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Gazzettino – Il Mose, Quanto costano le paratoie.

Posted by Opzione Zero in Rassegna stampa | 0 Comments

6

nov

2014

Spero che Antonio Gesualdi dell’ufficio stampa del Consorzio Venezia Nuova affermi il vero sulle manutenzioni del Mose, come ha scritto nel suo intervento ieri, perché da tempo sento voci preoccupate a proposito del costo di manutenzione delle paratoie e proprio il giorno prima è apparso un articolo su Il Fatto Quotidiano, a firma Alessio Schiesari, che afferma l’esatto contrario. A quanto leggo, “le paratoie già calate in acqua avrebbero perso l’originale colore giallo fosforescente e sono diventate rosso brunastro, l’inconfondibile colore della ruggine.” Questo perché per risparmiare il Consorzio avrebbe usato lamiera rivestita di vernice, invece che resistente acciaio inossidabile. Le navi così costruite avrebbero bisogno di una manutenzione annuale, mentre la previsione per il Mose sarebbe ogni cinque anni. Poiché una paratoia è grande come un palazzo, leggo che la manutenzione quinquennale sarebbe prevista a un costo di 40 milioni! Ma, sempre secondo l’articolista, che cita anche come Stefano Boato sia d’accordo, vi sono altri elementi che hanno bisogno di manutenzione, quindi con esplosione di costi. Cita inoltre il Cnr che avrebbe lamentato il probabile deposito di 12 tonnellate di zinco sul fondo della laguna, là dove crescono vongole e cozze destinate alla pesca. Non c’è che da sperare bene!

Aldo Mariconda

 

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LA REPLICA – La società di Lunardi ha guadagnato 2 milioni per prolungare la A27

Egregio direttore,
scrivo per conto e nell’interesse del prof. Pietro Lunardi. Il 2 novembre il Gazzettino ha pubblicato un articolo dal titolo “Mose, lavori fasulli per aiutare Lunardi”, con un richiamo in prima pagina “Mose, colletta per il ministro – Tomarelli rivela: Mazzacurati organizzò una raccolta di fondi per fare avere due milioni a Lunardi”.
La notizia non costituisce una novità visto che il quotidiano “Repubblica”, l’11 e il 16 giugno pubblicava parti di un verbale, riferito a Roberto Pravatà, seguito da una sua intervista, secondo cui su richiesta di Mazzacurati si sarebbe provveduto a versare a due società, la Grandi Lavori Fincosit s.p.a. e la Società Italiana per Condotte d’Acqua s.p.a., un importo pari a “tre quattro milioni complessivamente”, le quali avrebbero immediatamente riversato detta cifra su conti intestati a società fittizie di Lunardi.
Il prof. Lunardi ha già presentato alla Procura della Repubblica di Venezia una denuncia per calunnia nei confronti del sig. Roberto Pravatà in cui ha riconosciuto puntualmente i rapporti tra la Rocksoil s.p.a., di proprietà della famiglia Lunardi, e società in qualche modo interessate al progetto Mose. Nel 2007, Rocksoil veniva contattata da Adria Infrastrutture s.p.a., il cui vicepresidente era il sig. Baita, e da Grandi Lavori Fincosit s.p.a., intenzionale ad avviare congiuntamente una proposta ex art. 152 D.Lgs. 163/06, avente a oggetto il prolungamento dell’Autostrada A27 da Pian di Vedoia a Pieve di Cadore, prima tranche del più ampio collegamento tra la A27 e la A23, quale parte dei rafforzamenti autostradali connessi al cosiddetto Corridoio Paneuropeo V. Com’è facile intuire subito, si tratta di un’opera che non presenta alcun collegamento (né mai vi è stato) tra Rocksoil s.p.a. e il Mose di Venezia. Ebbene, dovendo questo tratto autostradale svilupparsi per oltre il 50% in galleria, ed essendo Rocksoil una società altamente specializzata in materia di progettazione di strutture autostradali in galleria, Adria e Fincosit si avvalevano di Rocksoil, per quanto riguarda la fase introduttiva dell’appalto, per la stesura di un articolato progetto. Per tale complessa e rilevantissima attività di consulenza, studio e progettazione da svolgersi in tempi molto ristretti – contratto firmato il 29/05/2007, progetto offerta da presentare entro il 31/07/2007, progettazione preliminare entro 90 giorni dal progetto offerta – veniva pattuito un compenso in favore di Rocksoil s.p.a. pari a 2 milioni di euro effettivamente corrisposti in parti uguali da Adria e da Fincosit. Un compenso determinato, sì, in maniera forfettaria, ma che teneva ben in considerazione il valore dell’opera, che, è bene sottolinearlo, ammonta, per quanto riguarda la costruzione delle sole gallerie, all’incirca a 580 milioni di euro. L’importo della consulenza, dello studio e della progettazione fornita, peraltro da Rocksoil in tempi ristrettissimi, in favore di Adria Infrastrutture e di Grandi Lavori Fincosit risulta dunque pari a meno dello 0,35% rispetto al valore stimato dell’opera. Un’opera, come si è già avuto modo di osservare, finanziata da soggetti privati, e che nulla ha a che vedere con i lavori riguardanti il Mose di Venezia, un progetto in cui Rocksoil non ha mai avuto incarichi, né diretti né indiretti.
Tutto ciò rende evidente come le affermazioni del sig. Tomarelli, siano del tutto prive di fondamento.
Con i migliori saluti.
Prof. Avv. Gaetano Pecorella

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Prendiamo atto della precisazione del professor Pecorella. Peraltro da parte nostra non abbiamo mai citato la società Rocksoil. Abbiamo invece dato conto della testimonianza resa da Stefano Tomarelli, ex manager di Condotte, sull’intervento che l’ingegner Mazzucurati avrebbe chiesto agli altri soci del Cvn a favore dell’ex ministro Lunardi.

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