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GOLDONI » CANZONIERE TEATRALE

Da domani in scena il testo che intreccia tre storie dello scrittore americano

Un racconto musicale che esplora la relazione con la natura del gelido Canada

Arriva al Teatro Goldoni “Ballata di uomini e cani dedicata a Jack London” di e con Marco Paolini. Lo spettacolo va in scena da domani a domenica 23 (repliche il 19, 21 e 22 alle 20,30, invece il 19 e il 23 alle 16) con musiche originali composte ed eseguite da Lorenzo Monguzzi (chitarra e voce) con Angelo Baselli (clarinetto) e Gianluca Casadei(fisarmonica).

L’allestimento nasce lontano dai temi civili a cui è abituato il pubblico del popolare attore- autore che, indubbiamente, propone qualcosa di nuovo e di diverso a quanti lo seguono ormai da quasi vent’anni, anche a costo di tradirne le aspettative.

Insomma un Marco Paolini un po’ in libera uscita che prende le mosse dall’intensa e vasta produzione letteraria di Jack London, la cui prosa è sicuramente una delle più potenti e solide della narrativa statunitense prendo i miei momenti di libertà.

«A lui devo una parte del mio immaginario di ragazzo, ma Jack non è uno scrittore per ragazzi, la definizione gli sta stretta – riconosce nelle note di regia Marco Paolini – È un testimone di parte, si schiera, si compromette, quello che fa entra in contraddittorio con quello che pensa. È facile usarlo per sostenere un punto di vista, ma anche il suo contrario: Zanna Bianca e Il richiamo della foresta sono antitetici. La sua vita è fatta di periodi che hanno un inizio e una fine e non si ripetono più».

“Ballata per uomini e cani” intreccia per circa due ore storie e destini nati dalla mente del London più sconosciuto. Tre storie (e mezza) – Macchia, Bastardo, Preparare un fuoco e degli accenni alla vita dello stesso London – indagano, partendo dalla relazione con i cani, il rapporto centrale nella poetica dello scrittore quello tra uomini e natura. Una natura che nel gelido inverno canadese, tra neve alta, temperature polari e trappole tese dagli indiani si rivela più matrigna che madre.

«L’antologia di racconti è stata solo il punto di partenza per costruire storie andando a scuola dallo scrittore- scrive ancora l’uomo di teatro veneto – So che le sue frasi non si possono “parlare” semplicemente, che bisogna reinventarne un ritmo orale, farne repertorio per una drammaturgia ».Ne è uscito, grazie anche alle ballate composte da Lorenzo Monguzzi che hanno via via arricchito lo spettacolo che, a conclusione di un lungo percorso, si presenta ora come un autentico racconto musicale.

Per parlare di questo ed altro l’attore e autore trevigiano incontra il pubblico veneziano venerdì 21 aprile alle 17.

Giuseppe Barbanti

 

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