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Pigozzo e Tiozzo (Pd) chiedono al governatore di confrontarsi con la popolazione

MARGHERA – Passano i mesi e l’Accordo di programma per il Vallone Moranzani – siglato da tutte le istituzioni locali e dal Porto nel 2008 per sistemare i fanghi scavati dai canali e realizzare, in contropartita, una serie di opere idrauliche, paesaggistiche e stradali – resta al “palo”. Dopo l’uscita di scena – a causa dell’inchiesta sulle tangenti per il Mose – dell’ex assessore Renato Chisso e del commissario Giovanni Artico tutto il progetto è di fatto bloccato in attesa del via libera del governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha avocato a sé tutte le deleghe al riguardo, senza per ora essersi preoccupato di avviare un confronto con la popolazione interessata che, invece, fino a pochi mesi fa veniva puntualmente informata e consultata attraverso la cosiddetta Agenda 2 che ora sembra essere stata soppressa. Così, dopo le ripetute proteste del presidente della municipalità di Marghera, Flavio Dal Corso per «il grave impasse creatosi sul Moranzani e la mancanza di un confronto tra la Regione e le altre istituzioni sul procedere del progetto», arriva una dura presa di posizione da parte del consigliere regionale del Pd e vice presidente della commissione urbanistica, Bruno Pigozzo, e del capogruppo del Pd a palazzo Ferro Fini, Lucio Tiozzo. «Non è accettabile», spiegano i due consiglieri del Partito Democratico in una nota stampa diffusa ieri, «che il presidente della Giunta regionale, Luca Zaia, imponga il blocco sul risanamento del Vallone Moranzani, lasciando in sospeso e senza prospettive un progetto che era stato costruito anche in accordo con la popolazione». Secondo Pigozzo e Tiozzo, invece «il percorso per questo grande intervento di risanamento ambientale va responsabilmente ripreso e portato a termine». In quanto ai problemi legati al finanziamento del progetto stesso che, stando alle previsioni doveva arrivare a quasi un miliardo di euro, in buona parte pagato dall’Autorità Portuale per la pulizia dei canali industriali, vanno verificati ed affrontati: ma non è così che si può pensare di risolvere la situazione. In ballo c’è una partita complessiva che riguarda la viabilità della zona, la messa in sicurezza idraulica». «Inoltre», concludono i consiglieri del Pd, «Zaia non deve dimenticare l’impegno politico, assunto dal Consiglio, per realizzare l’interramento della linea dell’elettrodotto Terna nella parte rimanente del tracciato fino a Camin, nel Padovano. Tutte cose troppo importanti e che non meritano il colpo di spugna».

(g.fav.)

 

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