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CITTA’ METROPOLITANA

Città metropolitana, ai sindaci non piace l’egemonia di Orsoni

Il primo cittadino di Venezia diventa presidente per legge

La Conferenza e il Consiglio eletti in luglio, dopo il voto

VENEZIA – La Città Metropolitana muove i suoi primi passi istituzionali in mezzo alla diffidenza nei confronti del possibile ruolo egemone del comune di Venezia e del sindaco Giorgio Orsoni, che sarà anche sindaco metropolitano. Questo ha detto ieri a Ca’ Corner la prima assise con trentasei dei quarantaquattro sindaci dei comuni della Provincia per avviare le procedure per lo studio dello Statuto della Città metropolitana eleggendo la Conferenza statutaria e il Consiglio metropolitano, per la quale voteranno 773 sindaci e consiglieri comunali del Veneziano. Deciso il rinvio delle elezioni in questione a dopo la tornata elettorale amministrativa di fine maggio, con 16 comuni del Veneziano interessati. Le elezioni della Conferenza statutaria si terranno ai primi di luglio, dopo il test di elezioni amministrative e l’insediamento dei nuovi Consigli comunali mentre, su proposta del sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, si è deciso di sospendere momentaneamente l’accorpamento dell’elezione a quella per il Consiglio metropolitano. Orsoni ha quindi accolto l’istanza, avanzata dal sindaco di Fossalta di Piave, Massimo Sensini, (uno dei più critici sul ruolo di Venezia, insieme al sindaco di Scorzè che ha denunciato lo svuotamento del ruolo dei piccoli Comuni del Veneziano) di tenere le prossime riunioni a Mestre, mentre ha rimandato allo Statuto la questione delle rappresentanze territoriali. La riunione si è quindi conclusa con la decisione di costituire una commissione di studio composta anche dai rappresentanti delle amministrazioni che saranno sei e dovranno dare rappresentanza ai Comuni minori. I componenti saranno due per il Veneto orientale, altrettanti per quello occidentale (Miranese e Riviera) e uno ciascuno per Chioggia (che consulterà anche Cavarzere e Cona) e Venezia (con Cavallino-Treporti). I nomi dei componenti dovranno essere comunicati a Orsoni entro la fine della settimana. «La maggioranza dei presenti » ha detto Orsoni «ha accolto positivamente questa novità, ma è normale che ci siano ancora delle resistenze, visto che lo stesso processo di formazione della legge è stato sofferto. Lo Statuto che dobbiamo scrivere è un’opportunità straordinaria che non vogliamo perdere. E non c’è nessun tentativo di calarlo dall’alto nelle mie intenzioni: se qualcuno ha fatto circolare delle bozze, lo ha fatto a titolo esclusivamente personale. So di essere sul banco degli imputati per aver fortemente creduto in questa innovazione. Ma l’ho fatto proprio perché l’ho vista come la prima vera occasione data alle autonomie locali di farsi uno Statuto, un’occasione per esaltare le autonomie locali in un modo che finora non è mai stato dato. Per questo, il confronto vero dovrà avvenire con la Regione, per farle capire l’importanza dell’autonomia data ai Comuni». Da parte sua, la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto, che resterà in carica sino al 31 dicembre, ma che già da metà anno passerà competenze e risorse alla Città Metropolitana, pur garantendo la sua collaborazione, ha lanciato l’allarme sui nuovi tagli 5 milioni di euro, «decisi dal Governo per l’ente, che rischiano di consegnare un’istituzione svuotata. Con una lettera, alcuni sindaci – se ne è fatta promotrice quella di Quarto d’Altino Silvia Conte – hanno chiesto anche una verifica patrimoniale dei beni della Provincia prima del passaggio di consegne.     Il governatore: «Altro carrozzone burocratico»

Enrico Tantucci

 

VENEZIA. Il presidente della Regione Luca Zaia risponde a muso duro, alle possibili aperture di Orsoni e all’entusiasmo del prefetto Domenico Cuttaia, presente ieri, che ha parlato di sfida e occasione storica. «Quanto mi piacerebbe avere» ha replicato il presidente del Veneto, « la stessa convinzione di chi saluta con parole a dir poco trionfalistiche la nascita della Città Metropolitana di Venezia. Mi sembra un inno di giubilo a dir poco avventato quello che intonano anche alcuni apparati dello Stato. L a città metropolitana è un nuovo carrozzone burocratico che non porterà nulla di utile ai cittadini. Il contesto nel quale si dovrebbe ritrovare un rinnovato slancio istitutivo per questo Ente continua a essere del tutto fumoso, fiacco e arruffato. Il tempo sarà galantuomo, non ci resta che attendere e vedere quali sviluppi avrà questa operazione. Qualcosa di nuovo verrà creato: le poltrone su cui qualcuno andrà a sedersi». Zaia ha sempre contrastato non solo la città metropolitana di Venezia ma anche la Patreve caldeggiata dai sindaci di Padova, Treviso e Venezia e non prevista per legge dal governo.

 

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