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L’assessore Conte: progetti da finanziare con i 2 miliardi stanziati contro l’emergenza idrogeologica

VENEZIA – Fondi del «Salvaitalia» per l’emergenza idrogeologica, il Veneto batte cassa a Roma e presenta due richieste a Matteo Renzi che ha garantito 2 miliardi di euro contro le alluvioni: si tratta della nuova vasca di espansione a Montebello Vicentino, un progetto da 50-60 milioni, e del completamento dell’idrovia Padova-Venezia, ferma a Vigonovo. Per sbucare in laguna mancano 15 km, ma tutti i ponti sul tragitto del canale navigabile sono già stati costruiti. Paradosso del Veneto dc, che sapeva guardare lontano anche con le tasche vuote. La pratica idrovia è sul tavolo dell’assessore all’Ambiente Maurizio Conte, messo in croce dalla sua maggioranza per la legge sulle cave che slitterà alla prossima legislatura, ma più che mai determinato a concludere la legislatura con due nuovi traguardi raggiunti. Assessore, che succede se riprende a piovere dopo questa splendida estate d’ottobre: non è che si rompe l’argine del Roncajette com’è avvenuto per lo Scrivia in Toscana? «No, siamo tranquilli. I lavori sugli argini distrutti dall’alluvione 2011 sono stati eseguiti a regola d’arte. È l’evento imprevedibile che produce disastri immensi: si pensi alla bomba d’acqua caduta su Refrontolo. Certo, l’occupazione del territorio crea problemi di sicurezza idraulica ma noi abbiamo fatto la lista delle priorità. In testa ci sono le casse di espansione. Quella di Caldogno verrà conclusa tra due anni e stiamo quindi guardando a due nuove opere fondamentali: a Montebello e all’idrovia Padova-Venezia. Qui si tratta di un intervento fondamentale per la messa in sicurezza del nodo idraulico di Padova e del Piovese: la progettazione sarà affidata a breve e così avremo le basi per capire come intervenire, la dimensione dello scavo va concordata con gli enti locali. Certo, la Regione non può mettere da sola tutte le risorse: appena avremo il quadro esatto dei costi con il relativo piano di navigabilità dell’idrovia, faremo i nostri passi sia in Europa che a Roma per raccogliere i fondi», dice Conte. E su Montebello? «Siamo più avanti, il comitato Via ha già approvato il progetto preliminare e siamo pronti ad un’eventuale gara, ma si tratta di trovare almeno 55-60 milioni. I soldi li abbiamo chiesti al premier Renzi e il dottor D’Angelis, dirigente della presidenza del consiglio dei ministri, ha da tempo la nostra pratica sul suo tavolo. Attendiamo solo la risposta e siamo convinti che Renzi dovrà inserire il Veneto nella lista delle priorità del Salvaitalia: in ballo ci sono 2 miliardi per il rischio idraulico, spero che parte di quelle risorse arrivino in Veneto. Noi siamo pronti». Ultime due questioni: il piano rifiuti speciali e la modifica delle commissioni Via. In commissione Ambiente approderanno entrambi i provvedimenti: per i rifiuti speciali si tratta di evitare il proliferare selvaggio di impianti per lo smaltimento di sostanze pericolose. L’altra legge riguarda la modifica della Via, la valutazione di impatto ambientale fonte di tanti guai giudiziari come dimostra l’ultima inchiesta su Fior. Cosa cambia? «I commissari saranno in supporto alle istruttorie fatte dagli uffici regionali, per evitare il rapporto diretto tra commissari e soggetti proponenti. La nuova legge vuole rendere più trasparente la procedura. Il caso Fior? Quando sono arrivato io ho applicato la regola del turn over e Fior è stato sostituito dal dottor Benassi, che arrivava dall’Arpav», conclude Maurizio Conte.

(al.sal.)

 

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