Gazzettino – Da Quarto a Portegrandi con la ciclabile del Sile
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
2
mar
2014
Un progetto lungo l’argine da San Michele vecchio, l’Ente Parco ora conta nei fondi strutturali europei
Un lungo percorso ciclopedonale sull’argine del fiume da San Michele Vecchio fino a collegarsi alla “Greenway” che prosegue verso Portegrandi.
È il risultato del progetto per Quarto d’Altino presentato dall’Ente Parco agli uffici regionali e che potrebbe ottenere fino a 700mila euro dai fondi strutturali europei e nazionali per la valorizzazione e la tutela del patrimonio naturale. Il progetto andrebbe a collegare il centro di Quarto con la greenway “Girasile” già esistente e arriverebbe fino al bosco umido di San Michele vecchio. Per realizzarlo sono però necessari cinque interventi, tra i quali la sistemazione della piazzola di raccordo tra la passerella sul fiume Sile e il percorso originale all’altezza del ponte di Musestre, la realizzazione di una passerella a sbalzo in affiancamento alla viabilità già esistente per mettere in sicurezza il tratto dal ponte al centro del comune e la creazione di una viabilità di accesso all’area di San Michele vecchio per le manutenzioni forestali e l’utilizzo dell’area. I tratti di argine già sistemati saranno collegati tra loro con interventi che, ad esempio, dal centro di Quarto al bosco di San Michele prevedono fino a 1,7 chilometri di pista ciclopedonale.
«Il collegamento alla Greenway che attualmente è isolata mette di fatto questo progetto all’interno degli specifici interventi ambientali richiesti per l’assegnazione di questi fondi», spiega Claudio Grosso, architetto e presidente della Commissione del Piano ambientale dell’Ente Parco del Sile che è stato incaricato dello studio di fattibilità insieme all’assessore al turismo Ruggero Sartorato.
«Non facciamo salti di gioia ma è una domanda ufficiale con grandi possibilità che qualcosa si concretizzi – commenta il consigliere del Comune di Quarto d’Altino, Alessandro Cesarato – E non è da poco il fatto che dopo anni il Parco si ricordi di noi e lo faccia con un investimento così impegnativo».
Melody Fusaro