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È ancora emergenza: coltivazioni perse e semine ferme Gli agricoltori chiedono interventi, ieri incontro con Manzato

STANGHELLA. Acqua, incubo finito? «Venite a vedere da me: l’emergenza è tutt’altro che terminata». Parla Federico Peruffo, agricoltore titolare di 50 ettari in via Correzzo: il maltempo ha risparmiato solo due ettari, allagando il resto dei suoi appezzamenti e causando danni per almeno 1.300 euro all’ettaro. «Il problema è che l’acqua scende di 4 centimetri al giorno e i miei campi sono ancora allagati» spiega Peruffo, che mostra le foto di frumento e barbabietole in ammollo. «Chissà quando l’acqua se ne andrà del tutto. In ogni caso non potrò riseminare prima di giugno». Peruffo non è l’unico a fare i conti con i campi ancora allagati: ci sono gli altri agricoltori di via Correzzo (come il “vicino” Sergio Cavallaro), ma anche quelli dell’area di Ca’ Giovannelli ad Anguillara Veneta e ancora gli imprenditori agricoli di Valli Mocenighe a Piacenza d’Adige.

I numeri. Gran parte di questi lavoratori si sono radunati mercoledì sera nella sede atestina di Confagricoltura, invitati dal responsabile di zona Gaspare Sartori Borotto: «I campi allagati hanno perso in media il 90% delle colture, con danni che vanno dai 1.000 euro all’ettaro per il mais fino ai 1.500 per il grano», spiegano dall’associazione «Ci viene detto di metterci il cuore in pace perché siamo assicurati, ma forse non tutti sanno che alla fine l’assicurazione coprirà – nelle situazioni più rosee – il 35% delle perdite». Chi riuscirà a seminare nuovamente, peraltro, dovrà accontentarsi di un 60% del raccolto preventivato a inizio anno. Calcolando che le precipitazioni di queste settimane hanno interessato 13 mila ettari nella Bassa, il danno totale arriva ai 20 milioni di euro. Gran parte degli agricoltori, inoltre, è al secondo evento calamitoso dell’anno: c’è chi racconta di non aver più raccolto nulla o quasi dallo scorso giugno e chi ancora pensa di rinunciare a nuove coltivazioni per non incappare in una terza ondata di maltempo.

Le richieste. Pur comprendendo l’eccezionalità delle scorse precipitazioni, gli agricoltori della Bassa credono che la sicurezza idrogeologica del territorio non sia garantita. Chiedono la realizzazione di nuovi bacini di laminazione: «Non hanno i soldi per realizzarli?», commentano tra gli altri gli imprenditori di Valli Mocenighe, perennemente sott’acqua in casi di emergenza meteo. «Allora usino i nostri campi, come peraltro avviene già, e prevedano indennizzi per chi si sacrifica come noi. Da anni vediamo le nostre colture finire sott’acqua ma non riceviamo mai una sovvenzione, né uno sconto sulle tasse consortili». Agricoltori e Confagricoltura chiedono poi il disboscamento e la pulizia del Fratta-Gorzone – il cui letto si sarebbe alzato addirittura di 1,80 metri in mezzo secolo – così come l’attuazione del progetto di diversione delle acque del Fratta nell’Adige nel bacino Spazzolara. E poi un piano di emergenza per eventi come lo scorso.

L’incontro. Ieri mattina i presidenti padovani di Cia e Confagricoltura, Roberto Betto e Giordano Emo Capodilista, hanno incontrato l’assessore regionale all’Agricoltura Manzato. A lui hanno portato le richieste formulate anche dagli agricoltori della Bassa ed è stato istituito il tavolo tecnico permanente che avrà il compito di monitorare le ripercussioni delle precipitazioni sui terreni agricoli e l’individuazione delle risorse per il contenimento dei danni.

 

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