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Iniziativa del segretario regionale Facin dopo il blitz della finanza in due tomaifici

Chiesta l’espulsione dall’associazione delle ditte che utilizzavano quei laboratori

STRA «Le aziende calzaturiere della Riviera del Brenta coinvolte nell’utilizzo dei laboratori cinesi clandestini vanno espulse dalle associazioni di categoria come Acrib e Confindustria immediatamente. Non è possibile che continui un fenomeno del genere che alla fine distruggerà l’intero comparto».

A dirlo è la Filctem-Cgil con il suo segretario regionale Stefano Facin. «La notizia della scoperta di alcuni laboratori clandestini in Riviera del Brenta è di oggi», duce Facin, «ma se si omettesse la data, non cambierebbe molto Siamo soddisfatti per il lavoro della Guardia di Finanza che porta alla luce queste piaghe, allo stesso tempo siamo molto arrabbiati in quanto tutti gli sforzi fatti per cercare di debellare questo fenomeno (accordi tra le parti industriali, artigianali e sociali, protocolli a livello istituzionale e altro ancora) vengono vanificati da imprenditori disonesti, che continuano ad assegnare lavoro a chi poi usa lo “schiavismo” per la ricerca del massimo profitto, a scapito della qualità, della legalità, della dignità di chi lavora e di chi fa buona impresa».

Per Facin comunque bisogna andare avanti . «Ciò non significa», sottolinea il sindacalista, «che questi percorsi e questi accordi siano inutili, né che dovremmo rassegnarci. Anzi. La nostra battaglia, come sindacato unitariamente, continua; incalzeremo ancora con più forza e determinazione le associazioni imprenditoriali e le istituzioni, per far sì che la cultura della legalità vinca». Da qui un appello alle associazioni imprenditoriali del settore.

«Vogliamo conoscere», annuncia il segretario regionale Filctem-Cgil, «i nomi delle aziende coinvolte perché, se iscritte a qualche associazione imprenditoriale, chiederemo a questa che vengano espulse, bandite, additate alla vergogna, perché solo così possiamo capire veramente se le battaglie importanti per la legalità che si fanno assieme, sono vere o no».

Sulla vicenda dei laboratori cinesi chiusi a Stra e Fossò e dei 31 dipendenti scoperti a lavorare in nero dalla Guardia di Finanza, interviene anche Riccardo Colletti segretario provinciale Filcem-Cgil.

«Ma Siro Badon presidente Acrib», si chiede Colletti, «non aveva recentemente affermato ad un convegno sulla legalità a Campolongo che nel calzaturiero il fenomeno del lavoro nero non esiste?. Perché non è stato ancora individuato l’ente certificatore per far partire il percorso che porta al Marchio Made in Riviera? Vogliamo poi sapere come sindacato, quante e quali aziende hanno già aderito al marchio “Made in Riviera” il cui protocollo è stato firmato otto mesi fa. Per queste aziende di fatto si può già far partire l’accordo che le vincola a stringenti regole di trasparenza, qualità e correttezza».

Una proposta di legge in tema di lotta alla contraffazione è stata spedita poi dal vicepresidente della Camera Luigi di Maio a tutti i sindaci della Riviera nei giorni scorsi.

Alessandro Abbadir

 

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