I comitati hanno criticato duramente l’aumento esponenziale dei pedaggi della Cav scattati dal primo gennaio (ma negli ultimi due anni gli aumenti sono stati del 20%).

«La convenzione tra Cav e Anas prevede che Cav restituisca ad Anas circa un miliardo in 23 anni attraverso il gettito dei pedaggi – spiega una nota dei comitati –: si tratta della somma anticipata dalla stessa Anas per la costruzione dell’opera.

Ma i furbetti si dimenticano di dire che Anas è totalmente pubblica, e quindi i soldi che hanno usato per fare il passante sono stati prelevati dalle nostre tasche.

Ma poiché il traffico è in forte calo allora si aumentano le tariffe alle stelle».

Oggi si replica, ad Adria, a un convegno sulle infrastrutture dove era atteso anche il ministro Lupi sulla Mestre-Orte. I comitati continuano la lotta contro le grandi opere: « Pensare a un nuovo modello di sviluppo non è una bestemmia. Con questo gesto abbiamo voluto attirare l’attenzione sul tema delle autostrade e del caro pedaggio: si fanno grandi opere inutili e le si fanno pagare ai cittadini. Non può più funzionare così».

Daniele Ferrazza

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