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Il Ministero dei beni culturali chiede alla Soprintendenza di avviare accertamenti architettonici e paesaggistici

CONEGLIANO. Nuovo ristorante ai piedi della collina del Castello: il Ministero dei beni e delle attività culturali chiede alla Soprintendenza di avviare una serie di verifiche sugli aspetti paesaggistici e su quelli architettonici. La richiesta parte dal servizio tutela e qualità del paesaggio della direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanea in seguito ad una segnalazione inviata nei mesi scorsi dai consiglieri comunali di Pd, Marca Civica Lista Ghizzo e Terzo Polo. Praticamente tutta l’opposizione compatta nel chiedere tutte le verifiche possibili. Nella missiva destinata alla Sovrintendenza «si prega di voler acquisire i necessari elementi e di relazionare su quanto esposto in merito alla questione».

L’ente di Venezia, quindi, dovrà fare le valutazioni richieste e poi darne riscontro. «Siamo contenti dell’interessamento del ministero. Speriamo che a Roma dimostrino maggiore sensibilità rispetto a nostri amministratori locali», afferma il consigliere del Pd Alessandro Bortoluzzi che solleva anche un’altra questione: «Ora, con il nuovo Piano Casa approvato dalla Regione Veneto, c’è il rischio di veder sorgere nuove costruzioni», dice, «Noi abbiamo un’idea diversa di città. Pensiamo che tutta la collina del Castello debba essere preservata con un vincolo di inedificabilità assoluta».

Il permesso di realizzare il ristorante ai piedi della collina che domina la città dall’alto, rientra in un accordo tra il Comune e l’imprenditore Adriano Paccagnella sugellato nel corso del 2013 come parte del risarcimento per avergli negato (nel 1997) un permesso a costruire 5.800 metri cubi poco più in là, sempre alla base della collina del Castello. Il ristorante che sorgerà all’incrocio tra via Molmenti e via Croce (con annesso parcheggio tra i 500 e i 700 mq e spazi interrati di dimensioni non definite) è infatti solo una delle voci di una maxi-transazione da 1 milione e 550 mila euro che l’ente dovrà concedere per quel «niet» a edificare.

Un diritto che Paccagnella si è visto invece riconoscere 15 anni dopo, nel 2012, dal Tar che ha condannato il Comune a pagare un danno che secondo i legali che hanno assistito Paccagnella nella vicenda era calcolabile in 2 milioni e 700 mila euro. L’accordo ha portato ad abbassare la cifra a 1 milione e 550 mila euro tra contanti (620 mila euro) e rivalutazioni di proprietà e di permessi a costruire.

Da parte sua l’imprenditore aveva sottolineato in passato che si tratterà di una struttura non impattante che «vuole sinteticamente e semplificatamente riferirsi ad alcuni canoni dell’architettura medioevale soprattutto in tema di strutture difensive». Si era parlato di un’opera da 500 mila euro, in pietra simile a quella della cinta muraria del castello. Una vicenda che rischia comunque di trascinarsi ancora a lungo.

Renza Zanin

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