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TRENI E DISAGI » I DIFETTI DELL’ORARIO CADENZATO

Disavventura tra sabato e ieri: una trentina di viaggiatori e pendolari attende oltre un’ora alle stazioni di Venezia e Mestre

I due autobus sostitutivi diretti a Portogruaro sono arrivati a Mestre già pieni e così viaggiatori e pendolari in attesa sul piazzale della stazione sono stati costretti a rimanere a terra. In tutto una trentina di persone, tra coloro che sono stati lasciati a terra a Mestre e chi sembra non abbia trovato posto neppure in partenza da piazzale Roma. Il Carnevale è ormai alle spalle, ma continuano i disagi per i pendolari costretti a usare gli autobus in sostituzione dei treni notturni, cancellati dall’introduzione dell’orario cadenzato. L’ultimo pesante disservizio si è verificato nella notte tra sabato e ieri. A denunciare quanto è accaduto sono i Comitati pendolari del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino. A loro, tramite posta elettronica e sul profilo Facebook, sono arrivate già nella notte le segnalazioni dei viaggiatori inviperiti. I problemi hanno riguardato sia l’autobus sostitutivo VE801, che passa da Mestre alle 23.24, che il VE803, in transito alle 0.35. Secondo le testimonianze raccolte, ad attendere il primo bus, giunto con un po’ di ritardo, c’erano non più di 5 persone. Eppure per nessuna di loro è stato possibile salire, perché l’autobus sostitutivo (un pulmino da circa 25 posti) è arrivato da Venezia già al completo. Di fronte all’impossibilità di accogliere viaggiatori in piedi per motivi di sicurezza, l’autista avrebbe gentilmente chiesto alle persone a terra di attendere per trequarti d’ora l’arrivo del pullman successivo, di capienza doppia. «Attendiamo quindi fiduciosi il pullman successivo, che finalmente arriva a mezzanotte e mezzo», racconta un testimone, residente a San Donà. «Ad aspettarlo siamo circa una ventina di persone». Tra i viaggiatori in attesa, c’è anche un giovane che, dopo aver atteso invano il passaggio a Carpenedo del primo autobus, è riuscito a raggiungere la stazione di Mestre, nella speranza di prendere il bus delle 0.35. È lui stesso a raccontare su Facebook la disavventura: «Il pullman delle 0.35, da 50 posti circa, è pieno. Scendono due persone e l’autista, il quale comunica che ci sono solo due posti e gli altri devono attendere un pullman di rinforzo in arrivo in circa 10 minuti», racconta il primo testimone. «Inutile dire che dopo un’ora nessun pullman è passato. Da alcuni ragazzi siamo venuti a conoscenza che a Venezia c’era un’altra quindicina di persone ad attendere il pullman di rinforzo». Alcuni pendolari, secondo le testimonianze, si sono rivolti alla polizia ferroviaria, ricevendo, dopo le necessarie verifiche, la conferma che non era previsto alcun pullman di rinforzo. Appiedati in piena notte, ai pendolari diretti nel Veneto Orientale non è rimasto che cercare un modo alternativo per tornare a casa, facendosi venire a prendere da parenti e amici. Ma qualcuno avrebbe atteso in stazione fino ai primi treni del mattino, l’Intercity delle 5.50 (partito peraltro alle 6.27 con mezz’ora di ritardo) e il Regionale Veloce delle 6.53.

Giovanni Monforte

 

I COMITATI

«Va ripristinata ogni giorno la corsa delle 0,21 da Venezia» 

«È necessario il ripristino del treno delle 0.21 da Venezia il prima possibile, con la garanzia che circoli tutti i giorni dell’anno». I Comitati pendolari del Veneto Orientale e di Quarto d’Altino lo vanno ripetendo già da quando, a inizio dicembre, si seppe che i treni notturni sarebbero stati cancellati con l’introduzione dell’orario cadenzato. E adesso, dopo quanto accaduto l’altra notte, rinnovano la richiesta.

«Situazioni di collasso si verificano proprio il sabato sera, in quanto ai pendolari si aggiungono anche ragazzi e turisti che vanno a Venezia per passare la serata. È chiaro che non è una situazione che può ripetersi ogni sabato», ribadiscono i comitati, «deve essere affrontata e risolta dall’assessore Chisso, che da troppi mesi promette, promette, ma di fatti concreti non se ne vedono».

Eppure i comitati, insieme a Legambiente Veneto Orientale, hanno anche presentato nelle scorse settimane un esposto alla magistratura, contro i disservizi patiti dall’introduzione dell’orario cadenzato.

«È necessario che l’opinione pubblica, i sindaci e gli amministratori del territorio si rendano conto della gravità e del perdurare della situazione, poiché coinvolge direttamente loro cittadini», aggiungono i pendolari.

I comitati chiedono anche che Trenitalia si attrezzi per affrontare le situazioni di emergenza come quella dell’altra notte. «Tutti quelli che hanno pagato un biglietto o l’abbonamento devono vedersi garantita la possibilità di rientro con il mezzo, se questo è previsto», concludono i comitati, «deve pertanto esserci una soluzione alternativa in tempo reale per far fronte a situazioni di questa gravità».

Nell’ultimo tavolo di confronto con i sindaci e gli amministratori locali, l’assessore Chisso aveva annunciato la reintroduzione di alcuni dei convogli soppressi. Ma per il momento restano i tanto discussi autobus sostitutivi.

(g.mon.)

 

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