Nuova Venezia – Deficit di 203 milioni nelle 24 Usl venete
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10
ago
2014
I numeri della sanità » il bilancio 2013
La Regione lo ripiana
Sinigaglia (Pd): «Coletto deve potenziare i piani di rientro
Venezia resta in caso più allarmante, centralizzare le spese»
I 50 mila dipendenti costano 2,1 miliardi e altri 548 milioni per i medici di base
VENEZIA – Sanità veneta: come trasformare il deficit di 203 milioni in un attivo, grazie all’intervento del top manager Mantoan che ha ripianato il buco con il suo «tesoretto » accantonato con la gestione centralizzata della spesa. Su un bilancio consolidato 2013 di 8,5 miliardi di euro che diventano 9,3 grazie alle prestazioni di servizi, si scopre che i 50 mila dipendenti costano 2,15 miliardi (quindi meno del 25%) cui bisogna sommare altri 548 milioni per i medici e i pediatri di base. Tra le entrate da segnalare i 183 milioni di euro incassati come ticket: la sanità gratis riguarda solo le fasce di reddito più povere. La delibera di Coletto. Tutti numeri che il 28 luglio l’assessore Luca Coletto ha allegato al conto consuntivo 2013 delle 21 Usl venete e delle tre Aziende ospedaliere-universitarie di Padova, Verona e Iov. Tirate le somme spunta un passivo di oltre 203 milioni che diventa però un utile di 4 milioni grazie all’intervento del direttore generale Domenico Mantoan che nella sua cassa centrale ha accantonato una riserva di 340 milioni utilizzata per ripianare le perdite, Usl in primis. Una gestione molto oculata che ha fatto esultare Zaia per l’eccezionale risultato, mentre non soddisfa affatto Claudio Sinigaglia, Pd, vicepresidente della commissione sanità, che dopo aver letto la delibera di Coletto, lancia l’allarme: «La situazione non è affatto felice, vanno realizzati dei piani di rientro per far tornare i conti in pareggio. Più che spending review, si tratta di seguire il modello dell’ Emilia che ha investito nell’informatizzazione e creato tre grandi aziende di acquisti per le spese accentrate. I punti di sofferenza riguardano sia Venezia, che Padova e Verona i cui deficit si trascinano di bilancio in bilancio», dice Sinigaglia. Le Usl in rosso. Sono undici le Usl con i conti in rosso con due new entry: l’Alto vicentino che macina 18 milioni di euro di perdita e la Usl 16 con altri 16 milioni. «A Padova c’è una linea ondeggiante: dopo l’integrazione avviata con Cestrone, da due anni siamo tornati alla divisione tra Usl 16 e AO. Mail deficit aumenta per chi gestisce i servizi territoriali», dice Sinigaglia. «Discorso analogo per il sistema universitario perché le due aziende speciali hanno gravi perdite: 25 milioni a Padova e 24 a Verona, in netta diminuzione sul 2012. Credo che le cause vadano cercate nella vetustà delle strutture: le 16 sale operatorie distribuite in 9 immobili creano pesanti disagi e costi altissimi di manutenzione degli edifici pari a 45 milioni di euro l’anno che si sommano ad altri 20 milioni di accantonamenti. Ecco perché Padova ha assolutamente bisogno del nuovo ospedale. A Verona l’aggregazione con l’università fa salire il deficit a 25 milioni e quindi va rivista la gestione», dice Sinigaglia. Il caso Venezia. Il «rosso profondo» è un dato storico acquisito che nemmeno il direttore Giuseppe Dal Ben può far rientrare: per la Usl 12 si scende da 55 a 47 milioni che sommati ai 16 milioni della Veneto orientale e ai 7,9 di Chioggia portano in rosso i conti per oltre 70 milioni: Venezia pesa per il 30% sul passivo della Regione e Zaia ha avviato un’indagine per capire quanto incida il project dell’ospedale all’Angelo di Mestre. Si riuscirà a rivedere il contratto con tassi all’8%? Impresa difficile. Ultimo allarme: Belluno raddoppia il deficit da 4 a 9 milioni. Le spese farmaceutiche. Le medicine incidono per 630 milioni su un bilancio di 9 miliardi di euro, mentre l’attività intramoenia dei medici che esercitano la libera professione negli ospedali costa appena 95 milioni alle 24 Usl: ciò significa che il sistema privato corre su un binario autonomo. Ultima curiosità: la sfida tra le due Aziende speciali universitarie è vinta da Padova che dichiara 566 milioni di ricavi contro i 514 di Verona e 575 milioni di spese contro i 517 della rivale scaligera. Il termometro dell’efficienza si misura alla voce «ricavi per le prestazioni sanitarie»: Padova registra 420 milioni, Verona 394. «Insomma, Coletto ha di che meditare» conclude Claudio Sinigaglia.
Albino Salmaso