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GRANDI NAVI

«Per le grandi navi tutte le proposte saranno valutate attentamente e alla pari. Non vogliamo interferire sulle decisioni locali, ma la soluzione dovrà tutelare l’ambiente senza danneggiare l’occupazione. In ogni caso, per tutti i progetti la compatibilità ambientale c’è, ed è verificabile».
Così il viceministro alle Infrastrutture e trasporti, Riccardo Nencini, ha concluso ieri il suo incontro con il presidente dell’Autorità portuale, Paolo Costa, quello di Vtp, Sandro Trevisanato e i rappresentanti del mondo del lavoro e dell’impresa. Una riunione «con valore di conoscenza» e funzionale al tavolo tecnico convocato oggi a Roma. Dove Nencini ha ascoltato in silenzio l’esposizione del presidente dell’Autorità portuale, salvo chiedere lumi sulla posizione del Comune ed evidenziare la necessità di trovare un’intesa con Cà Farsetti.
«Siamo tutti d’accordo che le grandi navi non debbano più passare per bacino San Marco – ha detto Costa – ma non vogliamo che si uccida la crocieristica e si metta in crisi il Porto. Se salta Venezia salta l’Adriatico, perché le grandi compagnie faranno scelte diverse. Lo scavo del Contorta Sant’Angelo non avrebbe conseguenze gravi per la laguna. Che, con il Mose in funzione alle bocche di porto, diventerà una vasca con tre rubinetti».
Il presidente dell’Autorità portuale ha ricordato l’inaugurazione il 31 maggio «di una terza sezione del porto a Marghera, destinata alle navi traghetto». E ha bocciato l’uso promiscuo dell’area, «pregiudicante le navi merci in uscita, costrette ad aspettare l’entrata di quelle da crociera che avrebbero la precedenza».
«Porto Marghera dove? – ha aggiunto Trevisanato – Ospitare 4 grandi navi richiederebbe 6-7 anni, mentre la Marittima è efficientissima: non sottovalutiamo l’esistente». Mentre Lino Gottardello (Cisl) ha precisato che «l’ipotesi prefigura un’idea diversa di Porto Marghera, non indifferente per l’occupazione», manifestando preoccupazione «per il segnale che stiamo dando agli investitori sulla Marittima».

Vettor Maria Corsetti

 

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