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Il progetto Venis Cruise 2.0 per la realizzazione di un nuovo terminal in Bocca di Porto al Lido per l’ormeggio delle grandi navi da crociera “non potrà non collocarsi nell’ambito delle procedure di cui alla legge obiettivo”.
Un chiarimento, quello espresso dal Ministero delle Infrastrutture, che dissipa l’imbarazzo che regnava finora a proposito della legge obiettivo e delle diverse procedure adottate nei confronti degli unici due progetti finora approdati a Roma al vaglio della commissione di Valutazione di impatto ambientale.
Da un lato il documento di Autorità portuale che prevede lo scavo del canale Contorta, già inserito in Legge obiettivo fin dal giorno successivo al suo deposito e per il quale dovrebbero scadere i termini per le osservazioni nei prossimi giorni. Osservazioni che sono arrivate a pioggia, da parte di “cittadini, associazioni e amministrazioni” scrive il ministero dell’ambiente che a sua volta ha chiesto lumi alle Infrastrutture per uscire dall’impasse.
Invece il progetto targato De Piccoli insieme alla Duferco Sviluppo Srl, che per il momento “non risulta ancora pervenuto all’unità di missione del Ministero” pur essendo stato presentato il giorno successivo a quello del Porto è ancora in fase di scoping, ovvero si stanno ancora controllando i documenti, a distanza di un mese.
Inoltre il ministero delle Infrastrutture ha confermato che l’obiettivo strategico infrastrutturale “sotteso alla definizione riportata nell’allegato approvato dal Cipe “trova soddisfazione anche attraverso distinte proposte progettuali”.
Tradotto significa che quell’etichetta – tanto combattuta nella conferenza unificata stato-regioni – che non individua un’opera specifica ma parla genericamente di “interventi per la sicurezza dei traffici delle grandi navi nella laguna di Venezia” metterà a disposizione 140 milioni di euro stanziati dallo Stato per la soluzione considerata più valida, dopo un’esame di entrambe le proposte o eventualmente altre che dovessero arrivare.
Comprensibile la soddisfazione di Cesare De Piccoli, ex sottosegretario ai Lavori pubblici e autore della proposta Venis Cruise 2.0.
«Questo chiarimento riconosce l’esistenza di un problema a Roma – esordisce De Piccoli – e conclude che i due progetti devono essere trattati con pari dignità. Chiederemo subito un incontro con l’unità di missione delle Infrastrutture visto che non hanno ancora ricevuto il nostro progetto e con la commissione via nazionale per capire come intendono procedere. Sono contento perchè a questo punto, nell’interesse della città, saranno confrontate almeno due ipotesi e mi auguro che vinca la più funzionale».
E non è la prima volta che da Venezia a Roma le carte “sbagliano strada” e non arrivano sul tavolo giusto.
Le Infrastrutture non entrano nel merito della regolarità delle procedure e del decreto emanato da autorità portuale, ma si limita a stabilire che il Porto è “soggetto attuatore” e non “ente aggiudicatore” del progetto sul Contorta.

 

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