Gazzettino – “Dolo, l’ospedale non si svende”
Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments
20
lug
2014
SANITÀ – La Riviera tappezzata di finti manifesti contro il declassamento
Finti manifesti che segnalano la svendita dell’ospedale di Dolo posti sopra i cartelloni pubblicitari che si trovano lungo la via d’accesso dell’ospedale dolese. I cartelli riportano la scritta “Svendesi – Affarissimi la Regione Veneto svende l’ospedale di Dolo” con un indirizzo e-mail ed un numero telefonico. Presenti anche false locandine dei giornali locali che rimarcavano la vendita. Un atto di goliardia preparato nella notte in concomitanza con la raccolta delle firme avvenuta ieri mattina nelle principali località rivierasche contro l’azione della Regione.
DOLO – La Riviera tappezzata di finti manifesti affissi da comitati e partiti
«L’ospedale non si svende»
Petizione contro il “declassamento” all’esame in Regione
CARTELLI – La sede dell’Ulss 13 tappezzata ieri mattina di finti avvisi di “svendita” dell’ospedale di Dolo
LA PROTESTA «In Riviera un polo chirurgico per acuti»
Emilio Zen, uno dei promotori della protesta, si richiama alla volontà popolare e al bacino d’utenza della Riviera del Brenta.
DOLO – L’anno scorso i cartelli stradali che indicavano come raggiungere la località “Veneto city”, ieri finti manifesti che segnalavano la svendita dell’ospedale di Dolo. Posti sopra i cartelloni pubblicitari che si trovano lungo la via d’accesso all’ingresso dell’ospedale dolese, i cartelli riportavano la scritta “Svendesi – Affarissimi la Regione Veneto svende l’ospedale di Dolo” con un indirizzo e-mail ed un numero telefonico. Presenti anche false locandine dei giornali locali che rimarcavano la vendita. Un atto di goliardia preparato nella notte in concomitanza con la raccolta delle firme avvenuta ieri mattina nelle principali località rivierasche, a Via Mazzini vicino al Duomo a Dolo, in piazza Municipio a Mira, in piazzetta Italia ad Oriago, in via Roma a Fossò, in Piazza Marconi a Stra, in Piazza Marconi a Fiesso d’Artico.
Una petizione voluta da comitati e da alcuni partiti locali, ventidue in tutto, rivolta agli organi regionali per il blocco dell’atto aziendale approvato dal direttore Gino Gumirato, la classificazione dei nosocomi di Dolo e Mirano come ospedale di rete su due poli, lo stanziamento di fondi a suo tempo previsti per i lavori per l’adeguamento del Pronto Soccorso e il trasferimento di vari servizi presso gli spazi vuoti dell’ospedale dolese. Emilio Zen, coordinatore del gruppo promotore, osserva: «È l’espressione della volontà popolare che non vuol vedere l’ospedale di Dolo declassato, defraudato delle sue funzioni primarie per i 130mila abitanti dell’area brentana, che pretende garanzie sulla pianificazione globale dei servizi socio-sanitari, senza interventi parziali rispondenti solo a manovre ambigue e pericolose. L’ospedale di Dolo deve rimanere polo chirurgico per acuti al pari di Mirano, perché le sue potenzialità, i suoi spazi, il suo bacino d’utenza, la sua vocazione, la sua storia illustre legittimano l’istanza a pieno titolo».
Lino Perini