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Gazzettino – Legge sulle cave, tutto rinviato

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

18

set

2014

CONSIGLIO VENETO – Maggioranza divisa, giunta isolata, così tutto torna in commissione

L’assessore Conte: «Chiederò a Zaia come proseguire». Il Pd: «In dieci punti le soluzioni»

MARROTTA (IDV) «La maggioranza si è spaccata»

Niente. Ancora nulla di fatto in Consiglio regionale sulla nuova normativa per la disciplina dell’attività di cava in sostituzione della vecchia legge del 1982. Ieri, dopo la bocciatura dell’articolo 2, il presidente Clodovaldo Ruffato ha proposto e ottenuto il rinvio in commissione del progetto di legge della Giunta. Per l’assessore all’Ambiente, Maurizio Conte, che in questa storia ha giocato molto del suo impegno e capacità “è soprattutto la maggioranza che non ha permesso di proseguire. Ora chiederò al governatore Zaia cosa fare nell’ambito di una pianificazione strategica e fondamentale, che necessita di regole chiare ma difficilmente definibili con simili presupposti”. Un segnale di crisi anche per il suo referato? Possibile che la norma, se passa Natale, non possa più tornare in aula.
Secondo il democratico Roberto Fasoli, invece, “non si era mai vista una proposta di legge della Giunta con zero emendamenti della stessa. È chiaro che è la maggioranza di Zaia a non volere nuove norme in materia”. Mentre Gennaro Marotta di IdV ha parlato di “maggioranza sbriciolata, troppi emendamenti da esaminare direttamente in aula e rinvio in commissione opportuno”.
Insomma un impantanamento che nessuno poteva prevedere per una legge che doveva sostituire tre decenni di norme transitorie . Tanto che l’Albo dei Cavatori ( a sua volta con interessi differenti a seconda che si tratti del trevigiano o del veronese) ha “auspicato che il rinvio in Commissione del disegno di legge consenta una revisione approfondita del provvedimento e che si tenga conto dei contributi da parte della categoria di settore. Una nuova legge che nel perseguimento dei corretti obiettivi venga però declinata con norme adeguate e congrue. A questo proposito – è la conclusione – l’Albo Cavatori è disponibile a collaborare a fianco dei tecnici e delle istituzioni proprio per evitare che si creino micro o macro lobby d’interesse personale». Sempre ieri, intanto, in un incontro con la stampa precedente l’esito della seduta, il Pd ha accusato la maggioranza di essere allo sbando, non aver intenzione di chiudere la partita e il Piano delle attività di cava entro la fine della legislatura e perseverare nella politica del “pezzettino per pezzettino”: “La disciplina sulle attività estrattive deve contenere un forte tasso di innovazione – ha detto il capogruppo Lucio Tiozzo – In caso contrario, quanto uscirà dal Consiglio produrrà ulteriori danni”. Dieci le linee-guida dei 120 emendamenti del Pd (di cui 30 fatti propri e riscritti dalla Giunta), illustrati da Fasoli e dal collega Claudio Niero. Tra questi, la determinazione di una percentuale fissa e non derogabile di territorio da scavare (il 3% per sabbia e ghiaia); una corsia preferenziale per il riuso dei materiali provenienti da costruzione e demolizione, aumentando le tariffe per il conferimento in discarica e premiando il loro riutilizzo; l’introduzione di norme che favoriscano gli imprenditori rispettosi delle regole e penalizzino coloro che le violano, prevedendo l’aumento delle sanzioni e, se necessario, la sospensione e la decadenza della concessione; maggiori garanzie per la progressiva ricomposizione del terreno agricolo; impedire che le cave estinte (2.057 rispetto alle 563 in essere) siano trasformate in discariche; lo stop alle cave in falda e la disponibilità a trovare soluzioni per le realtà più critiche attraverso percorsi negoziali controllati da Regione ed enti locali.

 

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