Gazzettino – Venezia. Grandi navi e turismo, fascino e affanni della citta’.
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29
set
2014
Il premio Istituto Veneto per Venezia 2014 a due opere giornalistiche che raccontano la criticità delle quotidianità lagunari. Vincono, a pari merito, l’articolo Der Kreuzzug (La Crociata) di Dirk Schümer, pubblicato dal «Frankfurter Allgemeine Sonntagzeitung» il 17 novembre 2013 e il video “Come to Venice” (2013), di Benedetta Panisson.
La cerimonia di premiazione si è tenuta ieri mattina in una sala gremita di Palazzo Franchetti all’Accademia, con la consegna dell’assegno di 5mila euro che i due vincitori dovranno dividersi. Al tavolo dei relatori alcuni membri della giuria: Gian Antonio Danieli (presidente), Gherardo Ortalli e il presidente dell’Associazione Stampa Estera in Italia Maarten Van Aalderen. Aalderen ha elencato gli argomenti veneziani più affrontati dai giornali stranieri. «Negli ultimi decenni – ha detto Aalderen – l’argomento più sentito all’estero è quello della crescente acqua alta e della soluzione del Mose, la questione dello spopolamento in città ed il passaggio delle navi da crociera in laguna, di come gli abitanti percepiscono questa pressione. Naturalmente quest’anno l’attenzione si è concentrata sugli scandali che hanno colpito la città e la caduta della giunta veneziana».
“La Crociata” di Dirk Schümer racconta il crescente sviluppo e passaggio crocieristico delle grandi navi a Venezia, l’aumento dei casi di cancro in città per l’inquinamento atmosferico provocato dai fumi dei grattacieli sull’acqua e il sovraffollamento turistico motivo di congestione e di una nuova “industrializzione” di souvenir più o meno legali. «Alla “fortuna” del potere vivere a Venezia – motiva la giuria – lo spirito criticamente affinato di chi sa cogliere i problemi reali andando oltre le facili parole d’ordine». Il documentario “Come to Venice” di Benedetta Panisson, è invece un ‘diario intimo’ dove alcuni veneziani dai volti nascosti raccontano come si vive a Venezia, cosa si ama e cosa si detesta. Le varie testimonianze, accompagnate sullo sfondo dal suono drammatico delle sirene dell’acqua alta, diventano ‘voci collettive’, espressione di un comune sentire. Alla fine, vincono i motivi per continuare ad amare Venezia, resistervi e non abbandonarla.